Il celebre Caffè Paszkowski – icona di piazza della Repubblica, a Firenze – chiude i battenti per qualche mese, per lavori di restauro. Ecco come cambierà
A chi è recentemente capitato di passare dalla centralissima piazza della Repubblica, a Firenze, non sarà sfuggita la chiusura di uno dei più importanti caffè storici cittadini: il Caffè Paszkowski (gruppo Valenza, che possiede anche il Caffè Gilli sullo stesso lato della piazza) ha infatti chiuso i battenti. Ma niente paura, non si tratta di una chiusura definitiva dovuta allo svuotamento del centro storico né tantomeno dell’inizio di un calvario come quello che stanno attraversando le Giubbe Rosse, dall’altra parte della piazza.
Tutt’altro. La decisione di chiudere Caffè Paszkowski era infatti in programma da qualche tempo, e risponde alla volontà di procedere a un restyling della struttura. Una volta finite le feste di fine anno e l’onda lunga del Pitti Uomo, il momento del temporaneo stop è arrivato, e dovrebbe durare qualche settimana, almeno due mesi secondo i bene informati. Sarà l’occasione per cambiare – sembra in maniera abbastanza decisa, senza pur perdere le caratteristiche che hanno reso celebre il caffè – qualcosa sul fronte degli arredi (sedie e tavoli in primis) e più in generale il mood del design interno, accostando probabilmente allo stile primo Novecento un tocco più contemporaneo.
Fondato nel 1846 come birreria dall’omonima famiglia polacca, il locale assunse già dopo poco tempo – nel 1903 – quelle caratteristiche di Caffè Concerto che l’hanno fatto conoscere anche a livello internazionale. Il caffè fu punto di incontro di intellettuali fiorentini o di passaggio a Firenze, tra i quali diversi protagonisti della cultura italiana della prima metà del XX secolo (Giovanni Papini, Giuseppe Prezzolini, Ardengo Soffici, Dino Campana, Gabriele D’Annunzio, Eugenio Montale, Vasco Pratolini e così via). Tuttora vi si tengono serate musicali, anche se l’epoca d’oro della letteratura fiorentina è tramontata. Nelle sale interne si svolgono meeting, convegni e sfilate di moda. Inclusa, last but not least, la prima presentazione del libro “Toscana da Bere”.