Novità all’interno del Mercato di Sant’Ambrogio, il più antico di Firenze: nasce la prima “ristomacelleria” della città, nella bottega di Luca Menoni. Il suo esempio – cui ne seguirà un altro a inizio 2018 – potrebbe essere una testa di ponte per una colonizzazione del primo piano, oggi inutilizzato, sulla falsariga del Mercato Centrale
In attesa che l’uomo colonizzi la Luna (o Marte, come ci insegna Atto di Forza), già nel 2018 potrebbe concretizzarsi la colonizzazione del primo piano del mercato di Sant’Ambrogio a Firenze, sulla falsariga di quanto avvenuto qualche anno fa con il Mercato Centrale di San Lorenzo.
Certo, è ancora un progetto e non v’è traccia di un emulo di Umberto Montano, ma le avvisaglie non mancano: intanto al primo piano ha aperto la “ristomacelleria” di Luca Menoni, mentre già almeno un altro esercente di Sant’Ambrogio – tutti negozi di alimentari, quindi potenzialmente adatti ad avere un piano per la somministrazione – ha intenzione di fare lo stesso.
Intanto, il mercato di Sant’Ambrogio si gode il suo primo spazio al primo piano. Certo, la vista per il momento non è il massimo ma l’importante è partire: nella bottega di Luca Menoni – quasi cento anni di storia alle spalle – oltre che venduta, la carne sarà cucinata secondo ricette della tradizione toscana e i frequentatori del mercato avranno l’opportunità di gustare piatti pronti di carne da consumare sul posto, nella nuova “Terrazza Menoni”, allestita sopra l’omonima macelleria di Luca, terza generazione al lavoro. Lo spazio – aperto tutti i giorni tra le 11 e le 14.30 – presto ospiterà anche mostre di disegno, pittura e fotografia.
La somministrazione non sarà assistita – niente camerieri né servizio al tavolo – ma la clientela sceglierà al banco della gastronomia i piatti pronti di carne per poi decidere di consumarli sulla terrazza, dove troverà tutto il necessario (tovagliette, posate, salviette, bicchieri e pane) e i piatti arriveranno grazie a un calavivande.
Il menù stagionale comprende tre/quattro specialità di carne pronta (tra manzo, maiale, pollame, vitella di latte e cacciagione), dall’insalata di lesso al peposo, dallo stracotto allo stinco con le verdure fino al trancio di prosciutto cotto a bassa temperatura. E ancora, lingua salmistrata (che richiede almeno una decina di giorni di preparazione) o maiale tonné, ricetta a rischio perenne di oblio.