giovedì 18 Aprile 2024
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Il Golden Mile del gusto

redChiamatelo, se volete, il Golden Mile. Il Miglio d’Oro. O il Chilometro Quadrato del Gusto, se più vi garba. Perché poi, alla fine, è un triangolo… Ma lasciamo le geometrie alle aule delle scuole medie, certo: conta, e ci interessa, scoprire che in pochi mesi, da Natale a Pasqua, nel centro di Firenze è avvenuta una rivoluzione epocale. Nel nome, appunto, di Sua Maestà il Gusto. Per contraddizione solo apparente, protagonista principe ai tempi della crisi: certo, perché a tavola la calamità e la difficoltà si esorcizza meglio, si allontana dai foschi orizzonti assaliti da insolvenze, economie forzate, conti che non tornano mai. Fuga dalla realtà o modo per affrontarla, insomma, il cibo si veste da vessillifero di una singolare Nuova Era. Modaiola e qualche volta presuntuosa, ma di certo più democratica.
Da Natale a Pasqua, passando per tre vertici di un triangolo. Prima bandierina piantata in via Martelli, ex libreria Marzocco poi Martelli: lo sbarco di Eataly, atteso per mesi se non per anni e alla fine accolto con avida gioia.  Seconda bandierina: Red, il nuovo format targato Feltrinelli, sotto i portici di piazza della Repubblica; operazione condita da non poca polemica, per aver duramente segnato il destino di quella che fu la Edison. Aspetto differente da Eataly, ci sono prodotti di nicchia e i tavoli o il bancone dove gustare leccornie dalle 9 alle 23, ma qui dominano gli scaffali carichi di 25mila volumi; e anche l’offerta si differenza, in nome dell’invito a una rinnovata, quotidiana convivialità: semmai, se proprio vogliamo metterla su questo piano, sembra fare più concorrenza al Teatro del Sale di Fabio Picchi & Maria Cassi… Terza bandierina, in arrivo tra una settimana: MCF, ovvero il primo piano del Mercato Centrale di San Lorenzo, targato Umberto Montano, Claudio Cardini e Aldo Settembrini.  Artigiani del gusto, tante specialità,  da acquistare o da gustare sul posto: l’anima gourmet di un mercato che già al piano di sotto offre prodotti di ottimo livello e di grande storia, insomma l’anima gourmet di un luogo quotidiano come il mercato, e il pensiero corre al San Miguel di Madrid o alla Boqueria di Barcellona, al Colòn di Valencia e al millenario Borough di Oondra, a Parigi con Beauvau e Montorgueil…
C’è un fil-rouge, in questo Golden Mile che, come detto, può allargarsi a quadrilatero se ci comprendiamo (e perché no, poi?) anche il Teatro del Sale. La qualità. La tipicità. C’è la Toscana, ma non solo. A Eataly il pollo del Valdarno, l’agnello di Zeri, la Cinta Senese, la mortadella di Prato, il prosciutto bazzone (e non “di” bazzone come si legge nel sito…), i pici, il pane di patate della Garfagnana ma anche le trippe del Cai di piazza della Passera e le zuppe del Gori di Burde, gli ortaggi di Sandra e Viviano, quelli di Radici del Valdarno… A Red i salumi del Falorni  di Greve, trippe e lampredotti del Torrini di Gavinana, il pesce della coop Santa Maria Assunta di Livorno, l’Antica Bottega del Pane, le chianine… E infine il mercato, con l’occhio più largo. La bufala campana di Campomaggiore, carni salumi e pollami del Savigni di Sambuca Pistoiese. La pasta fresca di Alfredo Russo, i farmaggi di Franco Parola da Saluzzo. Un angolo di delizie con David Bedu e il leggendario cioccolataio cadorino Christian Beduschi  per le dolcezze, da abbinare alla caffetteria di Piansa by Alessandro Staderini in tandem con Caffè Italiano, ma anche la friggitoria di Paolo Soderi e i pesci di Gigino il Viareggino, alias Andrea Panati e Panapesca. Le carni di Paolo Parisi, già, quello delle uova bianchissime, ma anche frutta e ortaggi dalla Talea di Antonio Banducci, il “contadino di  città” nel suo regno a Ponte a Mensola, sotto Settignano. E Luca Gardini, re dei sommelier e della simpatia, con la sua piadine ria. E infine il Gallo Nero, ma anche un corner per Eataly, già, pare incredibile però è vero.
Perché il Triangolo, o Quadrilatero, o quel che volete, insomma il mondo del gusto, a Firenze, vuol dire qualità.  “Capace di vincere le troppe brutture che ci sono là fuori”, suggerisce Carlin Petrini. E se lo dice lui…

 

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