Tre fine settimana, altrettanti focus su produzioni tipiche (vino, lievitati, formaggio). Nella prima metà di ottobre 2015 Parma ha tenuto a battesimo la prima edizione di “Gustovago – Saperi e mangiari”, la rassegna dedicata alla cultura del buon cibo. Andata a buon fine, nonostante Parma
Tre fine settimana, tre focus tematici su prodotti tipici (vino, lievitati, formaggio). Nella prima metà di ottobre Parma ha tenuto a battesimo la prima edizione di “Gustovago – Saperi e mangiari”, la rassegna dedicata alla cultura del buon cibo. Ideata dal giornalista Francesco Bruno Fadda, la manifestazione si è chiusa oggi con numeri lusinghieri: circa 800 visite complessive, e il pregio di aver risvegliato – o almeno di averci provato – l’altrimenti sonnacchiosa food valley italiana con un po’ di sana cultura gastronomica. Nemmeno il tempo di godersi il successo, che il lavoro degli organizzatori ferve in vista della prossima edizione. L’appuntamento è già fissato: location di Gustovago 2016 sarà Torino, ad aprile del prossimo anno. Abbiamo chiesto all’ideatore dell’evento, il giornalista Francesco Fadda, di raccontarci quest’esperienza.
Un bilancio della prima edizione…
Tutto sommato un bilancio positivo, siamo soddisfatti di come il format abbia tenuto le fila, nonostante tutte le problematiche dovute alla struttura dell’evento fuori dagli schemi e alla sua prima edizione in una cittadina di provincia come Parma, notoriamente non particolarmente aperta alle iniziative di questo livello, …pensa, l’assessore alla cultura del comune di Parma, patrocinante l’evento, ha disertato in toto, dalla conferenza stampa all’ultimo fine settimana, pare sia stata vista in occasione di una delle cene a quattro mani, salvo poi farci arrivare un “pizzino”(neanche un messaggio ufficiale) con il quale suggeriva di programmare l’evento su Parma, per l’anno prossimo!!! Ecco, questo la dice lunga sul perché nella capitale della Food Valley Italiana, territorio che esprime un paniere composto dalle più grandi eccellenze del nostro paese, non esista un evento dedicato all’enogastronomia – passami la definizione – d’autore e tutto si trasformi nella sagra di quartiere. Parma è una città paesaggisticamente e architettonicamente coinvolgente e ricca di piacevoli soprese, dall’ centro storico al teatro Reggio, dal Palazzo del Governatore alla periferia campagnola da scoprire o riscoprire, peccato poi si perda tanto in anacronistici atteggiamenti franco-ottocenteschi, che sfociano in supponenza e snobismo di tanti cittadini della Bassa.
Gustovago è una tua creazione: come lo hai “pensato”, prima ancora di realizzarlo?
In realtà non è una mia creatura, Gustòvago è il frutto di una sinergia e sintonia professionale pazzesca e inimmaginabile, tra me e una donna fuori dal comune, l’altra curatrice e organizzatrice dell’evento, Federica Capobianco, io, un po’ artista, creativo e chansonnier (…inteso come squilibrato, fancazzista, contastorie!) e lei precisa, pragmatica e sempre sul pezzo! Avevamo diversi progetti nel cassetto pronti per essere sviluppati, taglia qua, correggi la, aggiungi qui, in pochi giorni abbiamo creato quello che per noi poteva essere un evento interessante, chiaramente…..tutto rivoluzionato in corsa, più volte!
In cosa si differenzia Gustovago dagli altri saloni italiani?
Non abbiamo inventato l’acqua calda…abbiamo semplicemente riunito alcuni dei più autorevoli professionisti del settore (Chef, produttori, street fooders, giornalisti, scrittori) sotto lo stesso tetto, invitandoli a raccontare la loro storia a “braccio”, come si dice, senza paracadute, ponendo al centro dell’attenzione la loro esperienza sul campo, allo scopo di esaltare la straordinaria cultura del cibo e del vino, la conoscenza e la storia della grande eccellenza del bel paese, che solo noi italiani non abbiamo ancora imparato a riconoscere. Gli Chef hanno cucinato nel luogo più indicato, la cucina, nessun live cooking; Nessun “banchetto” per i produttori, ma vere e proprie aule didattiche dove a turno, hanno potuto presentare il loro prodotto ad un pubblico attento e coinvolto; nessuna degustazione in “batteria”, ma momenti di godimento per il palato moderati da bravissimi professionisti e artigiani del gusto ( aboliti tutti i termini saccenti e noiosi ormai nel vocabolario modaiolo di tanti: gourmet, retrogusto di banana intrisa di rugiada del mattino in una giornata di mezza estate, cucina innovativa, ho imparato a cucinare dalla nonna, ho lavorato con Marchesi!……), insomma abbiamo voluto fortemente restituire la doverosa dignità, ad un argomento che dovrebbe essere materia di studio sin dalle scuole elementari, invece, ultimamente è diventato il “giocatolo” all’ultima moda: il cibo !
Che tipo di riscontro hai avuto dai partner e dagli sponsor?
La collaborazione di sponsor e partner è stata fondamentale, si possono avere mille idee interessanti, ma senza il supporto di chi ci crede veramente e ci investe non solo il denaro, ma anche tempo e energie, rimangono sogni nel cassetto. Ti faccio solo un esempio, Piero Gabrieli, main sponsor con Molino Quaglia – Petra, ha preso un treno alle 5 del mattino, si è fatto 3 ore di viaggio, ha cambiato treno, tutto per trascorrere una giornata con noi e moderare gli interventi dei vari maestri della lievitazione, poi, a sera inoltrata, ha ripreso il suo cammino verso casa (altre 5 ore di viaggio) con tutta la sua famiglia, che nel frattempo l’ha raggiunto a Parma in auto. Ecco, questo intendo per collaborazione, e non posso non citare i Fratelli Costardi, Daniele Usai e Claudio Bronzi, i quali, pur di essere dei nostri, hanno fatto km a profusione, in piena notte, dopo il servizio nei rispettivi ristoranti, i nostri Executive Chef Massimiliano Masuelli e Mariano Chiarelli, che hanno fatto veri e propri miracoli in una cucina direi di “fortuna” (volergli bene…), lavorando circa 20 ore al giorno, entrambi divisi tra l’evento e i loro ristoranti…veri Gustòvaghi, grandi storie italiane !!( …il roner per le cotture a bassa temperatura lo sanno usare tutti e fa figo….ma cucinare per 400 porzioni, con due sole piastre a induzione, due soli mestoli e una sola casseruola, ti chiariscono subito la differenza tra un cuoco vero e un gastro-fighetto!)
Manterrai il format nelle edizioni successive?
Assolutamente si, con la Fede stiamo valutando quale sarà la prossima città “Gustòvaga”, e siamo già all’opera per strutturare il nuovo format, che non si discosterà di tanto dalla prima edizione, promesso che ti terrò aggiornato!
Che momento ricorderai, di questa prima edizione di Gustovago?
Non c’è un momento in particolare, ci sono tanti momenti che mi rimarranno nella memoria e nel cuore: la commozione di due grandi amiche, Lorenza Fumelli e Angela Maci quando hanno ricevuto il meritatissimo premio Gustòvago (un piccolo riconoscimento alla professionalità e al lavoro di quanti aiutano il comparto con la comunicazione e la promozione dell’eccellenza). I rapporti di amicizia che si sono creati durante l’evento, gli attestati di stima ricevuti durante e dopo, la cena finale da I Due Matt, alla quale eri presente e dove non abbiamo lesinato su risate e piacevoli coccole per il palato. E poi, posso non ricordare e tenere sempre ad esempio, la forza di volontà, l’abnegazione, la professionalità e lo spirito di sacrificio di chi realmente ha tirato su questo evento? Federica, ha dimostrato, qualora ci fossero ancora dubbi, che le donne hanno una marcia in più (…non tutte!), e le donne con le pa..e, sorry con le “Tette” (cit. Cristina Bowerman!) come la mia socia, di marce in più ne hanno tre.