martedì 23 Aprile 2024
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I vini italiani dell’estate di James Suckling: ecco la top 10 del critico Usa

Ci sono Umbria, Friuli e Alto Adige, nell’elenco dei vini italiani dell’estate di James Suckling. Ma la Toscana è subito dietro, inseguita dalle Dolomiti. Ecco la top10 del critico americano

Sul podio ci sono Umbria, Friuli e Alto Adige, ma subito dietro se la giocano la Toscana e le Dolomiti. Per la sua classifica dei vini italiani per l’estate, il critico americano James Suckling premia Marchesi Antinori Umbria Cervaro della Sala 2017, seguito da Schiopetto Friulano Collio Mario Schiopetto M 2018 e – sul terzo gradino del podio – Elena Walch Alto Adige Beyond The Clouds 2017. A seguire Bibi Graetz Toscana Bianco Testamatta 2018, il quinto Foradori Manzoni Bianco Vigneti delle Dolomiti Fontanasanta 2018 e così via. Completano la classifica Petrolo Trebbiano Toscana Bòggina B 2018, Foradori Nosiola Vigneti delle Dolomiti Fontanasanta 2017, Nals Margreid Pinot Bianco Alto Adige Sirmian 2018, Schiopetto Pinot Grigio Collio 2018 ed Elena Walch Chardonnay Alto Adige Vigna Castel Ringberg Riserva 2017.

Nella classifica di James Suckling ‘Top 100 Italian White Wines for the Summer’ la vetta va al Cervaro della Sala – Umbria IGT. Il prestigioso bianco è realizzato al Castello della Sala, la storica tenuta umbra di Marchesi Antinori, ha un nome storico che ricorda la famiglia nobile dei Monaldeschi della Cervara era proprietaria del Castello della Sala nel corso del XIV secolo. Prodotto con uve Chardonnay in blend con una piccola parte di Grechetto è e legante e complesso grazie anche all’affinamento in barrique, procedimento utilizzato fin dalla prima annata nel 1985.

Quarta piazza per il Il Testamatta Toscana Bianco 2018 di Bibi Graetz, da uve Ansonica prodotte all’Isola del Giglio. Un risultato che ha in sé qualcosa di rivoluzionario innanzitutto per l’interesse di uno dei più famosi critici USA, nato e vissuto in mezzo ai rossi, per il vino bianco italiano. D’altra parte, le uve di Ansonica, vitigno di origine mediterranea diffuso soprattutto in Sicilia, coltivato dal XVI secolo sull’isola d’Elba, sull’isola del Giglio e sulla costa toscana, conferiscono al Testamatta una spiccata tannicità che può risultare particolarmente gradita a chi ama il rosso. Ma questo vino ha un’altra importante particolarità. Rappresenta la viticoltura di una piccola isola come quella del Giglio dove i vitigni vengono allevati eroicamente su pendii impervi, composti da rocce e sassi, che sembrano quasi sospesi sul mare. Quel mare che dona al Testamatta freschezza e acidità grazie al salmastro e alle sue brezze.

Bibi Graetz ha il tocco di genio dell’artista: ricerca puntiglioso la conservazione dei profumi dell’uva, dal cisto al mirto, alle erbe di campo, alla frutta e la fonde con la sapidità vibrante dell’Ansonica isolana piena di ricordi di salsedine, di conchiglie e di roccia arroventata dal sole. “Granito”, così commenta Suckling con una sola parola asciutta come questo vino. “Energico e stratificato con una sensibilità da vino rosso”. Questa è la vera rivoluzione che convince una critica mai stata generosa con i vini bianchi italiani.

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