giovedì 28 Marzo 2024
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Vademecum di Capodanno: come rendere il vostro San Silvestro socialmente imbarazzante

La tavola, gli invitati, le portate, la musica, i giochi: come rendere il vostro cenone di San Silvestro triste, imbarazzante e socialmente tutt’altro che memorabile. Una mini-guida per farvi desiderare di essere già arrivati al 7 gennaio

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In genere, all’avvicinarsi dell’ultimo giro di lancette dell’anno, giornali e tv si sperticano in suggerimenti per celebrare la sera di San Silvestro con un cenone luculliano, un’occasione importante di convivialità e socialità. E così giù consigli su come arredare la tavola, chi invitare a cena, cosa preparare, cosa fare in attesa della mezzanotte, ecc…. L’ho fatto anch’io, in passato, quando lavoravo come redattore per un quotidiano regionale. Ma adesso posso divertirmi a raccontare l’opposto. Ebbene, tanto per non uniformarsi al coro dei “consigli per il cenone”, ecco cosa fare per rendere il vostro San Silvestro detestabile, imbarazzante e decisamente non memorabile (a meno che non vogliate dare a qualche pseudoamico mal tollerato una scusa per non farsi rivedere più dalle vostre parti).

I preparativi per San Silvestro

A scapito delle certezze del calendario, a volte San Silvestro può arrivare inatteso e improvviso come un attacco di dissenteria il primo giorno di vacanza. Ebbene, se volete che il vostro cenone sia (im)perfetto, iniziate a pensare alla notte di Capodanno appena 24 ore prima, senza dar retta a chi invece ha prenotato con settimane di anticipo primizie e delikatessen in mercati e gastronomie. Correte al supermercato più vicino, senza dimenticare di acquistare i seguenti, indispensabili oggetti:
Bicchieri di carta (trasparenti, in modo da non poter nemmeno incidere sopra i nomi)
Piatti di carta con decorazioni natalizie: non c’è niente di meglio di uno zampone che boccone dopo boccone svela il volto paciocco di Babbo Natale
Tovagliolini di carta, rigorosamente rossi: in questo modo, per una curiosa reazione chimica l’acqua che vi verserete sulla camicia andrà a macchiare in modo indelebile il tessuto rendendolo vagamente rosé.
Spumante spending review, in promozione a 2,99 euro sull’ultimo scaffale a sinistra. Per rendere tutto più credibile anche a voi stessi, potrete declamare a chi vi sta vicino le superbe doti di questo prodotto principe del “meid in Itali”
– Candele cinesi,
per non privarsi del gusto di rischiare un’intossicazione
– Zampone Dop, dove Dop sta per “Doping over possible”. In altre parole, invece di una zampa di maiale sembrerà un polpaccio di Muntari

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Gli invitati al cenone di San Silvestro

Per fare del vostro cenone un momento di spensieratezza, gusto, divertimento, affiatamento e relax, dovrete stare ben attenti a chi mettete a tavola. Ecco dunque i suggerimenti per far sì che la tensione tra i commensali raggiunga vertici toccati in precedenza solo nella curva Sud durante il derby Nocerina-Benevento. E’ cosa buona che siano presenti, talvolta fianco a fianco, i seguenti tipi ideali di weberiana memoria:
L’impegnato in politica, l’unico in grado di buttare il discorso in bagarre anche se in quel momento si discute delle curve della Bellucci o del neo acquisto della Sambenedettese. Vi illuminerà la serata con la ricetta salva-Italia e un florilegio di luoghi comuni su argomenti che spaziano da mister B. all’eutanasia, passando da un estremo all’altro dell’arco costituzionale e vedendosi incrinare la voce (per i motivi più diversi) alla parola “comunisti”. Per sfruttarne al massimo il potenziale, è fondamentale che a breve distanza vi sia il seguente soggetto.
Lo sparring partner, che soffierà sul fuoco del politicante smontandone ogni teoria e condendo le sue argomentazioni con una sequela di “io che quel tale lo conosco…” o “io so cosa c’è dietro….” fino a un improbabile “una cosa del genere s’è vista nel basso Bangladesh nel 1913 e sappiamo tutti com’è andata a finire”. Sguardi vuoti tra i commensali, mentre l’ultima fetta di carne viene sottratta dal personaggio seguente.
L’affamato, che costringerà la padrona di casa a buttare la pasta alle 19,50 quando ancora all’appello manca quasi la metà degli invitati. Infilerà il naso in ogni pentola, padella o recipiente, assaggiando qualunque cosa stia cuocendo pur di mettere un boccone sotto i denti. Vani risulteranno gli sforzi di allontanarlo dalla cucina, tuttavia proverà attimi di profonda insofferenza quando, con il vassoio già sul piatto, sarà costretto a osservare il minuto di silenzio imposto dal personaggio successivo.
Il religioso, che prima di dare inizio allo smandibolamento chiederà ai fedeli (pardon, ai presenti) di tenersi per mano e rendere grazie per il cibo, concludendo con una Alleluja in falsetto e una prece per Santa Maria Goretti. Per annientarne ogni velleità, basta metterlo accanto al seguente personaggio.
Il pecoreccio, in genere di mezz’età e una valigia piena di rimpianti. Passerà la serata corteggiando qualsiasi donna mostri più di dieci centimetri di pelle scoperta, e susciterà l’ilarità della tavolata con barzellette sconce. In attesa del dessert, mostrerà a tutti quel video delle aiutanti di Babbo Natale con le campanelline sui copricapezzoli che intonano Gingol Bel. Sarà uno dei due che a tavola non staccherà gli occhi dal cellulare. L’altro è il successivo suggetto
L’onniconnesso, che in realtà vorrebbe essere ovunque ma non lì, in qualsiasi altro posto ma non a quella cena. Si riconoscerà dal fatto che terrà lo sguardo costantemente sul proprio pube, dove in realtà ha appoggiato il telefonino. Posterà su Facebook, Tuitter ed eseguirà persino un backup di memoria. Tutto, piuttosto di non dar retta al seguente personaggio
La nonna, con la variante “vecchia zia”, che passerà la serata in due modi: risucchiando in modo rumoroso non solo il brodo, ma persino la carne (frullata perché i denti sono andati via da un bel po’) e i maccheroni; sottoponendo il vicino di tavolo a un ininterrotto fuoco di domande imbarazzanti su episodi di gioventù che lo sfortunato aveva dimenticato (o cercava di rimuovere con salate sedute dallo psicanalista). Una su tutte: “Ti ricordi quando facesti la pipì addosso in classe, alle medie?” “Adesso sì, nonna, grazie”. E così lo sventurato si è giocato le attenzioni dell’ultimo personaggio.
L’amica single disperata, quella che arriva superfiga, vestita di leopardo (dove ogni macchia corrisponde a un anno di vita). Si struscia a tutti, provocando rabbia e invidia delle altre commensali. Alternerà momenti di ilarità e bevute degne di un alpino con improvvisi crolli di umore e depressione. Se ne gode appieno con una macchina fotografica a portata di mano.

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L’apparecchiatura del cenone di San Silvestro

Per poter mostrare a dovere l’opulenza del padrone di casa, la tavola non può prescindere da una cornucopia centrale. Oltre alla polvere di intere generazioni che l’avevano prudentemente e saggiamente tenuta nel cassetto in fondo, dalla cornucopia dovrà uscire frutta secca e chincaglieria varia purché gaiamente tintinnante. Bando all’argenteria, le posate dovranno avere l’impugnatura in plastica e il coltello dovrà esibire sul lato della lama il disegno di un coccodrillo o altro animale opportunamente dentuto. Serve un numero imprecisato di posate, incluse quelle per il pinzimonio, la bagna cauda, la bouilabasse e le escargot, nonostante a tavola non ci sia nulla di tutto ciò. La tavola rossa sarà presa dal corredo buono di mammà, la quale obbligherà ogni commensale a pesanti pene corporali per ogni goccia di liquido che vi si verserà, nella misura di uno scapaccione ogni chiazza. Unica variante ammessa, l’eventualità che la chiazza ricordi vagamente il profilo di Padre Pio. In quel caso, basterà chiamare a difesa il religioso (vedi sopra) per vedersi concedere l’indulgenza plenaria. Giova anche la presenza di candele e candelabri, con l’accortezza di non spegnerle tutte con un rutto dopo il primo sorso di bollicine.

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La musica del cenone di San Silvestro

Natale è già passato, durante la cena bando dunque a litanie come Adeste Fidelis (di cui generalmente si conoscono solo queste due parole, il resto sembrerà di sentire la Nazionale ai Mondiali durante l’inno) o White Christmas, oggi non più politically correct (e non volete essere tacciati di razzismo, vero?). Quale migliore occasione per tirare fuori dall’armadio dei ricordi il meglio di Mal, il crooner Cristiano Malgioglio e il simpatico Gigione? Se poi volete che lo spirito natalizio vi resti dentro come un calcolo renale, potete scegliere tra l’ineffabile hit di Adelmo e i suoi Sorapis (esiste davvero, non sto bluffando) e la raccolta dei canti di Natale di Christian (che sembra Ken di Barbie ma meno verosimile). Va da sé che al momento della mezzanotte i ritmi brasiliani domineranno incontrastati: Canale 5 mostrerà culi e tette brasiliani al ritmo di “AEIOUYpsilon” e “Meu amigo Charlie”, mentre variopinte prezzemoline si contenderanno un’inquadratura promettendo l’impromettibile al cameraman di turno. Non vi sentite già le membra risvegliarsi dal torpore? Personalmente, il distacco della retina è assicurato.

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Le pietanze del Cenone di San Silvestro

Ognuno ha i suoi must, ma ecco ciò che secondo me definisce in pieno lo spirito di un Capodanno triste.
Antipasti di crostini di fegatini industriali, che il fegato vero non l’hanno mai visto. In compenso, rovineranno il vostro
Farfalle al salmone, rucola e panna, in omaggio agli anni Ottanta. La vodka è a parte, costa e non sono tempi di vacche grasse (che nel piatto non avrebbero fatto cattiva figura). Il riflusso gastroesofageo è assicurato, e la rucola macchierà il vostro sorriso in ogni foto.
Trancio di bestia. In altre parole, trattasi di un cubo di otto centimetri di lato, appartenuto a un animale ormai indecifrabile. Va condito con ogni tipo di salsa per dargli una parvenza di sapore.
Ammucchiata di focaccioni, in omaggio a un’antica tradizione di famiglia. E’ uno stratificato ammasso di pancake ricoperto di cioccolato: la forma sarà vagamente somigliante a una collina della Bretagna, il colore simile a un formicaio dopo i monsoni, il sapore vi farà stupire. Ho detto stupire? Ops, volevo dire sparire. Ho detto sparire? Ops, volevo dire sputare.
Ammazzacaffè come quella confezione di Amaro del Carabiniere portata da un parente di zio Ivano, oppure come l’Amaro del Contrabbandiere che fino agli anni Sessanta ha causato cecità improvvisa. Come non vanno mai invertiti i flussi dei Ghostbusters, così queste due sostanze non devono mai essere ingerite insieme.
Panettone e pandoro, di cui la padrona di casa vi servirà la versione con le vongole per far qualcosa di originale

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Giochi, ricchi premi e cotillon

Va sa sans dire… la tombola la fa da padrona. Godete della gioia dell’incipente digestione mentre il tombolaro declamerà numeri con l’enfasi di chi alla radio annuncia le temperature minime della notte. Varianti accettabili: tombolaro balbuziente e/o dislessico. La tombola durerà tre ore e finirà con un ricorso al Tar contro la cinquina di Filippuccio. Ignorate ogni proteste della nonna, che dopo ogni numero estratto salmodierà la seguente litania: “E’ già uscito…?” da condire con un qualsiasi numero decimale compreso tra 0 e 90 tranne quello effettivamente uscito.
Il Mercante in Fiera, che può essere agevolmente falsato da una semplice regola, immutata negli anni. Il Lattante vince, Funghi e Carote è una fregatura. Se siete abili con le carte, potreste individuare il pollo e – complici le libagioni – scucirgli a Sette e mezzo la somma che metteva da parte per la pensione.

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Alla fine, arrivati all’una e mezza, fingerete sonno e indosserete il cappotto, augurandovi che questo 2015 passi presto.

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