venerdì 26 Aprile 2024
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Metà chef, metà golfista: Remo “il supremo” Maestrini

Da un lato è ideatore di una cucina creativa nel cuore della Maremma, a Scarlino. Dall’altro è un golfista passato da 36 a 11 hcp in pochissimo tempo. Ecco come due passioni così diverse trovano spazio in uno dei personaggi più singolari della cucina toscana, chef Remo Maestrini

Non hanno moltissimi punti in comune, il mondo del golf e quello della cucina, non è una novità. Il gioco toglie spazio ai fornelli, e viceversa. Tranne in qualche caso, quando le due passioni riescono a coabitare con risultati egregi. È il caso di Remo “il supremo” Maestrini, golfista in grado di passare da un handicap di 36 a 11 in poco tempo e a trasformare la sua “Vecchia locanda” nel cuore di Scarlino, in Maremma, in un laboratorio d’alta cucina che decisamente non ti aspetti in un posto del genere. La strada che dall’Aurelia porta al paesino è infatti un susseguirsi di tornanti e curve a gomito in salita, e ti ritrovi presto “in quota” mentre magari davi per scontato di restare sul livello del mare. Alla “Vecchia locanda” noti il camino acceso a metà aprile, le pareti con gli archi in mattoni rossi, il tetto in legno, il cinghiale alla parte: pensi di essere arrivato nella “classica” trattoria di paese e prepari il palato a piattate (dignitosissime, per carità) di pappardelle o arrosti, ma scopri presto un fine atelier di cucina creativa che non ha nulla da invidiare ai bistrot delle miglior località turistiche né ai blasonati ristoranti di ben altri centri urbani. Merito di Remo “Il Supremo” Maestrini, autodidatta con la passione per il cibo e il golf. Se per quest’ultimo aspetto ha dovuto essere seguito – com’è normale – da un insegnante, che ne ha valorizzato lo swing e le doti, per la cucina non c’è stato nessun maestro, nessuna scuola specifica. Eppure le sue portate – come abbiamo visto qui – sembrano frutto di un background molto più complesso. Dietro c’è invece solo l’intuizione e la costante evoluzione di un piatto fino alla versione che più si avvicina alla perfezione.

chef remo maestrini

Come golfista, Remo nasce per caso: preso in mano un pitch, si è accorto di avere nel bracco un discreto potenziale. Ha affinato lo swing allenandosi al Parco di Firenze da Stefano Bagnoli, poi ha fatto esperienza al Pelagone (“prima di andare a fare la spesa per il ristorante”, confessa) e adesso gira un po’ tutti i campi da golf della Toscana, da Punta Ala all’Argentario, da Castelfalfi al Poggio dei Medici. Come chef, invece, è autore di una cucina mai banale, caratterizzata da materie prime “alte” ben lavorate, da una scelta di lavorazioni innovative (basti pensare all’uso della caffettiera per realizzare un brodo di pesce) e da impiattamenti creativi. “Sperimento un piatto per mesi – spiega chef Remo Maestrini – prima di metterlo nel menù nella versione che più mi convince, perché nascendo come autodidatta ho solo la fortuna di avere un gran naso e un buon palato. In cantiere c’è un piccione disossato con foie-gras, ad esempio, mentre ormai il sorbetto al basilico è una costante che la clientela apprezza. Mi piace usare prodotti della zona, della Maremma, rielaborandoli in modo da creare giochi di colori e consistenze. Senza esagerare, ovviamente: il gusto e il piacere di stare a tavola non devono mai essere persi di vista”. Dopo un paio di apparizioni in tv (UnoMattina e Gambero Rosso) e qualche veloce esperienza all’estero, Remo ha fatto della sua “Vecchia locanda” il cuore pulsante delle sperimentazioni culinarie. Ed è qui che ancora oggi, con la compagna Irene, riempie di meraviglia chi per la prima volta arriva nel ristorante.

medaglioni

In definitiva: c’è da fare un po’ di strada, per arrivare alla “Vecchia locanda” di Scarlino. Ma mi cascasse un braccio se non ne vale la pena, tanto più che i prezzi sono in rapporto perfetto con la qualità. Segnatevi da qualche parte il nome, perché di Remo “il supremo” Maestrini sentiremo ancora parlare. Sia sui campi da golf che in cucina.

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