Dal kit per prepararsi il Chianti in garage alla finocchiona Columbus: in scena a Firenze una mostra di orrori gastronomici internazionali. Alla Casa delle Eccellenze in piazza San Firenze, proprio accanto alle prelibatezze originali, si celebra il primo “processo pubblico” al finto made in Italy
Per accontentare i più puntigliosi, l’aula di tribunale c’è davvero. Anche se pochi metri più in là. È proprio accanto all’ex tribunale di Firenze, dove oggi sorge la Casa delle Eccellenze, che la Toscana celebra il primo “processo pubblico” al tuscan sounding. Di che si tratta? È presto detto: il falso Made in Tuscany, quei prodotti che – pur provenendo da oltre confine e dunque niente affatto caratteristici della Toscana – si fregiano di nomi e loghi che ricordano quelli originali, con l’ovvio scopo di trarre in inganno il consumatore ingenerando una concorrenza sleale. Ne sono stati raccolti 32, selezionati tra i peggiori prodotti spacciati per italiani o toscani ma confezionati chissà dove. C’è il Chianti prodotto in California, il tristemente celebre kit per farsi in garage la nostra più importante Docg, ma non mancano la finocchiona americana «Columbus», il salame declinato con tante ingannevoli etichette come il «Firenza Salami» prodotto in Germania, oppure il latte statunitense chiamato «Tuscan».
E così proprio in Toscana qualcuno ha deciso di mettere in gabbia questi “orrori gastronomici” dando il via a un vero e proprio processo contro il finto Made in Italy, che si è tenuto mercoledì 21 ottobre alle 11. Il verdetto, emesso dal “giudice” – in realtà presentatrice e volto noto di Italia7, Anna Maria Tossani – è stato tutt’altro che leggero: ergastolo. Alla Casa delle Eccellenze l’Osservatorio anti-contraffazione della Camera di Commercio di Firenze, in collaborazione con Coldiretti, esibisce gli orrori scoperti e sequestrati in tutto il mondo. Fino al 31 ottobre è possibile ammirare la più grande galleria di tarocchi mai allestita in Toscana intitolata «I nuovi mostri a tavola»: merce spesso deleteria per la salute, che danneggia l’agroalimentare e l’immagine della Made in Italy a livello internazionale, contribuendo a far chiudere imprese e a distruggere posti di lavoro.
I prodotti sequestrati e «rinchiusi» nella gabbia dell’ex tribunale subiranno anche un processo: a trascinare i tarocchi sul banco degli imputati saranno veri produttori di Coldiretti e militari dei Nas (il Nucleo Antisofisticazioni e Sanità dell’Arma dei Carabinieri), con una giuria popolare – il pubblico presente in sala – che alla fine esprimerà il verdetto. Nella foto in alto, tre “inquisitori” contro il finto Made in Italy: Roberto Nocentini (presidente Coldiretti Firenze), Claudio Bianchi (vicepresidente Camera di Commercio di Firenze) e Agostino Spoto (tenente colonnello dell’Arma dei carabinieri e membro dell’Osservatorio Anti-Contraffazione della Camera di Commercio di Firenze).