Una delle locande più antiche di Trento, a pochi passi dal cuore della città, l’Orso Grigio offre una cucina semplice ma strettamente legata ai sapori del territorio trentino.
Semplicità nei sapori senza andare a scapito della complessità delle preparazioni, e legame con la storia e col territorio di appartenenza: sono i due punti fermi dell’Orso Grigio, una delle più antiche trattorie di Trento. Se da vent’anni il ristorante è gestito da Fabio Decarli e dalla sua famiglia, che hanno mantenuto un’atmosfera elegante (tavoli ben disposti e spaziosi, piatti accompagnati da un ventaglio di verdure, spesso già condite e rielaborate) la storia del locale risale all’Ottocento, quando l’Orso Grigio era un teatro di varietà: da principio era un teatro all’aperto, che verso la metà del secolo venne coperto con una tettoia dove venivano messi in scena spettacoli di prosa e di varietà come quelli d’opera e operetta. Verso la fine del secolo l’attività del teatro andò via via diminuendo, finché all’inizio del Novecento gli spettacoli furono sospesi. Poi l’Orso Grigio cambiò pelle diverse volte: prima ospitò – negli anni successivi all’annessione – l’elefante Joly definito “il più grande del mondo”, poi fu luogo di comizi dei primi sindacati di categoria.
Dopo l’antipasto con 10 diverse ciotole di verdure (carote, cipolle, insalata, zucchine, insalata russa, finocchi lessi, insalata di finocchi, barbabietola, cavolo cappuccio e così via) abbiamo assaggiato un filetto di cervo, con patate e salsa di mirtillo. A seguire formaggio grigliato con cipolla caramellata.
Infine, filetto di pesce di lago:
Ma la vera sorpresa è alla fine, con il dolce: si tratta di un semifreddo di gelato con pezzetti di castagna, accompagnato da una gelée di castagna, perfettamente riuscita. A seguire, la torta Fregolotti – una parente non troppo lontana della Sbrisolona – opportunamente affogata nelle grappe. Trentine, ovvio.