Chef di fama chiamati a preparare cene conviviali nei più suggestivi cenacoli fiorentini, richiamandosi alla “simplicitas” monastica. Abbiamo provato l’iniziativa di punta organizzata in seno ad Expo2015 in città, ed ecco com’è andata
C’era da restare a bocca aperta, davanti allo splendore – sobrio ma magnificente al tempo stesso – con cui il chiostro di Santo Spirito accoglieva gli ospiti per la seconda tappa di luglio “Orti e Cenacoli“. Così come era impossibile non apprezzare l’intuizione alla base dell’iniziativa con cui Firenze si è inserita nel solco concettuale di Expo2015: una serie di cene in cui alcuni dei più talentuosi chef toscani cucinano i prodotti locali, usando le materie prime coltivate ad hoc all’interno del Podere Cascine dell’Istituto Agrario di Firenze dagli studenti della scuola (che da anni si prendendo cura dei 13 ettari di coltivazioni a km zero). Non solo: a ognuno dei cinque chef toscani coinvolti nell’iniziativa – Marco Stabile, Filippo Saporito, Maria Probst, Luca Landi ed Entiana Osmenazeza – è stato chiesto di presentare un menù mutuato dagli antichi ricettari degli ordini maggiori ispirandosi al principio di “simplicitas” monastica, in linea con il luogo, seguendo temi quali l’importanza delle produzioni agricole del nostro territorio, la tradizione enogastronomica e la sacralità del cibo nell’iconografia cristiana.
Bene, queste erano le premesse della rassegna, promossa dalla Camera di Commercio di Firenze con il patrocinio di Expo 2015. All’interno del calendario, che prevede convivi in chiostri e cenacoli come Santo Spirito, San Marco e Ognissanti, abbiamo scelto il primo. Stando alle “regole” del gioco, il filo conduttore avrebbe dovuto essere la simplicitas, perno della vita monastica. Tanti i punti forti della cena allestita da Filippo Saporito con i vini dei Marchesi Frescobaldi (vicini di casa, peraltro): la bellezza del luogo e l’eccellente mise en place, la velocità del servizio e la scelta delle pietanze da parte dello chef. Alcune perplessità mi sono rimaste invece – ma è stata una circostanza del tutto casuale, me ne rendo conto – nel modo in cui alcuni commensali hanno accostato l’idea di semplicitas monastica alle discussioni conviviali, che in alcuni casi arrivavano al racconto dettagliato di torbide passioni clandestine consumate qualche estate fa. Il caldo torrido non ha certo favorito l’esaltazione dei piatti, tuttavia Saporito è riuscito a rendere bene ciò che era stato richiesto.
Eccellente l’antipasto, con almeno cinque tipi diversi di pomodoro serviti con cotture e consistenze differenti: piatto povero, se vogliamo, ma studiato e perfettamente in linea con lo spirito dell’iniziativa. Interessante anche il primo piatto, i tortelli ripieni di melanzane aromatizzati su un fondo di crema di drangoncello: in principio amaro, il piatto ha sorprendentemente svelato la propria dolcezza. Qualche perplessità l’ha sollevata il secondo, molto gradevole alla vista ma meno al palato: molto probabilmente a causa del caldo, il coniglio alle mandorle è risultato forse un po’ secco. Idem per le polpette di ceci. Decisamente meglio il dessert, riuscito ad arrivare fresco in tavola nonostante l’alta temperatura.
L’appuntamento ora va a settembre. Ecco il calendario completo delle cene, prenotabili su eventi.boxofficetoscana.it/ortiecenacoli
- Giovedì 11 giugno – Chiostro e Cenacolo di S.Spirito (Marco Stabile)
- Giovedì 2 luglio – Chiostro e Cenacolo di San Marco (Maria Probst)
- Giovedì 16 luglio – Chiostro e Cenacolo di Santo Spirito (Filippo Saporito)
- Giovedì 10 settembre – Chiostro e Cenacolo di San Marco (Entiana Osmenezeza)
- Giovedì 24 settembre – Chiostro e Cenacolo di Ognissanti (Luca Landi)