Abbiamo provato la osteria dell’Ortolano (Firenze), una delle realtà gastronomiche più interessanti: menù accattivante, materie prime ricercate, carta dei vini degna di un collezionista, atmosfera familiare e prezzi contenuti.
Il nome non suona affatto sconosciuto, a chi è abituato a frequentare il centro storico fiorentino, così come non lo sono i due suoi gestori che hanno rifornito le dispense di un’intera generazione. Ma dopo mezzo secolo passato a portare avanti l’attività di gastronomia, da un po’ di tempo i titolari de L’Ortolano (via Alfani, Firenze) si sono cimentati con la sfida più impegnativa: l’osteria, un piccolo ristorante – appena 24 coperti – dove trasferire tutto il know how accumulato in tanti anni d’esperienza. E così Massimo Zetti e Marta Mezzetti hanno realizzato la Osteria dell’Ortolano, aperto di sera e guidato dalla passione (in dosi massicce) per la buona cucina.
Ciò che colpisce, entrando nel locale, è che prima di accedere all’osteria vera e propria bisogna necessariamente attraversare la gastronomia. Se in via Martelli non ci fosse già Eataly, quel corridoio lungo dieci passi – ognuno scandito da scaffali pieni di chicche della gastronomia italiana – sarebbe ciò che gli si avvicina di più, per qualità e quantità di proposte. Apriamo il menù, diviso nelle tradizionali quattro sezioni a prezzo fisso: antipasti (8 euro), primi (9 euro), secondi (14 euro), dessert (7 euro). Per ogni categoria la scelta è tra quattro o cinque proposte, e per ognuna ci sono almeno due opzioni davvero interessanti.
Personalmente, sugli antipasti dell’osteria dell’Ortolano il ballottaggio è stato tra la parmigiana di melanzane con pomodorini confit – equilibrata ed elegante, così come l’olio e la goccia di balsamico – e i crostini “fai da te” dove i fegatini di pollo sono stemperati col vinsanto e arricchiti con verdure tritate.
Per quanto riguarda il primo, la scelta ha riguardato le mezze penne al “carbonaro nero” dell’Alaska (un pesce che vive tra i 200 e i 700 metri di profondità, non così facile da trovare sulle tavole fiorentine ma dal sapore e dalla consistenza decisamente interessanti) e gli spaghetti con le tre variazioni sul tema del ragù: si tratta di un piatto diviso tra tre condimenti (il ragù finto con pomodoro, odori e funghi; il ragù di manzo aromatizzato alla birra; il ragù di maiale bagnato al vino rosso).
E arriviamo così ai secondi piatti dell’osteria dell’Ortolano, dove a giocarsela sono state una tagliata di scamerita, grassa al punto giusto da essere succulenta senza avvicinarsi troppo a un brasato, e – ancora una volta – una variazione sul tema del baccalà. Il pesce viene servito fritto con delle foglie (fritte anch’esse) di borragine, cotto al vapore con zucchine e menta, e infine mantecato. Ognuna delle tre versioni è perfettamente soddisfacente: la frittura non untuosa né pesante; il baccalà al vapore conserva gli aromi della menta senza perdere né alterare il sapore del pesce; la mantecatura è semplicemente goduriosa, mai stucchevole. In quanto ai dolci, da sottolineare il trittico di cioccolato Martarè: tortino di cioccolato fondente, mousse “da spalmare” e shottino di cioccolato caldissimo.
Una sorpresa interessante riguarda la carta dei vini: completa, ben di più di quanto ci si potesse aspettare da un ristorante che ancora non ha una “storia” decennale alle spalle, e versatile. Ma soprattutto appassionata, nel senso che è facile leggervi dietro la mano di qualcuno che il vino lo conosce bene. Forse i prezzi medi sono un po’ alti (quasi tre quarti delle etichette presenti viaggiano sopra i 50 euro, tra i rossi toscani) ma non mancano diverse bottiglie di pregio assoluto, degne delle migliori enoteche cittadine. Merito di Massimo e della sua costante attenzione ai “pezzi da novanta” della viticoltura toscana. Naturalmente, in carta sono presenti anche bottiglie più “competitive” per portafogli meno propensi ad abbinamenti importanti.
A pasto finito ci intratteniamo a chiacchierare con i proprietari, che ci confermano come l’alta qualità dei prodotti – palpabile al naso, prima ancora che al palato – sia frutto di una continua ricerca delle materie prime genuine e il più possibile naturali. Frutta e verdure arrivano dal Podere Torricella, l’azienda di famiglia nei dintorni di Firenze, e dove non si riescono a produrre tutte le materie prime necessarie è direttamente Massimo che va a scovare i produttori che rispettano i cicli di vita naturali dell’ambiente e degli animali, andando a visitare di persona le aziende (padovana per le galline e così via).
A conti fatti, ecco le due impressioni che restano sull’osteria dell’Ortolano: l’eccellente rapporto qualità/prezzo, visto che con 40 euro (vino escluso) ci si può concedere un menù che altrove avremmo pagato 60 euro senza battere ciglio; l’ampiezza della lista dei vini, che invita a cedere alla tentazione di stappare qualche sogno enologico proibito; la sempre piacevole constatazione che un sorriso e la cordialità dell’atmosfera familiare possono agevolmente sopperire a un inglese non esattamente mother tongue.
Osteria de l’Ortolano
Via degli Alfani 91r, Firenze
info@osteriafirenze.com
Tel: 055 2396466
ORARI:
Lunedì e martedì: 10-15
Mercoledì/venerdì: 10-15 e 17-22
Sabato: 11-15 e 18-22
Domenica: chiuso