Un social network che consente di soggiornare e mangiare gratis in alberghi e ristoranti, purché l’utente dia una valutazione della struttura o del locale: è Freeppie.com, nato in Italia da poche settimane. Scopriamolo.
In un mondo in cui tutti si scoprono recensori, e in cui TripAdvisor orienta le scelte dei consumatori come e più di altri criteri classici, la prospettiva di mangiare o dormire gratis in cambio di una valutazione è di sicuro appeal per chiunque navighi sulla Rete. In effetti, unire la tecnologia e il digital al turismo con un occhio al risparmio è proprio la filosofia con cui è nato Freeppie, il social travel network tutto italiano che – senza trucco, senza inganno – permette agli utenti di viaggiare e mangiare gratis. L’idea è nata dalle menti dei tre fondatori, Luca Perfetto, Urbano Brini e Marco Callarelli, che da anni lavorano nel campo del turismo.
Il concetto che sta alla base di questo sistema è che gli operatori turistici (hotel, ristoranti, servizi) possano utilizzare i loro spazi invenduti per ospitare gratuitamente gli utenti social che condividono e raccontano la propria esperienza attraverso i canali personali, mentre la stanno vivendo. Il principio è di rigenerare così una produzione perduta (il famoso invenduto del settore servizi) convertendola in pubblicità social. Al contempo, però, Freeppie (contrazione delle parole free e hippie) remunera i viaggiatori che condividono la propria esperienza: più condividono più accumulano punti, che serviranno poi per prenotare le offerte gratuite caricate sul portale freeppie.com.
Il racconto dell’esperienza dal vivo attraverso la connessione a Facebook e all’applicazione geolocalizzata unita ad un tempo molto limitato per completarlo, garantisce una recensione istantanea (“Insta-review”) da parte dei tipici viaggiatori social del web 2.0, sempre molto attivi sui canali digitali e desiderosi di condividere con altri le proprie esperienze. Ma ci sono anche tanti altri utenti che, non particolarmente spinti dalla volontà di condividere consigli e suggestioni, sono alla ricerca di risparmio in un periodo di forte crisi.
La novità riguarda dunque due soggetti: i viaggiatori social, che condividendo le loro esperienze ricevono una ricompensa tangibile; gli operatori che riescono a trasformare la loro produzione perduta in pubblicità social. L’idea sembra valida, ma – personalmente – restano alcune domande che solo l’esperienza diretta potrà fugare. Prendiamo l’esempio del ristorante: come tutelarsi dal fatto che, offrendo un servizio gratis, il ristoratore non lesini su quantità e qualità di ciò che porta in tavola? E’ vero che comunque la recensione non è mai anonima, quindi anche una cattiva valutazione ha sempre un nome e un cognome. Inoltre, come si garantisce l’obiettività di una recensione se in fondo stiamo mangiando gratis (una volta si diceva “quando è gratis è sempre buono…”), quindi viene falsato uno degli elementi della valutazione stessa, cioè la replicabilità del contesto? In altre parole, sicuri di non essere – inconsciamente, magari – più propensi a una valutazione alta per il fatto che chi ci sta di fronte ci sfama senza farci spendere un euro?
Come tutte le cose, basta provare di persona per rendersi conto se il potenziale di Freeppie ci sia davvero. Tutte le informazioni sono scaricabili consultando il sito http://www.freeppie.com/