venerdì 29 Marzo 2024
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Provati per voi: Il Rifugio del Ghiottone

ghiottone7Uno scorcio di… montagna sulle rive dell’Arno, anzi proprio sul Lungarno, a un metro dal corso del fiume. Beh, non è una novità:  un po’ c’eravamo abituati, ci avevano perfino costruito una simil-discesa per rivivere, anche in tempi grami di poca neve sulle piste vere, l’ebbrezza della sciata in città. Quest’anno, e fino a febbraio, la “montagna in città” ritorna con qualche sfiziosa novità. Sempre lì, accanto all’ObiHall, dove adesso, e fino a febbraio, campaggia l’insegna “Winter Park”, con tanto di (fino, ovvio) pupazzone di neve. Proprio dove d’estate si consumano i riti della Festa del Mugello, e tenetelo a mente, perché più tardi il richiamo ci tornerà utile. Non c’è la pista da sci, certo, ma al suo posto una discesa-rafting che comunque qualche brivido lo assicura, magari ai più giovani e ai meno avvezzi; c’è poi una bella pista di pattinaggio, con il fondo di ghiaccio vero, insomma con tutti i crismi; c’è un simpatico bar con la caffetteria. Ma soprattutto, c’è la baita. Già, qualcosa che assomiglia tanto a un rifugio di montagna, che so, lungo le piste del Sella Ronda o della Val Badia come della Val di Fassa o di Falcade, o insomma dove volete. Perché entrate dentro e l’atmosfera è proprio quella: il classico cliché del rifugio. Legno, boiseries, atmosfera di bel tepore familiare (sarà colpa delle stufe? vere e proprie stufe…), perfino gli sci (come li chiamerebbero i vecchi appassionati, qualche bel paio di “scheggioni”) rigorosamente d’antan come le ciaspole a far bella mostra di sé alle pareti, perfino, è proprio il massimo le tendine in perfetto Tyroler style.

ghiottone4Meine Damen und Herren, signore e signori, eccoci al Rifugio del Ghiottone.  Un “temporary restaurant”, potremmo dire, l’ultima invenzione di gente che ci sa fare come quelli della Prg che gestiscono l’ObiHall (e molto altro, certo) che hanno trovato un’ottima  e abile sponda nei collaudati gestori della Festa del Mugello. Eccoci, avevate messo il segnalibro su di sopra? Infatti, a gestire il Rifugio son quelli del Mugello: la Valentina, che sta in sala e guida bene la sala anche quando c’è da frullare in mezzo a sessanta-settanta persone, e il suo staff, con le sante manine della Daniela Galeotti a comandare ai fornelli. In una cucina, detto per inciso, che farebbe invidia a tanti ristoranti, anche di quelli “up”, per attrezzatura e per rispetto di tutte le regole. Galeotti, già: chi è pratico, ha già fatto due più due. Cognome dell’alto Mugello, insomma Firenzuola, insomma montagna tosco-emiliana, singolare gemellaggio con l’atmosfera tiroler-trentina dell’ambiente; tanto per capirsi, i Galeotti in questione, tra i tanti con quel nome sulla Bolognese, son quelli dell’albergo-ristorante Jolanda di San Pellegrino a Firenzuola. Bravi, proprio quello dove si mangia tanto benino, se uno ha voglia di farsi una girata fuori porta a caccia di paste fresche e funghi, arrosti e dolci di casa.

ghiottoneChe, per l’appunto,  sono i capisaldi della cucina di Daniela al Rifugio lungo l’Arno. Ma non i soli. Il menu è bellino, scritto sulla carta gialla che fa tanto osteria, ma qua dentro tutto è molto curato, dagli arredi al servizio, che è informale ma simpatico e comunque molto attento; un po’ meno forse la carta dei vini che ha bisogno di crescere un po’: qualche bianco e qualche rosso, anche qui tra Trentino e Toscana, pochi se si presenta il cliente più esigentino… Però ce la promettono in crescita, Valentina è una che certe cose la capisce al volo. Però a dominare sono i piatti. Una carta fatta di piatti abbastanza casalinghi, tutti giocati sulle tradizioni, anche se non mancano le prove d’autore, come lo strudel di radicchio rosso e formaggio, le “ovine” di quaglia con il tartufo, lo sformatino di bietole con crema di formaggio e pistacchi di Bronte (una delizia), il tiramisù un po’ rivisto,  e poi rimandi chiarissimi al ricettario montanaro, tipo i canederli, o Knodel, in brodo di cappone e il filettino di maiale in salsa di ribes e prugne al profumo di ginepro. Brodo di cappone che avvolge come un manto incantato e incantante anche i cappelletti fatti a mano, davvero superbi, li prepara la zia della Daniela praticamente tutte le mattine… Se vi garba il fritto, ecco le patate servite in cartoccio con le polpettine o con il coniglio o magari con tutt’e due; poi tagliatelle al tartufo, baccalà alla livornese, gli immancabili tortelli di patate e, altrettanto immancabile visto il richiamo alla Festa estiva, una bella sfilza di piatti alla griglia, bisteccone alla fiorentina in testa e un clamoroso galletto alla brace.  Infine i dolci, e v’assicuro che lo spazio ve lo dovrete lasciare, buttate un po’ l’occhio alla fotarella, malfatta da smartphone ma sufficiente per capirsi.

Insomma, fino alla fine di febbraio c’è tempo, e peccato che di giorni ne abbia 28 soli. La sera, anche a pranzo il dì di festa, chiuso il lunedì ma non ora sotto le Feste. Organizzano anche cene di gruppo, banchetti aziendali, feste di compleanno, perfino cene di pesce (personalmente di questo avrei fatto a meno, ma business are business, e quando la mano è buona…). Si prenota al 347 3992393, anche a valesimpson75@hotmail.com e www.festadelmugello.com. Per un pranzo di tre portate (abbondanti) esclusi vino e magari bistecca si spendono sui 25-30 euro.

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