Nell’hortus conclusus di piazza Santa Maria Maggiore c’è Quinoa, il ristorante gluten free a Firenze, che offre un menù rigorosamente senza glutine dall’anima gourmet dove le opzioni “veg” prevalgono ma non soffocano le proposte di carne o pesce
Diciamo la verità, esistono ambiti gastronomici in cui è fondamentale liberarsi dai pregiudizi per conoscere e apprezzare ciò che si ha nel piatto. Il mondo gluten free, così come quello “veg” – e più in generale le opzioni di stampo salutista – è uno di questi: una cucina genuina e salutare, certo, ma non sempre appagante e meritevole di fregiarsi della fascia “alta” di ristorazione.
Ebbene, questo è un luogo comune che a Firenze si sfata con una certa facilità. Basta costeggiare la chiesa di Santa Maria Maggiore ed entrare in quella che una volta era il chiostro della chiesa, poi diventata Casa della Cultura e oggi sede di Quinoa, il ristorante di Simone Bernacchioni. Il titolare, già noto alle gastro-cronache locali per strutture come Ic che thai, ha allestito un ristorante gluten free a Firenze che non paga dazio a questa peculiarità ma riesce a valorizzarla trasformandola in un valore aggiunto di assoluto spessore. Magari ancora lontana da una cucina che punta all’olimpo degli chef, ma forse nemmeno interessata a entrare in questi circuiti.
Ecco dunque spuntare al Quinoa un menù gluten free che, nonostante veda le opzioni “veg” particolarmente prevalenti, non disdegna di allargarsi a proposte di carne e pesce dallo stile gourmet. Ne sono un esempio piatti come la frittura mista o le barchette di verza ripiene di manzo. In ogni caso, però, il core – inteso sia in inglese che alla romana, non fa differenza – del ristorante sono quelle pietanze che Simone, da vegetariano, sente più vicine alla propria ispirazione. Ecco dunque per la stagione invernale una carta che passa dall’hummus alle frittelle di zucca, dalle lenticchie alla quinoa, ecc…
Il viaggio nel menù di Quinoa, il ristorante gluten free a Firenze, inizia con un mojito al melone d’inverno (nella versione alcolica e analcolica), seguito da una serie di “tributi” alle cucine del mondo: quella italiana (panettone con fegatini alla fiorentina, nella foto in alto), giapponese (sushi vegetariano), turca (vegan kebab) e Usa (burger di lenticchie e quinoa).
C’è un piatto, poi, che abbiamo trovato particolarmente ispirato: le polpette di verdure a scarto zero, ossia ricavate dagli scarti dell’estrattore e servite insieme alle stesse verdure in insalata – radicchio di Chioggia, curcuma, pera, carota, zenzero e bacche di goji – e al succo da esse estratto (forse quest’ultimo è un po’ da addolcire o smorzare, ma va premiato il concetto). A conclusione, tris di mousse: al cioccolato fondente con pan di spagna al rum; ricotta e pistacchi con geleé alla pera; cacao e nocciola con glassa alla gianduia.
Per chi vuol provare Quinoa approfittando di uno dei prossimi appuntamenti, ecco quelli in calendario:
- Dal 3 novembre, ogni giovedì,“Indovina chi viene al cinema” con aperitivo e proiezione del film al primo piano
- 13 novembre “C’era una volta il pranzo della nonna (parte seconda)”, una sfida, naturalmente gluten free, tra Toscana e Emilia Romagna con due menù preparati dallo chef toscano Simone Bernacchioni, che rappresenterà la Toscana, e dallo chef Marcello Ferrarini per l’Emilia
- 24 novembre Thanksgiving dinner: un menù nel segno della migliore tradizione americana, con la zuppa di zucca e naturalmente il tacchino ripieno con la salsa di mirtilli, purea di patate e verdure e per finire la torta di zucca con gelato (Acqua e calice di vino incluso per un costo di 25 euro a testa)
- 1 dicembre serata speciale per i 50 anni dall’alluvione, con una mostra e un concerto