venerdì 19 Aprile 2024
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Saporito (JRE): “Vi spiego cosa c’è dietro l’esodo degli chef dall’associazione”

Una dozzina di chef aderenti ai JRE Italia lascia l’associazione, con le motivazioni più diverse. Un esodo inusuale, che il presidente Filippo Saporito spiega così: “È la fronda che ha perso le elezioni”

La “bomba” è esplosa nel giorno della Befana, quando Vincenzo Pagano (Scatti di Gusto) pubblica la notizia dell’esodo di una dozzina di chef dal gruppo italiano dei JRE, i Jeunes Restaurateurs (JRE) sezione Italia, citando i post su Facebook in cui i cuochi dimissionari danno l’addio all’associazione. Tra questi Iside de Cesare, chef dello stellato La Parolina di Trevinano nel Lazio, oppure il presidente uscente Andrea Sarri, alla guida per due mandati. E ancora: Lele Usai (“Il Tino” di Fiumicino) e Marco Parizzi (“Parizzi” di Parma), più un almeno un altro paio – Danilo Bei del ristorante “Emilio” nelle Marche e Valerio Centofanti del “Angolo d’Abruzzo” a Carsoli – inclusi coloro che in passato hanno fatto parte del direttivo dell’associazione.

chef

Se – come scrive Scatti di Gusto – il fondatore di JRE Italia Walter Bianconi spiega che “sono ormai undici stellati, molto probabilmente le cose per questi non vanno bene, per divergenze di opinioni”, dell’argomento si parlerà martedì prossimo a Milano in occasione della prima seduta del board dell’anno 2020. Intanto, abbiamo chiesto il motivo di questo esodo al presidente JRE Filippo Saporito. “Non è un caso che le dimissioni siano avvenute proprio adesso, all’unisono. È un’uscita plateale – spiega lo chef della Leggenda dei Frati – per palesare un dissidio che risale già alla fine della presidenza di Luca Marchini. Alcuni chef si sono voluti togliere sassolini dalle scarpe, dopo la mia nomina a presidente. Ad uscire è la fronda che ha perso le elezioni, visto che rappresentavo la continuità con la vecchia presidenza. Sapevo bene dei malumori degli sconfitti, e proprio per questo avevo chiesto all’altro candidato Pergiorgio Siviero (dimissionario anch’egli, ndF) di entrare nel board”.

Già, ma come rispondere alle critiche che hanno portato alle dimissioni degli chef, circa una dozzina sugli 88 aderenti? “Abbiamo perso l’identità, dicono – replica Saporito – ma in fondo si tratta di quella stessa identità che è stata creata da due che ora sono andati via… Ci rinfacciano che gli chef non parlino di cucina ma pensino al prestigio della targa? La nostra è un’associazione grande, per sovvenzionare la struttura c’è bisogno sia di partner che di eventi. Alcuni sono fatti per beneficienza, altri servono a sovvenzionare le nostre iniziative. E questo non piaceva a qualcuno”.

chef saporito

E ora che succederà? “Da quando JRE è stata fondata – aggiunge il presidente Saporito – c’è un turnover naturale, fisiologico. Noi tiriamo avanti per la nostra strada seguendo i nostri obiettivi, portando avanti i nostri progetti sociali e culturali. Certo, c’è molto amaro in bocca perché chi ha perso le elezioni ha deciso di sbattere la porta e andare via un po’ come succede tra i ragazzini, quando qualcuno prendeva il pallone e diceva ‘non gioco più’. In questo mese di presidenza ho tenuto la schiena dritta, senza aver paura di mostrare la porta a chi voleva andarsene. Mi spiace perché all’interno dei JRE qualche amicizia si è incrinata, ma il ruolo del presidente è quello di continuare a guardare al futuro e al bene dell’associazione stessa”.

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