martedì 23 Aprile 2024
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Sbirciando nei meandri dell’informazione enoica: il caso Magis

Se si parla di sostenibilità in campo vitivinicolo, il marchio Magis ha appena ottenuto un vero e proprio boom di popolarità per il suo progetto di produzione del vino in Italia, sancito da alcuni post su importanti blog di settore.

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Ogni tanto ci capita di dare uno sguardo a quelle che avvale intorno a noi. Come giornalisti dovremmo anche avere il compito di leggere la società ed i suoi accadimenti.  In questi lumi giorni ci hanno incuriosito due post, sopratutto usciti su Intravino e Slow food, che hanno com tema la sostenibilità ed il progetto del gruppo Magis. Al di là delle interpretazioni legittime che i colleghi hanno fornito e dei commenti che si trovano sui social, altrettanto legittimi, quello che ci ha incuriosito è stata l’improvviso notorietà del marchio.
Il progetto  era stato presentato qualche anno fa (potete leggere tutto qui http://magisvino.imagelinenetwork.com/default.cfm ) ha come scopo il seguente: «Magis è il primo e più avanzato protocollo per la sostenibilità della produzione del vino in Italia – si legge sulla homepage del sito – certificato da un ente terzo indipendente. Magis è una parola latina che vuol dire “di più”, cioè “sempre meglio”. Ogni azienda che sceglie di seguire il protocollo e certificare i propri vini può disporre infatti delle migliori conoscenze disponibili, aggiornate anno dopo anno. Magis non fa distinzione tra agricoltura integrata o biologica, ma guida il viticoltore a fare solo quello che serve, solo dove e quando serve. Registrando e controllando tutto fino alla certificazione in etichetta. Perché la sostenibilità dev’essere un fatto dimostrabile, e non solo una parola». 

magis vino
Non sembrava che ultimamente, forse per nostra colpa, il marchio fosse presente nello scenario dell’informazione di settore, mentre ultimamente ha acquisito una certa forza anche grazie alla presenza forte su guide blasonate. Proprio in merito a questo sono usciti anche commenti e si è parlato negli ultimi giorni. Ci viene il dubbio: c’è una strategia comunicativa dietro al tutto? Secondo noi sì… Complimenti, ma indagheremo…

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