La cantina di Torre Fornello, nel piacentino, ha trovato una chiave di lettura per legare il mondo del vino a quello della gioielleria: nel 2011 è nata così la rassegna Gioielli in fermento, per artigiani con la passione per la vigna
Di arte e vino si parla da tanto, e gli habitué di queste pagine sanno bene che il connubio può talvolta realizzarsi con esiti molto positivi. Ne dà una conferma la rassegna Gioielli in Fermento, organizzata dalla cantina di Torre Fornello a Ziano Piacentino dal produttore Enrico Sgorbati e curata da Eliana Negroni. In estrema sintesi, si tratta di un concorso dedicato agli artigiani orafi ispirati dal mondo dell’uva e della vigna, affinché disegnino e realizzino oggetti preziosi legati ai grappoli, agli acini e tutto ciò che ruota intorno al mondo dell’enologia.
La collezione, i cui pezzi migliori oggi si trovano esposti in teche realizzate su barrique all’ingresso dell’aziende vitivinicola di Torre Fornello (ribattezzata la Vigna delle Arti), nasce qualche anno fa per caso: dapprima pensata solo per orafi, col tempo la competizione si è allargata a designer, emergenti o già affermati, italiani e stranieri, creativi tout court, ricevendo in breve l’attenzione e l’egida dell’Agc (Associazione Gioiello Contemporaneo), della “Joya Barcelona Art Jewellery Fair” e del network “Klimt02 Art Jewellery”. In palio per il vincitore c’è il premio Torre Fornello, più menzioni speciali per le opere più significative e la possibilità di partecipare alla manifestazione internazionale “Joya”, in Spagna. L’edizione del 2015 – presentata oggi, e dedicata al tema “L’ornamento contemporaneo” – vede una novità importante, la nascita di una sezione specifica dedicata agli allievi delle scuole del settore. La premiazione è invece prevista per il 3 maggio 2015.
Il deus ex machina di Gioielli in Fermento è Enrico Sgorbati, che nell’azienda vitivinicola sulle colline della Val Tidone (Emilia Romagna) fa incontrare le sue grandi passioni: attento alle tendenze artistiche, da circa un decennio offre la possibilità agli artisti di collaborare, sperimentare e confrontarsi nella tenuta dove realizza eventi d’arte contemporanea a testimonianza del sempre maggior legame tra buon bere, cultura e bellezza. Perché in fondo, produrre vino è un po’ creare un’opera d’arte.