Ben 19 sigle della ristorazione italiana (cuochi, pizzaioli, gelatieri, pasticceri, ecc…) si uniscono nel chiedere al governo l’adozione di 7 misure straordinarie per non morire di post Coronavirus. Eccole
In un quadro segmentato come quello italiano, suona quasi irreale vedere ben 19 sigle delle più diverse articolazioni della ristorazione italiana – dai cuochi ai ristoratori, dai pizzaioli ai gelatieri, dai pasticceri ai panificatori fino ai responsabili di sala – uniti per lanciare un corale appello al Governo e alle istituzioni. Tra queste anche i JRE, la FIC (Federazione Italiana Cuochi), l’AMPI (Accademia Maestri Pasticceri Italiani) e l’AIG (Associazione Italiana Gelatieri), giusto per capire il livello.
Al Governo viene chiesta l’adozione immediata di queste sette misure essenziali:
- sospensione di leasing e mutui e recupero delle mensilità congelate in coda al periodo previsto dalla relativa misura posta in essere;
- cancellazione delle imposte nazionali e locali pertinenti (a titolo indicativo e non esaustivo TARI, IMU, affissione, occupazione suolo pubblico, etc.), credito per utenze relative alle attività commerciali;
- accesso al credito senza interessi, garanzia pubblica sugli affidamenti e finanziamenti alle PMI;
- proroga della cassa integrazione straordinaria per almeno il 50% del personale in forza al 23.02.2020 e fino al 31.12.2020;
- reintroduzione dei voucher;
- ammortizzatori e incentivi per chi non licenzia e/o assume dipendenti fino al 31.12.2020;
- superamento delle persistenti criticità in capo al tema affitti.
“Azioni – spiegano – che rappresentano oggi la più concreta strada da percorrere per salvaguardare il presente e costruire il futuro evitando il collasso totale e irrimediabile dell’intero settore, messo drammaticamente a rischio dall’emergenza sanitaria Covid-19”.
È la prima volta che un’iniziativa così rappresentativa viene realizzata in Italia. La sua genesi è legata alla consapevolezza che, specie in una situazione così difficile e imprevedibile, il bene comune deve superare ogni tipo di individualismo. La volontà di tutti gli aderenti è che il lavoro posto in essere per rispondere all’emergenza in atto non si esaurisca con il cessato pericolo, ma che diventi un progetto, una base per la ripartenza. Uno stimolo per consolidare un approccio diverso e un metodo di lavoro unitario per fare fronte comune anche in occasioni future. Gli organizzatori invitano anche tutte le altre realtà associative e rappresentative del comparto ad unirsi a questo appello, per lavorare in sinergia.