Negli ultimi dodici anni praticamente ogni vendemmia è stata celebrata dai mezzi di (dis)informazione come un’annata da record. Ci siamo presi la briga di verificare le notizie degli ultimi dodici anni, scoprendo che – dal nord al sud – un record l’anno non si nega proprio a nessuno…
Ci sono cose che nella vita arrivano con una certezza pressoché granitica: una multa per eccesso di velocità quell’unica volta in cui decidi di superare il limite, ad esempio, o gli “imbucati” quando si apre il buffet alla fine di una conferenza stampa. Puntuale come una cambiale, agli inizi di settembre arriva il comunicato che annuncia le previsioni per la vendemmia da poco cominciata. Chi è del settore magari conosce bene questi meccanismi, e ormai ha imparato a fare una discreta tara sulle entusiastiche aspettative di aziende e consorzi. E se proprio non si può dire che va bene a tutti, c’è sempre l’escamotage della classica situazione a “macchia di leopardo”. Di che si tratta? È presto detto: se nella zona sorge un problema, come magari la mosca che colpisce gli olivi, state tranquilli che molti produttori tireranno fuori la metafora del maculato quadrupede specificando però che la “macchia” è sempre sul terreno o sugli alberi del vicino, mentre – guarda caso – il proprio fazzoletto di terra resta miracolosamente immune.
Tornando a bomba, anche quest’anno arrivano i comunicati con le fatidiche tre parole: vendemmia da record. Come dicono gli inglesi, rings a bell. Già, perché gli addetti ai lavori quelle stesse parole le hanno sentite l’anno prima, e l’anno prima ancora, e poi quello ancora e così via. Impressione? Macché, abbiamo provato a verificare. Basta cercare su Google – nostro Virgilio per orientarci nel coacervo di comunicati che riposano in pace negli archivi dell’internet – per scoprire che praticamente ogni anno, dal 2015 al 2003, c’è qualcuno che ha parlato di vendemmia da record. Che siano terroir del nord o del sud Italia, che sia un record per la produzione oppure per la qualità, sempre di primato si tratta.
A questo punto i fatti sono due: o davvero ogni anno questo record viene battuto – dando ai vini italiani annate sempre migliori, con grande giubilo di produttori, venditori e appassionati – oppure c’è qualcuno che gioca sull’effetto sensazionalistico dell’accostare la parola “vendemmia” alla parola “record”. I viticoltori si consolino, comunque. Non sono soli, in questo universo di primati battuti con costante e sistemica metodicità. Pensiamo alle temperature estive: ormai la bella stagione non è tale senza il servizio del tg che esordisce con “Temperature da record”….
Ed ecco le testimonianze, dal 2003 a oggi: