giovedì 25 Aprile 2024
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Vino: Bruxelles impone un check-up “salato” ai vigneti toscani

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Una storia – qualora non ne avessimo abbastanza – di burocrazia e aggravio di costi per le imprese vinicole. L’Unione Europea chiede alla Toscana di eseguire un check-up dei vigneti e riallineare le superfici vitate, ma da queste parti esiste già uno schedario viticolo con tutte le superfici vitate del territorio regionale. Di questa “revisione”, secondo gli addetti ai lavori, si sarebbe potuto fare a meno, anche perché ci saranno costi aggiuntivi e burocrazia per le aziende di cui tenere conto. Lo conferma la Cia Toscana in occasione dell’approvazione da parte della giunta regionale della delibera relativa al “piano operativo per l’allineamento dei vigneti” con cui inizia la procedura di riallineamento delle superfici vitate derivanti dalla misurazione grafica con le superfici registrate nello schedario viticolo in base alle più recenti disposizioni dell’Ue sul controllo del potenziale viticolo. La Toscana, che già dispone di uno schedario viticolo che contiene tutte le superfici vitate della regione, (dove sono registrate anche tutte le superfici idonee a produrre vini a denominazione di origine, Dop e Igp) – dovrà aggiornare questo schedario attraverso il sistema informatico di Artea, con procedimenti amministrativi relativi a tutte le variazioni (estirpazioni, reimpianto vigneti) che verranno curati dalle aziende agricole e dalle Province, in relazione alle esigenze di modifica e di aggiornamento, o alle funzioni di accertamento.

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«Permangono tuttavia alcune incertezze – afferma Gianni Brandani, responsabile settore vitivinicolo della Cia di Siena -, circa le modalità operative, riguardo ai vigneti la cui superficie non collima perfettamente con le fotointerpretazioni o per coloro che, pur in possesso di regolari diritti di reimpianto, si ritrovano con superfici derivanti dalla fotointerpretazione, superiori a quanto dichiarato rischiando così pesanti sanzioni. Inoltre – prosegue Brandani -, ci sono le difficoltà operative manifestate da alcuni enti, in particolare le province, che in carenza di strumenti adeguati allo svolgimento dei compiti, piuttosto delicati e complicati che sono stati loro affidati, si presenta il rischio che una parte rilevante del lavoro possa essere svolta direttamente dalle imprese».

«La Toscana vitivinicola, commenta Alessandro Del Carlo, Cia regionale – non aveva alcun bisogno di fare una nuova misurazione delle superfici vitate in quanto ha già costituito un proprio schedario e, con disciplina legislativa appropriata, ha provveduto da tempo alla gestione e al governo del potenziale viticolo nel rispetto delle normative nazionale ed europee e delle esigenze del mercato». Tuttavia in presenza di norme che impongono la nuova procedura di misurazione e riallineamento delle superfici vitate, la Cia Toscana è impegnata, sia nei confronti delle istituzioni che nell’organizzazione dei servizi, affinché sia garantito il pieno svolgimento dell’esercizio dell’attività imprenditoriale, nonché il minimo degli oneri burocratici a carico dei viticoltori».

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