venerdì 26 Aprile 2024

Moda & cibo: con Roberto Cerea, al Pitti Uomo il luxury è a tavola

Al Pitti Uomo di gennaio 2015 abbiamo assaggiato la cucina di Roberto Cerea, chef del ristorante “Da Vittorio” a Brusaporto. Un consiglio: se passate da quelle parti, non esitate a scegliere il risotto di zucca con crema di strachitunt e crumble di amaretto

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Made in Italy non sono nell’abbigliamento, ma anche… a tavola. Già, perché al Pitti Uomo – la rassegna dedicata alla moda maschile – c’è un network di aziende votate alla qualità, raggruppate nel “Classico Italia”, punto di riferimento per la moda maschile. Già da qualche anno, in Fortezza è rinomato anche per la lounge, dove offre ai clienti internazionali un’accoglienza gastronomica “stellata”. Lo stile in cucina è rappresentato per il quinto anno consecutivo dal ristorante tri-stellato Michelin “da Vittorio” di Brusaporto (Bergamo), uno dei grandi nomi della ristorazione italiana. I piatti vengono preparati espressi dallo chef Roberto Cerea mentre gran cerimoniere è il fratello Francesco, chiamato a soddisfare le esigenze degli ospiti del presidente di “Classico Italia” Claudio Marenzi.

roberto cerea - I Tre Forchettieri

Finger food con mini toast, blinis e mini sandwich e poi due isole, una per la polenta bergamasca con ragù di ossobuco, risotto alla zucca, baccalà mantecato e poi quella dei formaggi. Per finire, piccolo Monte Bianco e zabaione caldo con cantucci. Ma nei tre giorni della manifestazione il menu cambiava ogni giorno proponendo piatti sempre nuovi ed espressi. Patatina al burro con caviale di aringa, mini hot dog, insalata di branzino con verdure, salmone marinato e grande proposta di salumi italiani. Ogni giorno si finiva con originali e caratteristici cannoncini di sfoglia riempiti di crema al momento. A nostro giudizio, il piatto-clou del Pitti Uomo di gennaio 2015 è stato il risotto di zucca con crema di strachitunt (un tipico formaggio bergamasco) e crumble di amaretto, nella foto in alto: Roberto Cerea ha creato un piatto perfettamente equilibrato tra i sapori, mantecato in maniera ottimale, saporito e cotto al punto giusto. E dire che lo stesso chef ci ha raccontato che si tratta di un piatto da catering, dunque non inserito sic et simpliciter in carta. Notevole anche il primo piatto dell’ultima giornata di mostra, una pasta di semola mista ai frutti di mare – una vera amatriciana di mare, a conti fatti – dove l’avvolgenza dell’intingolo è riuscita a far dimenticare per un attimo collezioni e ordinativi.

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Particolarmente attraente, poi, il banco dei vini proposti da due sommelier. In degustazione ottime selezioni della casa vinicola Allegrini, che ha presentato un giro d’Italia fra i suoi migliori vigneti. Due bianchi e due rossi, per non scontentare nessuno: Poggio dei Cipressi Prosecco Doc Millesimato 2013, con il suo appeal moderno ma anche elegante ed eclettico.  E poi Poggio al Tesoro Solosole: un Vermentino di Maremma che si distingue per come valorizza i profumi ed i sapori del territorio bolgherese. Per chi amava i rossi Brunello di Montalcino San Polo con la sua piacevole irruenza e l’Amarone, stile Allegrini, che pur nella sua complessità mantiene e valorizza l’integrità del frutto. Al bar erano proposti succhi di frutta e Acqua Lauretana oltre alle migliori miscele di caffè Lavazza. E a rendere “dolce” l’ospitalità della lounge, per la prima volta, un corner per la degustazione di cioccolato La Molina, un’azienda toscana di eccellenza per la lavorazione artigianale e per la ricerca della materia prima di altissima qualità.

La Molina - I tre Forchettieri

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