lunedì 29 Aprile 2024
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Vino, arriva il primo Chianti per vegani

Il primo Chianti per vegani lo produce l’azienda Fattoria Casabianca di Siena, in Toscana: le nuove etichette certificate vegan sono state presentate al Vinitaly di Verona. Il colmo? Abbinarlo a piatti di selvaggina.

Dopo il biologico e il biodinamico, la frontiera era il Chianti vegano. Ebbene ora esiste: ovviamente la materia prima resta l’uva, ma ciò che rende questo vino – prodotto dalla fattoria Casabianca di Siena, azienda vitivinicola già votata al mondo bio – degno di una certificazione vegan è l’assenza totale di prodotti di origine animale impiegati in tutto il ciclo produttivo. E così, oltre alla conduzione biologica e alle denominazioni Docg e Igt, l’azienda ha ora anche la certificazione vegana, risultato di una continua attenzione ai processi produttivi del vino, dalla vigna alla cantina.

L’innovazione vegan si inserisce nella volontà di Fattoria Casabianca di realizzare un’azienda sostenibile e biologica in un angolo autentico della zona di produzione del Chianti Colli Senesi, in una fattoria che trova i confini naturali dei suoi 654 ettari tra i fiumi Ombrone e Merse: è qui che i vigneti si inseriscono in uno scenario naturale che evoca luoghi antichi e senza tempo. “La simbiosi col territorio – spiega Alberto Cenni, amministratore di Fattoria Casabianca – fa parte della nostra filosofia imprenditoriale: siamo stati dei pionieri quando, oltre trent’anni fa ristrutturammo i casolari del 1200 nel pieno rispetto della storia e dell’ambiente per realizzare l’agriturismo, lo vogliamo essere oggi puntando sulla certificazione vegan. Abbiamo dovuto rimettere in discussione tutto il procedimento di produzione del vino per rispettare il disciplinare vegan. Una sfida che finora in pochi hanno colto in Italia ma che siamo convinti farà crescere i nostri vini”.

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Così la scelta di iniziare a produrre un Chianti vegan si è rivelata quasi come una conseguenza naturale per Fattoria Casabianca: “La missione aziendale è quella di essere biologici, sostenibili e a ciclo chiuso in questa ottica la certificazione vegan è un percorso naturale e imprescindibile ma per ricevere il ‘bollino’ vegan abbiamo dovuto rivedere alcune fasi della produzione. Per avere la certificazione bisogna fornire la garanzia che il nostro è un vino con la totale assenza di prodotti di origine animale impiegati in tutto il ciclo produttivo – spiega Giacomo Sensi, agronomo di Fattoria Casabianca e vegetariano -. Abbiamo sostituito tutti i prodotti di origine animale ed i loro derivati, sia per la cura dei vigneti sia nelle cantine così come nel packaging finale del prodotto, compresi i materiali per l’imbottigliamento, la colla per le etichette fino al nastro adesivo con cui si chiudono i cartoni. Essere vegan – aggiunge – valorizza i vini perché minori input chimici utilizzi in cantina e più viene fuori il territorio”.

La certificazione vegan, a partire dalla vendemmia 2014 riguarda l’intera linea di vini di Fattoria Casabianca formata da Chianti Colli Senesi Docg, di cui fanno parte una base e due Riserve, e Igt, costituita da due bianchi, un rosato e due rossi, per una produzione di circa 400mila bottiglie l’anno. La nuova certificazione non influirà sul prezzo delle bottiglie. La parte più difficile – aggiungiamo noi, con una punta di ironia – sarà sfruttare al meglio gli abbinamenti con una cucina che vede i vini rossi spesso accompagnati a portate di carne.

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