In vita è stato un grande appassionato di vino, e nel momento dell’ultimo saluto gli amici e i conoscenti hanno voluto salutarlo portando in alto i calici e brindando alla sua memoria. Pochi minuti fa è terminato il funerale di Simone Morosi, scomparso mercoledì sera per un malore improvviso. La chiesa di San Jacopino, dove si sono tenute le esequie, ha visto stringersi intorno alla famiglia di Simone davvero tantissima gente: oltre a parenti e amici, non sono mancati coloro che nel corso degli anni hanno condiviso con Simone la passione per il vino. Ecco dunque che lungo le navate della chiesa sono arrivati produttori vinicoli, giornalisti, sommelier, blogger, addetti ai lavori: in altre parole, i compagni di viaggio che – spesso davanti a una buona bottiglia – hanno alzato i calici per degustare, assaggiare, analizzare e magari criticare un vino. Anche a loro si è rivolto Don Luigi Verdi, ricordando Simone – la cui famiglia abita a poche decine di metri dalla parrocchia – definendolo con poche parole, “bello” e “tenero”, e una poesia.
Finite le esequie, gli amici dell’universo enologico hanno raggiunto la vicina enoteca Enotria (via Ponte alle Mosse) per un piccolo rinfresco in memoria di Simone. Un momento di ricordo, certo, ma tutt’altro che affranto e disperato. Simone era un ragazzo che sorrideva spesso, che sapeva cosa fosse il piacere della compagnia. E così, dopo le parole di Andrea Gori a rompere il ghiaccio, l’ultimo saluto a Simone Morosi è stato celebrato con un brindisi e due bottiglie di champagne Vilmart. Un modo di congedarsi non tanto diverso da ciò che lui – ne siamo sicuri – avrebbe voluto.
Ecco la poesia:
Bellissimo e tenero,
ti sia lieve la terra e dolce il vino
che hai tanto amato,
raccontato
e difeso.
Bellissimo e tenero,
oggi un’onda improvvisa
si porta via la luna,
gli uccelli tra i rami dentro l’ombra,
gridano perché?
Bellissimo e tenero,
la vita con te sembrava timorosa di non ferirti il cuore.
Attenta ai tuoi occhi di luce e alla tua voce tenera.
Poi assurda, spesso la vita è pronta a morirti nella gola.
Simone,
non ho mai conosciuto nessuno
che abbracciava insieme bellezza e tenerezza
come te.
Don Luigi Verdi