Il “Biagio Pignatta” diventa un ristorante con l’orto: la struttura del complesso mediceo a Carmignano (Prato), ha allestito 5000 mq di terreno nei pressi del locale per la coltivazione delle materie prime destinate ai clienti
Da qualche tempo la cucina a chilometri zero è diventato una sorta di certificato di garanzia circa la genuinità e la salubrità delle materie prime che arrivano in tavola. Una tendenza, questa, che diversi ristoranti in tutta Italia hanno sposato per offrire ai clienti una garanzia supplementare sul “mangier sano”, mettendo così in menù piatti preparati con prodotti del proprio orto. Non sempre però è tutto oro ciò che luccica: se in molti casi la scelta dell’orto risponde a una sincera attenzione al mondo green, talvolta allestire un orto è diventata un’operazione di facciata, di puro marketing, soprattutto quando le dimensioni dell’orto non sono “compatibili” con le quantità poi effettivamente servite al ristorante. Un’incongruenza che può sfuggire ai più ma che appassionati gourmet e professionisti del settore notano immediatamente.
Ecco perché il “Biagio Pignatta”, il ristorante di punta del complesso mediceo di Artimino – che ospita la villa “La Ferdinanda”, patrimonio mondiale dell’Umanità – ha deciso di puntare seriamente su questo progetto, destinando alla coltivazione di verdure ben 5000 metri quadri di terreno, del tutto sufficiente a soddisfare le richieste dei clienti. Da qualche settimana anche il “Biagio Pignatta” ha sposato la filosofia green, allestendo un orto dove trovano posto zucchine, pomodori, carote, patate e molte altre verdure, secondo la stagionalità. Per la chef Michela Bottasso (una delle interpreti della cucina medicea del territorio, ndr) e la sua brigata di cucina adesso è sufficiente percorrere pochi passi nella tenuta di Artimino per scegliere le verdure e gli aromi da portare in cucina.