Dall’apertura del Cibreo Ristorante all’Helvetia&Bristol alla rinascita della Ménagere, dalle future sorti della Bottega del Buon Caffè alle imminenti aperture della Galleria Massari e Starita fino ai progetti dell’Enoteca Pinchiorri su piazza Pitti
Come due anni fa, anche nel 2021 l’autunno si rivela periodo effervescente per Firenze, dal punto di vista della ristorazione, fine dining e annessi. Ci sono situazioni già arrivate a conclusione, come l’apertura del nuovo Cibreo all’Helvetia&Bristol – ne avevamo già parlato qui – al miglio finale per progetti come la pasticceria di Iginio Massari in via Vecchietti (peraltro nello stesso complesso immobiliare del Cibreo) o la pizzeria di don Antonio Starita.
Un progetto, quest’ultimo, iniziato parecchio tempo fa ma che poi si è incagliato in lungaggini burocratiche: a più riprese don Antonio è stato avvistato in città a seguire i lavori, segno che forse siamo alla stretta finale. L’apertura della sua pizzeria era prevista prima del Covid, poi la data dell’inaugurazione si è spostata al 22 e al 23 novembre. Il nome del locale? Ovviamente Starita a Materdei, come la casa madre.
Sul fronte dello sbarco a Firenze di Iginio Massari, invece, è ormai questione di settimane: entro il 21 dicembre il maestro bresciano aprirà finalmente la sua Galleria nel centro storico di Firenze. Probabilmente anche un po’ prima, ma dipenderà da una serie di fattori logistici indipendenti dalla volontà della famiglia.
Tornando al Cibreo Ristorante, la famiglia Picchi si è insediata già da qualche mese nel palazzo che ospita l’hotel del gruppo Starhotels, e Giulio – il figlio del fondatore Fabio – ha guidato il passaggio da un bistrot a una proposta incentrata su un menù gastronomico a base di specialità italiane altamente selezionate, cui fa da contraltare un fornitissimo cocktail bar. Come ha raccontato il Corriere Fiorentino, spazio quindi al crudo di pesce, ai taglieri o alle crespelle alla fiorentina al posto delle lunghe cotture che erano tra i marchi di fabbrica del Cibreo, con uno stile più minimal.
Un altro locale in dirittura d’arrivo con la riapertura è la Ménagere in via Ginori, che proprio la settimana scorsa ha aperto per la prima volta i battenti per rodare i meccanismi che dopo qualche giorno hanno restituito alla fruizione della città uno dei suoi locali più caratteristici. In cucina c’è ancora lo chef Nicholas Duonnolo, ma sorprese interessanti sono attese al banco del bar, con l’arrivo di Luca Cinalli anticipato dal Gambero Rosso. È cambiato l’assetto, mantenendo però attenzione alla parte architettonica e di design. Ne abbiamo parlato diffusamente qui.
Per un periodo, le sorti della “nuova” Ménagere si sono legate a doppio filo a quelle della Bottega del Buon Caffè, il ristorante stellato che non ha riaperto dopo il Covid. A quanto risulta, proprio la Ménagere è stata a a lungo in stato di trattativa avanzata con i proprietari – gli imprenditori danesi Claus e Jeanette Thottrup, già al vertice di Borgo Santo Pietro – per la gestione del ristorante dove negli anni si sono succeduti in cucina Antonello Sardi ed Erez Ohayon. Ma non è andata in porto, ed è probabile che al momento opportuno saranno i danesi a tornare a investire sulla struttura in San Niccolò.
Chiudiamo con un progetto ancora in fase embrionale, ma estremamente suggestivo: secondo diffusi rumors, l’Enoteca Pinchiorri avrebbe manifestato interesse verso un fondo commerciale in piazza Pitti, fino a qualche tempo fa in uso ad una banca. L’obiettivo dovrebbe essere aprire una sorta di “dependance” più informale del celebre ristorante in via Ghibellina, ma – come detto – si tratta solo di un progetto a lunga scadenza, con un numero così ampio di variabili da renderlo, almeno per il momento, un desiderio ancora tutto da realizzare.