A pochi chilometri di distanza dai fossili del Pliocene sorgono una millenaria badia e un moderna cantina progettata con un’architettura sostenibile. Tutt’intorno, i vigneti di Badia di Morrona
Tra Pisa e Volterra c’è una zona meno nota nella Toscana del vino ma fortemente vocata. Siamo nelle campagne di Terricciola, antico borgo etrusco lungamente conteso tra le città di Firenze e Pisa (come dimostra lo stemma comunale, metà giglio fiorentino e metà croce pisana). Il nome ricorda la parola “terreno”, e quello di Terricciola è infatti un suolo antico e prezioso. Un autentico mosaico geologico fatto di sabbia, sassi, pietre grigie friabili, ciottoli di fiume e alberese. Ma soprattutto fossili risalenti al Pliocene e al Pleistocene – segno evidente dell’antica presenza del mare nella vallata – e persino lastroni di travertino in affioramento. Le correnti marine mitigano le alte temperature diurne e asciugano costantemente i filari contribuendo a creare un microclima particolarmente favorevole alla coltivazione di uva. È in questa cornice che si estende la tenuta della famiglia dei Conti Gaslini Alberti, Badia di Morrona.
Badia di Morrona
Quasi 600 ettari in cui boschi di cipressi, lecci e querce lasciano spazio a 40 ettari di uliveti e, soprattutto, a 110 ettari di vigne che risalgono i dolci pendii a ridosso del fiume Cascina, tra i comuni di Terricciola e Casciana Terme Lari. Sul fronte delle uve rosse, il Sangiovese ha un ruolo predominante. Al vitigno toscano per eccellenza Badia di Morrona ha dedicato il 60% dell’intero parco vitato, mentre alcune parcelle sono state destinate anche a Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot e Syrah. È presente anche un altro vitigno rosso autoctono, il Canaiolo, impiegato in uvaggio per la sua forza cromatica. Per quanto riguarda le uve a bacca bianca, Vermentino e Chardonnay sono le più significative e si fanno notare al centro del parco, nelle vigne pianeggianti.
La cantina – una volta ospitata insieme alla barriccaia in una sorta di dépendance della storica Badia– si trova oggi a Morrona, frazione di Terricciola riconosciuta a livello nazionale come Città del Vino. La struttura è concepita in chiave moderna per essere il più possibile discreta e integrata nel paesaggio. La cantina quasi sparisce nella collina e resta visibile solo il piazzale di ricezione delle uve (il resto è parzialmente interrato e l’uva scende per gravità). Le due realtà – quella della millenaria Badia di Morrona, splendido nucleo storico della tenuta e prima casa dei vini di Badia di Morrona, e quella della moderna cantina, progettata in chiave sostenibile – continuano ad essere capisaldi del territorio, in un armonioso equilibrio tra presente e passato.
I Sodi del Paretaio
È un nome solo ma “I Sodi del Paretaio” sono due. Una versione Chianti e una versione Chianti Riserva. Prodotti ogni anno in una tiratura ben più che considerevole, incarnano alla perfezione il concetto di piacevolezza e accessibilità.
Il Chianti di Badia di Morrona oggi sul mercato con l’annata 2021 è a base Sangiovese (85%) e completa la sua cuvèe con piccole percentuali di Cabernet Sauvignon, Merlot e Syrah. Fermenta in acciaio e affina in vasche di cemento per 10 mesi, per conservare tutta la freschezza e la croccantezza del frutto. La versione Riserva (vendemmia 2019) è invece un Sangiovese in purezza. Matura 18 mesi in botti grandi di rovere francese e prima di essere imbottigliato fa un breve passaggio in cemento. Una Riserva che – complice l’annata particolarmente favorevole – è il ritratto preciso del lato più gentile del Sangiovese: naso varietale su frutta a polpa scura e tannini ben tratteggiati coadiuvati da una bella acidità. Chiusura pulita ed equilibrata sul frutto e le spezie.
ANNATA 2021: è stata caratterizzata da una primavera difficile con una gelata che ha parzialmente ridotto la quantità di uva sulle piante. Per fortuna la stagione è proseguita con un andamento regolare portando a raccolta a fine settembre, dopo belle giornate serene, uve molto sane con un buon grado zuccherino e un ottimo potenziale fenolico.
ANNATA 2019: è da considerarsi un’ottima annata. Le temperature estive, non troppo torride, hanno permesso una maturazione più lenta offrendo ai vini buona acidità. I mesi di settembre ed ottobre sono stati caratterizzati da belle giornate con nette escursioni termiche consentendo una perfetta maturazione tecnologica e fenolica delle uve. La vendemmia si è conclusa tra fine settembre e inizio ottobre.