Il Bianco dell’Oca 2017 di Colle di Bordocheo (Lucca) è un blend di uve di Chardonnay, vinificato sur lies in barrique per 8 mesi con continui batonnage, Vermentino e Sauvignon che si affinano in acciaio per circa 6 mesi. Dal 2018 le vigne vecchie di Sauvignon sono state sostituite con quelle di Traminer
A PrimaAnteprima, la manifestazione dedicata alla degustazione delle annate appena immesse sul mercato dai più importanti Consorzi toscani, ci ha colpito Il Bianco dell’Oca 2017 dell’azienda agricola e agrituristica Colle di Bordocheo, una delle realtà vitivinicole più importanti della provincia di Lucca. L’azienda, di proprietà da oltre sessant’anni della famiglia Chelini, si trova a Segromigno in Monte vicino al parco di Villa Mansi, una tra le più celebri ville della Lucchesia, a Villa Torrigiani e coronata dalle splendide architetture delle ville Mazzarosa, Orlando, Bruguier.
Convertita al biologico, l’azienda ha a disposizione 30 ettari di terreno di cui sono dieci quelli coltivati a vite, principalmente a Sangiovese, Ciliegiolo, Chardonnay, Merlot, Vermentino e Trebbiano. Non mancano, però, anche piccole parti di Syrah e filari di vitigni come il Moscato d’Amburgo e il Moscato Bianco, che conferiscono particolari caratteristiche ai vini dell’azienda.
Il Bianco dell’Oca 2017 è prodotto con un blend di uve di Chardonnay, vinificato sur lies in barrique per otto mesi con continui batonnage, Vermentino e Sauvignon che fermentano e si affinano in acciaio per circa 6 mesi. Il vino termina l’affinamento per 3-4 mesi in bottiglia prima di essere messo in commercio. Alla vista il vino è di colore giallo paglierino con riflessi dorati, limpido, trasparente e scorrevole nel bicchiere. Il profumo presenta sentori di fiori bianchi, di frutta esotica e di agrumi, come il pompelmo, con una leggera nota balsamica e di mandorla sul finale. In bocca il gusto è morbido e avvolgente, fresco e sapido.
Un vino da degustare in abbinamento con primi piatti leggeri, carni bianche e rosse e formaggi e affettati a pasta morbida. Barbara Chelini, che guida l’azienda di famiglia, ci ha anticipato una novità che riguarda l’annata 2018: le vigne vecchie di Sauvignon sono state sostituite con quelle di Traminer. Una sostituzione che porterà alcuni cambiamenti nel profumo e nel gusto con un aumento dell’aromaticità, tipica di questo vitigno, della freschezza e della sapidità ma anche un cambiamento per quel che riguarda le note floreali e fruttate.
“Le vigne di Sauvignon erano molto vecchie e abbiamo dovuto sostituirle – ha spiegato Barbara Chelini – nell’attesa che crescano i nuovi filari abbiamo provato a sostituire il Sauvignon con il Traminer e l’esperimento ci sembra riuscito”. Per saperlo dovremo aspettare la prossime anteprima.