L’azienda vinicola trevigiana 47 Anno Domini ha incaricato una rete di professionisti con l’obiettivo di creare un ecosistema economico parallelo: “Vediamo opportunità dove gli altri vedono rischi”. Triveneto Servizi: “Puntiamo a cento aziende in Veneto nei prossimi mesi”
Il BitCoin inizia a farsi strada anche nel mondo dell’enologia. Precursore è stata una cantina in Nuova Zelanda, che nel 2014 fu la prima ad accettare pagamenti con la più famosa criptovaluta, col fine di agevolare le transazioni economiche a clienti internazionali. Qualche tempo dopo è toccato alla cantina Rollingdale nella British Columbia (Canada), che ha negoziato con Bitcoin dallo scorso febbraio, aprendo un mercato nuovo in America del Nord. A seguire, California Mondo Bodegas ha scelto di introdurre il BitCoin nei mezzi di pagamento nelle azioni destinate al finanziamento delle proprie operazioni, così come la cantina Piramid Valley che ha finanziato in questo modo il 9% dei proventi dagli acquisti online.
E in Italia? A quanto pare, la prima cantina nel nostro Paese (e probabilmente anche nel Vecchio Continente) ad adottare il BitCoin – la criptomoneta più di moda, con negozi e attività commerciali che iniziano a permetterne l’utilizzo – è la trevigiana “47 Anno Domini”, azienda vitivinicola di Silea celebre per i vini bio-vegani e per la propria gamma di etichette. “Siamo entusiasti di questa novità – spiega il titolare, Cristian Tombacco– che speriamo possa portare una ventata di business e farci affiancare a nuovi clienti appassionati di tecnologia e criptovaluta. Alcuni mi chiedono se abbiamo paura di rimetterci per le fluttuazioni del mercato. Noi siamo certi che il BitCoin avrà un grande futuro e quindi vediamo solo opportunità dove gli altri vedono rischi”.
La cantina si è rivolta a Triveneto Servizi che ha iniziato una partnership con InBitcoin, realtà che si divide tra Rovereto e Milano e ruota attorno a 18 soci fondatori tra designer, docenti, programmatori e sviluppatori. “Siamo tra le pochissime aziende in Italia che possono proporre e implementare il loro servizio di transazione coi bitcoin” spiega Marco Zuin (Triveneto Servizi). Nella sostanza, le transazioni avverranno tramite wallet app e qrcode e codici che chi possiede bitcoin sa come usare. Ma avverranno con un sistema informatico italiano e di proprietà dell’azienda, che così avrà direttamente il possesso del denaro virtuale, senza doversi affidare a mediazioni tramite piattaforme commerciali come avviene oggi. “Il nostro sogno – aggiunge – è coinvolgere almeno un centinaio di aziende nel nostro progetto, creando un ecosistema economico reale dove sarà comune passarsi criptomoneta tramite telefonino”.