Per Confcommercio, il Capodanno 2020 è all’insegna del made in Italy, almeno per il brindisi: il 64% dei ristoranti aprirà bottiglie italiane, contro l’11% dello champagne. Ecco quanto si spende in media per il cenone di San Silvestro
Come ogni anno, tra consigli per stappare la bottiglia perfetta e suggerimenti per il cenone di San Silvestro, c’è chi viviseziona – in senso buono, per carità – il Capodanno degli italiani, svelandone preferenze, capacità di spesa e idiosincrasie. È la Fipe Confcommercio, che nel consueto report di fine anno fotografa la situazione nei 78mila ristoranti aperti da un capo all’altro della Penisola, scelti quest’anno da 5,5 milioni di italiani per il cenone di San Silvestro. Sembrano tanti i locali che tengono su la saracinesca? Già, ma ciò nondimeno sono meno dell’anno passato (-1,3%), ossia il 65,8% del totale.
Per il Capodanno 2020 gli italiani spenderanno circa 80 euro a persona per il cenone, ma arriveranno a spenderne 105 considerando anche il veglione, per un per un giro d’affari complessivo di 445 milioni di euro. E per il brindisi di fine anno saranno stappate circa 1,6 milioni di bottiglie. Quali? È presto detto: esclusivamente spumante italiano nel 64,4% dei locali, solo champagne nell’11,2%, entrambi nel 24,4%. Come di vede, per la fine dell’anno si registra una grande attenzione da parte dei ristoratori verso i prodotti made in Italy.
Per il Capodanno 2020 c’è dunque ottimismo tra gli operatori che, in 3 casi su 4, ritengono abbastanza probabile il tutto esaurito. Nello specifico il 37,8% è assolutamente convinto che ci sarà il pienone, il 37,8% lo ritiene assai probabile e solo il 24,4% si dichiara scettico. Per quanto riguarda la tipologia di offerta, 8 ristoranti su 10 si concentrano sul cenone, gli altri su cenone e a seguire il veglione di mezzanotte.
“La notte di San Silvestro è un appuntamento fondamentale per tanti ristoratori italiani. Anche quest’anno parliamo di numeri molto importanti per il nostro settore – dichiara Lino Enrico Stoppani, presidente di Fipe – e Ci fa piacere constatare che cresce l’attenzione degli operatori nei confronti dei prodotti italiani. Si riscopre anche l’abbinamento tra spumante dolce e dessert, un ritorno a quel connubio che ha caratterizzato le feste di Natale di generazioni di italiani. Speriamo che questo dato sia di buon auspicio per il prossimo 2020”.