sabato 27 Aprile 2024
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Non solo Vin Santo, a Carmignano: 10 annate del Trebbiano di Capezzana

Conosciuta nel mondo per il Carmignano e il Vin Santo, l’azienda della famiglia Contini Bonacossi produce anche Trebbiano. Ecco le note di degustazione di una verticale di 10 annate del Trebbiano di Capezzana

trebbiano di capezzana

Capezzana produce vino dal lontano 804 d.C. ed è una delle aziende vinicole toscane più antiche. Si trova a nord-est di Firenze, nell’area della Docg Carmignano. L’azienda si trova compresa all’interno dell’antica riserva di caccia istituita nel 1626 dal granduca Ferdinando II de’ Medici e circondata dall’imponente muro del Barco Reale. Dal 1920 l’azienda di Capezzana è di proprietà della famiglia Contini Bonacossi, ancora oggi custode della memoria di questo territorio: Benedetta è responsabile della produzione enologica, Beatrice il direttore commerciale e Filippo, che si occupa del settore finanziario e della produzione dell’olio, fanno parte della quarta generazione della famiglia. Ma è già tempo della quinta generazione, con Gaddo, responsabile della campagna e Serena che si occupa dell’ospitalità e affianca Beatrice anche nella parte commerciale.

La famiglia Contini Bonacossi ha adottato un sistema agricolo biologico. Questa scelta non è solo servita a produrre un prodotto salubre con massima espressione del territorio, ma protegge anche un’enorme area verde conservando la sua biodiversità. Oltre al Carmignano, al Barco reale, al celebre Vin Santo, considerato uno dei migliori al mondo, c’è anche il Trebbiano di Capezzana IGT Toscana Bianco, un progetto pioneristico nato nel 2000. Quando si parla di vini secchi a base di Trebbiano in Toscana, spesso si pensa a dei vini del passato talvolta insipidi e anche quasi incolore.

trebbiano di capezzana

In realtà non si può fare di tutta l’erba un fascio. Perché la produzione enologica dipende dal suo “terroir” dove la mano dell’uomo ha certamente il suo peso. Oggi infatti si producono vini eccellenti con questo vitigno, che sono molto apprezzati, e quello di Capezzana è sicuramente fra questi. Abbiamo infatti partecipato ad una verticale di dieci annate di Trebbiano di Capezzana, dal 2001 al 2020, presentata dalla famiglia Contini Bonacossi grazie alla quale abbiamo riscoperto, se mai ce ne fosse bisogno, che la storia, l’esperienza ma anche la voglia di sperimentare sono componenti fondamentali per produrre un ottimo vino come questo.

trebbiano di capezzana

Il Trebbiano prima del 2000 era destinato esclusivamente alla produzione del Vin Santo, apprezzato già all’epoca del Granduca Leopoldo, che nei secoli ha subito in questo luogo una lunga selezione massale naturale. Il grappolo è poco vigoroso, spargolo (adatto per questo all’appassimento) ed è definito Trebbiano rosa perché prende, quando è maturo, una sfumatura rosata dovuta ai rosi presenti tra le vigne. Come ha spiegato Filippo Contini Bonacossi le piante hanno memoria: non potendosi spostare, si evolvono adattandosi alle condizioni pedoclimatiche in cui vivono. Le vigne vecchie, quindi, come in questo caso hanno dei geni che si sono adattati al luogo in cui sono cresciute modificando così il loro DNA.

La voglia di sperimentazione ha portato Beatrice, Benedetta e Filippo produrre un Trebbiano secco. Le prime cinque annate, dopo la macerazione sulle bucce facevano fermentazione e affinamento in barrique di legno nuovo mentre nelle seconde cinque, e in particolare dal 2013, una parte fermenta in legno e un’altra in acciaio a cui segue l’affinamento in barrique e tonneaux per sei mesi con batonnage che prosegue poi in bottiglia. Così, nelle prime cinque annate il legno si sente molto, unitamente alle note balsamiche e speziate, quasi a prevaricare i sentori primari del vino, decisamente più austero.

trebbiano di capezzana

Ne è esempio l’annata 2001 che è leggermente ossidativa anche per i problemi derivanti dall’uso di borgognotte, al posto delle bordolesi. Il profumo è abbastanza dolce: si sente la banana, il mango, la papaya ma anche la frutta secca seguite da note balsamiche e speziate. Al gusto mostra una bella struttura, sapidità, acidità e alcolicità con un finale persistente e amarognolo di mandorla.

 

Nelle successive annate del Trebbiano di Capezzana, invece, i sentori primari di fiori e frutta come la pesca, la mela e frutta tropicale, sono decisamente più presenti accanto alle note vegetali, boisé e speziate rendendo il profumo e il gusto più equilibrato. Altri tratti distintivi in comune delle dieci annate degustate sono la mineralità, la sapidità e l’acidità che sono sempre presenti sebbene in modo diverso a seconda della situazione climatica del periodo di riferimento. In alcune poi si sente quasi sentori tipici del Cognac.

 

L’annata 2004 del Trebbiano di Capezzana, ad esempio, mostra note terrose, vegetali e di idrocarburi insieme a sentori di frutta, pane e cioccolata. In bocca il vino mostra morbidezza, corpo, grande sapidità e persistenza.  La 2005 è dolce e fruttato il profumo con sentori di Cognac mentre in bocca il vino mostra morbidezza, rotondità e sapidità con un bell’equilibrio tra salinità e dolcezza.

 

Il cambiamento di vinificazione nell’annata 2013 ha significato anche un maggior controllo della temperatura per ottenere una maggiore freschezza e uso non esagerato del legno. Ecco quindi che accanto alla mineralità, sapidità si percepiscono note agrumate, talvolta citriche, aumentando la sensazione di freschezza, e il vino appare più fine, elegante, meno corposo e decisamente più equilibrato dei precedenti. Caratteristiche che rendono il Trebbiano di Capezzana, anche nelle successive annate, un vino davvero piacevole da degustare.

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