Chi inventò davvero il gelato? Sappiamo che avvenne a Firenze, ma ancora ci sono ombre sulla sfida tra Bernardo Buontalenti e il macellaio Ruggeri. Vediamo di mettere un po’ d’ordine…
Quella che unisce i gelati a Firenze è una storia piuttosto lunga. Le cronache raccontano che il gelato così come oggi lo conosciamo fu inventato dall’architetto Bernardo Buontalenti (1531-1608) alla corte di Caterina de’ Medici. In realtà secondo la leggenda l’idea spetta a un altro personaggio, anch’egli fiorentino: si tratta di un tal Ruggeri, macellaio che viveva alla corte dei Medici, luogo dove nel Rinascimento geni e inventori trovavano i loro mecenati. Si racconta che fu lui ad aggiudicarsi il concorso indetto dalla regina per il piatto più singolare che si fosse mai visto, perfezionando antichi metodi per raffreddare delle composte di acqua, zucchero e frutta, che nei secoli precedenti erano state messe a punto un po’ ovunque nel mondo conosciuto, dalla Sicilia alle Indie. Il suo “sorbetto” piacque così tanto ai signori di Firenze che Caterina decise di portarselo in Francia, dove sperava probabilmente di far abbassare un po’ la cresta ai francesi: il Ruggeri venne quindi “invitato” (ma pare che l’invito fu seguito da qualche ceffone e da un po’ di robusta corda ben annodata…) a seguire la contessa d’Auvergne e duchessa d’Urbino nel suo viaggio a Parigi, dove avrebbe sposato Enrico e sarebbe divenuta regina di Francia. Facendo buon viso a cattivo gioco, Ruggeri ebbe modo di meravigliare la corte di Versailles, preparando per il banchetto di nozze una ricetta di “ghiaccio all’acqua inzuccherata e profumata”. I suoi sorbetti erano delle vere e proprie sculture in miniatura, e non mancavano mai di sorprendere per bellezza e per il gusto, oltre che per l’insolita freschezza. La fama rapidamente acquisita non portò bene al povero Ruggeri, che trovò anzi il modo di prendere altri ceffoni dagli sgherri inviati dagli invidiosi cuochi di corte.
Alla fine, pur di lasciare l’odiata Francia e ritornarsene ai suoi campi, il Ruggeri decise di rivelare la sua ricetta segreta, che cominciò a diffondersi rapidamente per tutta la nazione. Ma fu ancora una volta un fiorentino a perfezionarla e renderla ancora più golosa: Bernardo Buontalenti, architetto ed artista fra i più famosi del Granducato di Toscana, che – proprio come Leonardo – aveva un ingegno a tutto tondo che spaziava dall’invenzione di nuove armi fino alla scienza culinaria. Fu lui, dopo aver progettato Forte Belvedere, la facciata di Santa Trinita e la grotta grande del Giardino di Boboli, a introdurre nella ricetta l’uovo, ed il successo fu immediato. Non solo: sembra anche che il Buontalenti arrivò a costruire una speciale macchina per realizzare il gelato, formata da pale fatte ruotare grazie ad una manovella e che avevano il compito di mantecare il composto e da un cilindro – intorno a cui veniva lavorato il gelato – in cui era messo il ghiaccio.
Nacque così il gelato moderno, che nonostante le rudimentali tecniche di refrigerazione e conservazione era straordinariamente simile a quello che viene servito ancora oggi. Del resto, nel parco delle Cascine è presente una piccola piramide, che in epoca rinascimentale fungeva proprio da “freezer”, da contenitore per il ghiaccio che veniva accumulato durante l’inverno.