Dopo aver diviso il web con la sua pizza, lo chef televisivo Carlo Cracco debutta nel mondo degli spirits con la sua linea “Cracco Distillati”
Non c’è che dire, oggi in cucina lo chef deve saper annusare ben altro, che gli aromi provenienti da pentole e padelle. Deve saper fiutare il mercato, capire cosa fa tendenza e dove si possono aprire nuove opportunità di business. Su questo fronte, chapeau a Carlo Cracco: lo chef televisivo, che nel febbraio 2018 spaccò il web con la sua discussa pizza Margherita, adesso ci riprova e si butta nel mondo degli spirits. È stata infatti presentata ieri la Cracco Distillati, la linea di distillati e ready-to-drink griffata dallo chef giudice di Masterchef, con una cena in cui tre piatti sono stati abbinati da altrettanti bartender di fama – Flavio Angiolillo, Luca Vezzali e Francesco Bonazzi – a tre prodotti.
Il lancio della Cracco Distillati prevedeva una degustazione di Amaro Bianco realizzato con bitter Fusetti, Verjus, salamoia e vino bianco (in abbinamento a “Uovo nero, zucca e mostarda”), il Limoncello Organico (accompagnato da Riso con acciughe, limone e cacao) e il Gin Organico (distillato organico di bacche di ginepro, salvia sclarea e bucce di limone, in pairing con un controfiletto di manzo alla brace, capperi e liquirizia).
Ma come si può vedere dalle foto su Instagram – e senza avere ancora assaggiato i prodotti, del resto – la linea comprende anche il Negroni ready-to-drink, “un grande classico, visto con gli occhi di Carlo”, in cui l’Amaro Bianco “aggiunge complessità al drink made in Italy più famoso al mondo”. E ancora drink come il Rising Sun (gin e Omeshu), Martini (gin, sakè konishi gold e acqua) e Portofino (gin, limoncello, triple sec, zucchero liquido, acido citrico e acqua), tutti griffati da Carlo Cracco e disponibili in confezioni singole o da quattro.
E così, dopo la pizza gli spirits. In fondo, è opinione comune che il mondo della cucina sia sempre più zona di commistioni e connubi, contaminazioni e aperture a spazi tangenti. Ecco dunque che nel 2018 il fine dining di Carlo Cracco sbarcò nel settore dell’arte bianca: dopo aver trasferito il ristorante che porta il suo nome in Galleria Vittorio Emanuele a Milano, inserì in carta nel suo Caffé la pizza Margherita (foto in alto). E fu scandalo. Da allora gli spirits si sono ritagliati attenzione sempre crescente tra gli addetti ai lavori, ed ecco che Carlo Cracco “fiuta” l’opportunità e dà il via a Cracco Distillati.