venerdì 26 Aprile 2024
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Il successo dell’eresia vinicola: Podere Monastero e il Pinot nero nel Chianti Classico

Non era impresa semplice, mettersi a produrre del Pinot nero nel Chianti Classico. C’è riuscito – con buon successo di critica e pubblico, a distanza di 10 anni dalla prima annata de “La Pineta” – l’enologo Alessandro Cellai a Podere Monastero a Castellina in Chianti. Ecco la sua storia da-sinistra-konrad-winzer-e-alessandro-cellai

Hai voglia a ragionare per dogmi, nel mondo del vino. L’intuizione vincente, specie se hai a fianco un nome come Giacomo Tachis, arriva quando si esce dalla strada maestra e si percorrono sentieri paralleli. Ad esempio, chi avrebbe detto che nel cuore del Chianti Classico qualcuno sarebbe riuscito a produrre Pinot nero (rectius, un gran bel Pinot nero)? C’è riuscito l’enologo Alessandro Cellai di Podere Monastero, che ha celebrato le prime 10 annate (dal 2006 al 2015) del suo “La Pineta” biodinamico.

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Un sogno, il suo, che risale a inizio millennio: era il 2000 quando Cellai decise di compiere questa sorta di eresia vinicola, aggiungendo alla Pineta il “Campanaio”, un taglio bordolese (metà Cabernet sauvignon e metà Merlot), con l’appoggio dell’enologo Giacomo Tachis. A distanza di un decennio da allora, con in tasca premi e riconoscimenti ottenuti, il pensiero di Cellai va proprio a uno dei guru del vino toscano: «Manca solo lui qua — ha ricordato — avevamo progettato questa degustazione assieme ma sono sicuro che ci seguirà e si godrà lo stesso la serata dal cielo. Sono felice e orgoglioso di aver raggiunto questo traguardo, per il quale mi sento in dovere di esprimere profonda gratitudine a tutte le persone che mi hanno dato coraggio e mi hanno supportato nei momenti nei quali sembrava un miraggio raggiungere il decennale».

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L’avventura de “La Pineta” nasce da una lunga ricerca: a Castellina in Chianti, a 500 metri di altitudine, Cellai trovò i terreni più adatti per piantare i cloni. Portò così gli innesti da lui personalmente selezionati tra i più prestigiosi vivaisti francesi: dopo uno scrupoloso lavoro – in vigna prima, in cantina poi – il progetto di insediare il Pinot nero nel feudo del Sangiovese, che coltivava dai tempi degli studi di enologia, dopo un viaggio in Borgogna, divenne realtà. Oggi la Pineta e il Campanaio, le cui annate 2015 avranno un’etichetta commemorativa disegnata dall’artista Konrad Winzer, sono realtà apprezzate a livello internazionale con una produzione centellinata ma significativa ed una distribuzione che copre 20 Paesi, comprese le cantine dei ristoranti stellati italiani ed esteri.
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In occasione dell’uscita della decima annata di produzione dei due vini, Podere Monastero ha celebrato l’anniversario con un grande evento a Castellina in Chianti, lì dove tutto ha avuto inizio: a Villa Casalecchi ha avuto luogo una degustazione verticale delle dieci annate di La Pineta e Campanaio dal 2006 a oggi, con la presentazione, en premier, dell’ultima annata 2015. “Sono davvero felice e orgoglioso di aver raggiunto questo traguardo – ha spiegato Alessandro Cellai – per il quale mi sento in dovere di esprimere profonda gratitudine a tutte le persone che mi hanno dato coraggio e mi hanno supportato nei momenti nei quali sembrava un miraggio raggiungere le 10 vendemmie. Le persone con cui ho festeggiato questo evento e la loro presenza mi ha dato una grandissima emozione”.

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