Per Expo2015 la Regione Toscana ha presentato il logo ufficiale. Volendo accontentare tutti, in una terra che fa della polemica il suo tratto comune, è riuscita a scontentare tutti. Ecco perché
I meno distratti ricorderanno che non più tardi di due anni fa la maxi-gara per trovare un logo per Firenze finì in maniera sostanzialmente ingloriosa: doveva essere l’equivalente del “cuore” di New York per identificare il capoluogo del Granducato a livello globale, invece si limitò a scatenare una selva di polemiche – in massima parte motivate – e dopo qualche tempo l’idea finì nel dimenticatoio e il progetto vincitore chiuso a chiave in un cassetto, peraltro (riferiscono le cronache) senza che l’autore venisse mai pagato.
La “lezione” del logo di Firenze avrebbe dovuto insegnare qualcosa, o quantomeno mettere sul chi va là gli incaricati di studiare un simbolo per la partecipazione della Toscana a Expo2015. Invece il precedente fiorentino non è stato utile, a quanto pare. Che in Toscana sarebbe stato possibile proporre qualcosa in grado di evitare una scia di polemiche era pressoché inimmaginabile, soprattutto conoscendo la spiccata attitudine alla litigiosità delle comunità locali. Tuttavia, stavolta è stato come servire un assist a porta vuota. Il logo toscano di Expo2015, che avrebbe potuto oscillare tra uno stile minimal-essenziale e uno più didascalico (soluzione poi effettivamente adottata), ha dimenticato la torre di Pisa.
Il logo ufficiale, disegnato da Alessandro Mendini, prova a richiamare tutti (o quasi) gli elementi che la caratterizzano: il vino, l’olio, il Duomo di Firenze, Pinocchio, la musica, la ricerca scientifica, le montagne, il mare, le piante, le chiarine della tradizione e così via. Con una vastità di eccellenze come quelle che offre la Toscana, era facile rischiare di tener fuori qualcosa. Ma se il David ha la “scusante” di essere poco adatto a essere inserito in un logo, per la torre – dalla silhouette molto più semplice – il discorso è un po’ diverso. Riconoscendo la svista, l’autore ha riferito di essere disposto a modificare il logo se la committenza lo riterrà opportuno. Il tempo, intanto, scorre.