venerdì 26 Aprile 2024
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Pastation: Verdini jr & Gucci jr si danno alla cucina nel palazzo nobiliare

Uno è il figlio di uno degli uomini politici più potenti e discussi d’Italia, l’altro è espressione di una famiglia fiorentina conosciuta in tutto il mondo. Ora Tommaso Verdini e Aldo Gucci si sono messi insieme, per darsi alla cucina: entro poche settimana aprirà in centro a Firenze “Pastation”, un locale dedicato alla pasta, in cui i due sono soci insieme all’imprenditore Dino Iandoli e a Tommaso Corsini

Il primo è il figlio di uno degli uomini politici più potenti (e discussi) d’Italia; il secondo è uno dei rampolli di una casata fiorentina di moda conosciuta in tutto il mondo. Sono Tommaso Verdini, figlio dell’ex plenipotenziario forzista Denis, e Aldo Gucci, figlio di Guccio Gucci e Laura Frati. Adesso i due hanno deciso di imbarcarsi in un’avventura lontana tanto dal mondo della politica quanto da quello della moda: la pastasciutta. Al momento c’è ancora una cantiere ma i lavori fervono e a breve aprirà un locale dedicato alla pasta.
*** Aggiornamento: il locale inaugura il 22 dicembre 2015 alle 18,30 con lo chef Alessandro Borghese 

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Lo so, il primo pensiero può facilmente correre a luoghi comuni come – per un politico, almeno – l’avere le mani in pasta…. Ma qui si tratta di raccontare una storia, prima di cedere all’ironia. E la vicenda è la seguente: di recente Tommaso Verdini, Aldo Gucci ed Edoardo “Dino” Iandoli (altro imprenditore nel settore dell’abbigliamento) hanno creato insieme ad altri tre soci una società, la “Pastation srl” e stanno mettendo su un ristorante dedicato alla pastasciutta in via Monalda 6 rosso, vicino a piazza Strozzi. Per i più attenti alle cronache cittadine, quel luogo non suonerà certo sconosciuto se associato al nome di Verdini jr: è più o meno lì che lo scorso 11 maggio Tommaso venne multato dai vigili urbani per divieto di sosta e gli venne bloccata l’auto con le ganasce. Il rampollo ebbe la brillante idea di smontare le ganasce dal Suv Mercedes XL e portarsele a casa, rimediando una denuncia (e un sonoro cazziatone, presumiamo).

Il Palazzo Ferosi

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Tuttavia ciò sembra non aver intaccato l’interesse di Tommaso per la zona, tanto da aver scelto come location per “Pastation” addirittura un fondo all’interno del nobiliare Palazzo Ferosi, che fino a qualche tempo fa era di proprietà di Banca Mercantile. Si tratta di un edificio che il piano regolatore del Comune di Firenze ha indicato di classe 0, ossia – citiamo le Norme Tecniche di Attuazione del Piano Regolatore Comunale di Firenze, pag. 16 – edifici per i quali “si ammettono esclusivamente interventi di conservazione di cui al precedente art. 6 punto 6.1, nonché interventi di restauro previsti dal D.Lgs. 490/99, previa approvazione dei progetti da parte della competente Soprintendenza ai Beni Architettonici ed Ambientali. (…) Gli immobili compresi nella classe 0 possono essere destinati esclusivamente a funzioni compatibili con le loro tipologie e con il loro carattere originario”. E a quanto pare, prima della nascitura “Pastation”, in via Monalda 6r non c’era affatto un esercizio commerciale. Ma tant’è. In quanto ai vincoli dell’edificio, la stessa visura racconta che proprio oggi – 2 ottobre – è stata protocollata una pratica che ha ad oggetto una “variazione”, probabilmente di quote o azioni o soci.

Data protocollo: 02/10/2015
Stato pratica: aperta
Adempimento oggetto della comunicazione

L’assetto societario

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Tornando alla società, che ha sede in via Vasco da Gama, una visura camerale mostra che la “Pastation” è stata costituita a metà giugno ed è formata da Tommaso Verdini (amministratore delegato e proprietario del 27,5% delle quote, pari a 41,250 euro), Edoardo Iandoli (presidente del Cda con il 25,5%, pari a 38,250 euro), Aldo Gucci (22,5%, pari a 33,750 euro), Alessandro Fossi (22,5%, pari a 33,750 euro), Tommaso Corsini (1,6%, pari a 2,400 euro) e Federico Sanvitale (0,4%, pari a 600 euro). La società ha un capitale sociale di 150mila euro, interamente versato.

Sgombriamo il campo da ogni equivoco: nessun reato, nessuna irregolarità, niente di penalmente rilevante (per usare una formula cara alle procure) nella nascita di un nuovo ristorante in un palazzo del centro. Semplicemente, crediamo che i nomi dei protagonisti – e soprattutto il connubio tra due rampolli fiorenitni di settori così diversi tra loro – rendano questa vicenda degna di essere raccontata.

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