A Parigi, all’interno della Gare de Lyon, si trova uno dei più bei ristoranti parigini, Le Train Bleu, un tempio della più raffinata cucina francese. Abbiamo provato l’emozione di cenare nei suoi saloni decorati, scoprendo come certa tradizione sia sempre meno mainstream
Non c’è che dire, il primo impatto non fa che richiamare alla mente quell’idea di grandeur di cui Parigi sembra intrisa in ogni suo angolo. Lo sfarzo, l’oro, la maestosità di Le Train Blue alla Gare de Lyon di Parigi abbattono tutto d’un colpo e senza troppa fatica il pregiudizio di star cenando all’interno di una stazione ferroviaria. Anzi, sembra quasi che mutuando l’ispirazione dalla cultura asiatica, il ristorante abbia voluto trasformare un elemento di potenziale criticità in una gigantesca opportunità, puntando tutto il suo appeal proprio sulla specificità della location. Tutto ciò succedeva nel 1901, quando ancora si chiamava Buffet de la Gare de Lyon e la stazione stessa esisteva da appena un anno, ma da allora a oggi le Train Blue continua ad essere un tempio della cucina francese.
Prima ancora di sedersi, solo percorrendo la scalinata che porta all’ingresso da cui si domina l’accesso ai binari, ci si accorge che a Le Train Bleu l’esperienza trascende l’aspetto gastronomico. Vi si può gustare una cucina raffinata in attesa della partenza del treno oppure fermarsi solo prendere un tè o un aperitivo, ma per gustarne appieno ogni sfumatura è necessario che non vi sia l’assillo dell’orologio o del megafono che annuncia l’arrivo del vostro treno. In fondo, la vera, grande bellezza di questo locale – classificato monumento storico nel 1972 – sono i rivestimenti con ampie vetrate, stucchi dorati e raffinate pitture raffiguranti nobiluomini del tempo che fu o paesaggi e città attraversate dai treni che partivano dalla Gare de Lyon. Pertanto, si cena ammirando quadri che rappresentano il teatro di Orange, la battaglia dei fiori di Nizza, o Marsiglia, le Alpi e Venezia.
Veniamo alla cena, dove fino alle 23 si può scegliere tra un servizio alla carta e due menù degustazione dai 65 a oltre 100 euro (qui il menù ufficiale). Noi prendiamo un antipasto, una zuppa di funghi porcini arrostiti con castagne dolci e una pralina di foie gras, con l’aggiunta di carpaccio di porcini e olio alle nocciole. Piatto servito alla giusta temperatura – caldo, finalmente – e completato al tavolo dal cameriere con la parte liquida. Equilibrato e delicato, soprattutto gratificante al palato.
Come portata principale, le Train Blue ha riservato una chartreuse (un tipo di preparazione fatta con uno strato di cavolo verza messo in uno stampo a cupola ripieno di carne, poi cotto a bagnomaria, sformato e servito caldo) di petto di faraona d’allevamento con pan di zenzero e salsa di funghi, in particolare spugnole. Un altro piatto d’ancien regime, di ispirazione classica – che potrebbe competere, per azzardare un paragone nostrano, con i flambage di Sabatini – e dal risultato interessante. Un secondo magari lontano dal mainstream contemporaneo della cucina occidentale, ma decisamente in tono con l’ambiente e il contesto.
Per finire, la scelta tra i dessert (piccola pasticceria o un babà al rum con crema chantilly) e una selezione di formaggi francesi ha visto prevalere quest’ultima opzione. La mia drammatica padronanza della lingua francese impedisce ch’io ricordi i nomi (me ne scuso con i lettori), basti sapere che si tratta di sapori abbastanza forti.
In definitiva, Le Train Blue è uno di quei ristoranti fuori dal tempo e dallo spazio, non in senso negativo (come in questo caso) bensì uno di quei locali che trascende le mode, le teorie, le volubilità. La gradeur basta a se stessa, direbbe qualcuno.
Le Train Blue
Gare de Paris Lyon
Place Louis-Armand, 75012 Paris, Francia