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La zuppa da spiaggia. Verdetto “proletario” sulle sabbie nobili della Versilia

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UNA ZUPPA. Una classica, semplice (semplice? mah…), povera (povera? mah…) zuppa con patate e cipolle, cavoli e porri, sedano e zucchini, e pane raffermo, e erbette, e fagioli. Ecco il “piatto da spiaggia” 2013, nella sentenza espressa dalla giuria di A Tavola Sulla Spiaggia, ventunesima edizione del concorso fortunatissimo (e divertentissimo) organizzato quasi per gioco dal “mago” delle pr Gianni Mercatali, e ormai appuntamento imperdibile dell’estate versiliese. Giuria capitanata da un Beppe Bigazzi spietato e dissacrante, in formissima in vista del rientro prossimo venturo alla Prova del Cuoco di RaiUno, e composta da grandi cuochi (il decano e patriarca Sirio Maccioni e Cesare Casella da New York, Davide Oldani, Aimo & Nadia, le “stelle” Andrea Mattei, Luca Landi e Chiara Viani a rappresentare Lorenzo), artisti del cibo come il gelatiere sangimignanese pluricampione del mondo Sergio Dondoli, Renato Pozzetto “ristorattore” (ha aperto un locale a Laveno, ecco qui l’articolo) con lo chef Massimo Torrengo e Gino Paoli produttore di olio (lo fa a Campiglia Marittima, l’Olio dei Paoli: ed è ottimo…), giornalisti dal pedigree più o meno eccellente, produttori di vini dall’Alpi a Sicilia – quelli abbinati ai piatti – e infine altri vip. Gli sponsor che hanno messo a disposizione i premi, certo: Cruciani Award con i braccialetti in macramé, Pakerson con le scarpe di lusso su misura, Forte Magazine con la scultura sel greco John Bizas, gli argenti di Cassetti, il relax negli Una Hotel, gli orologi Locman, i premi offerti da Versilia Gourmet, Milano Golosa, i ristoranti Romano e Lorenzo, l’Enoteca Marcucci…

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SERATA in grande spolvero, insomma, al bagno Roma Levante, condotta da uno dei televolti preferiti dai cooking lovers della Toscana: Anna Maria Tossani di Italia 7 (“Aspettando il Tg”) piena di grazia e deliziosa nel suo bell’anito, nel tono charmant e perfino in qualche simpatica paperetta da emozione. E dietro il piatto, abbinato (a mio modesto avviso) con scelta un tantino dubbia a un bianco, seppur ricco, complesso ed elegante (dal Veneto, la Lugana Sansonina 2012 delle tenute Zenato), dietro il piatto c’è un vincitore. Una faccia, mani che hanno cucinato. Udite udite, sulle “sabbie nobili” trionfa il proletario. La zuppa, piatto dei contadini, la memoria va alle comitive della tovaglia a quadri che calavano dalle campagne senesi alle pinete e ai lidi grossetani con auto e camioncini carichi di ogni bendiddio. Zuppe “diacce” comprese. La zuppa, e l’autore: non è certo un vip, Antonio Malanca da Pontedera, ultracinquantenne, pensionato della Piaggio. Non è un vip, ma ha dato il suo contributo a riportare i piedi per terra: dopo anni di composizioni fastose e stracolme di esotismi d’ogni genere, questa edizione di A Tavola sulla Spiaggia riconferma un dato di fatto ormai affermato: sarà la crisi, sarà che ormai non se ne può più – a tutti i livelli: dal super-chef all’avvocato, dalla massaia alle lady salotto – della cucina solo d’immagine, ed la parola d’ordine ritorna “semplicità”. Con un’attenzione precisa e decisa, semmai, all’ingrediente selezionato, alla materia prima scelta, sicuramente di qualità. Così, i concorrenti del Bagno Roma Levante – tutti, davvero – hanno dato vita a suggestivi défilé per presentare le proprie preparazioni: ma nel piatto dei giurati è arrivato il sapore della semplicità. Magari non tutti l’hanno azzeccata in pieno, la preparazione: punteggi non altissimi in qualche caso, commenti tiepidi, e il “solito” Bigazzi a commentare severamente i piatti ma soprattutto a scorticare vivi (tra i tavoli volava il paragone con l’ormai celebre tormentone “Vuoi che muoro???”) i poveri concorrenti, maschi o femmine non importa, spesso con il “controcanto” dell’Oste Custode Paolo Tizzanini da Terranuova Bracciolini, anche lui televolto di RaiUno e satellitari, cuoco esperto e di antica memoria. Doveroso riconoscimento allo staff di Guido Guidi Ricevimenti: una galoppata per cambiare rapidamente e senza troppi tempi morti oltre 500 piatti e altrettanti calici. Applauso.

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PREMI per tutti, comunque, in Capannina, ospiti di Gherardo Guidi che ha tagliato il panettone estivo da cinque chili, rarità della pasticceria Merlo di Pioltello. Detto del primo assoluto, via in carrellata con tutti gli altri.

Premio Antipasti: Susanna Orlando
Premio Antipasti: Susanna Orlando

Tra gli antipasti, Premio Una Hotel alla pappa al pomodoro, buona e precisa benché un po’ piatta, di Susanna Orlando, gallerista al Forte, abbinata al Bonizio 2012 di casa Cecchi.

Premio Primi: Tiziano Fagioli
Premio Primi: Tiziano Fagioli

Tra i primi, Premio Una Hotel al passato di patate e porri con filetti di triglia (“uccisi” dalla pancetta…) di Tiziano Fagioli, imprenditore elettronico fiorentino, abbinato a una novità di Caprai, la Cuvée Secrète 2012.

Premio Secondi: Licia Benussi
Premio Secondi: Licia Benussi

Tra i secondi, Premio Una Hotel alle “milanesine” (bah, meglio “bracioline rifatte”) con caponatina Arcobaleno di Licia Benussi, milanese, consulente e atleta, ammiratissima dal coté maschile della giuria: per lei le bollicine del Perlé Nero Ferrari.

Premio Dolci: Giada Tamburini
Premio Dolci: Giulia Tamburini

Tra i dolci, Premio Una Hotel a Giulia Tamburini, esperta di marketing, empolese, fan del Forte e al suo apprezzatissimo Divin ai frutti rossi e torrone: nel bicchiere ancora Caprai con lo splendido Sagrantino Passito 2008.

Premio Stampa: Tiziana Melli e il figlio Pibe
Premio Stampa: Tiziana Melli e il figlio Pibe

Primo premio assoluto della stampa (Premio Pakerson e Premio da Capannina) al pollo doré con flan di bietole preparato da madre e figlio, Tiziana Mealli e Alessio “Pibe” Lini, profumiera e avvocato di Correggio, abbinato alla Ribolla Gialla Spumante 2009 Collavini. Migliore presentazione (premio Forte Magazine) è stata giudicata quella di Antonella d’Isanto, produttrice di vini a Barberino Val d’Elsa: straccetti di vitello alle erbe aromatiche (ma quante…) dell’orto, sposati all’Aliotto 2010 della Tenuta Podernovo. Per l’eleganza, Premio Locman a un’altra donna del vino, Giovanna Neri da Montalcino, e alle sue polpettine Arcobaleno alle melanzane, abbinate all’ottimo champagne Basetta. Per il piatto “a km zero” il Premio Locman è andato a Luca Bertini, simpaticissimo medico omeopata di Bientina, con una gradevole Delizia di more: nel bicchiere il Cartizze Superiore di Bellussi. Per l’originalità degli accostamenti il premio Ristorante Romano e Ristorante Lorenze è andato a Giampaolo Russo, giovane avvocato pisano, con un Paté di fegato “alla francese” (per via del cognac…) abbinato a un bel rosso, Castello di Vicarello 2006. Come “miglior piatto da spiaggia” la giuria, malgrado dibattiti e perplessità, ha scelto l’insalata di riso all’arancia proposta da Cila Ranzato, italo-brasiliana di Firenze, pure lei super ammirata dagli uomini: nel bicchiere, Leda Alto Adige di Neri. Infine, premio alla tradizione (Versilia Gourmet) a Niccolò e Diletta Righini, venticinquenni gemelli fiorentini: è piaciuta la loro schiacciata di fichi e noci (corretta, ma con poco brio…) abbinata al Gianfranco Ferré passito di Feudi del Pisciotto per il gruppo Castellare di Castellina.

UNA BELLA edizione, insomma. E se ne traggono motivi per riflettere, come s’è detto. Uno, soprattutto: a tavola si sta sempre bene. Anche sulla spiaggia. Anzi, forse meglio se il cibo è buono e la compagnia è bella.

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