A osservarlo, vestito con una cappa e adornato da una fascia, sembra uscito da un film francese di cappa e spada. È invece italianissimo Ezio Pasqualetto, esperto di sabrage, ambasciatore europeo della Royale Confrerie Prestige Des Sacres e maestro sciabolatore (meglio alla francese, maître-sabreur)
A osservarlo, vestito con una cappa e adornato da una fascia dal sapore vagamente esoterico, si direbbe che sia appena arrivato da un film di cappa e spada. Magari uno di quelli interpretati da Gerard Depardieu, di cui in qualche caso richiama persino i tratti. E’ invece italianissimo Ezio Pasqualetto, ambasciatore europeo della Royale Confrerie Prestige Des Sacres e maestro sciabolatore (meglio alla francese, maître-sabreur). In altre parole, lui e i membri della Confraternita – non l’unica, a dire il vero, ma la più prestigiosa – aprono le bottiglie di champagne con un netto colpo di sciabola. Alla fine, ciò che resta del tappo e del collo della bottiglie è questo:
L’abbiamo visto all’opera all’isola d’Elba, all’hotel Hermitage per il 18° concorso internazionale ElbaDrink, dove era ospite insieme alla pittrice fiorentina Elisabetta Rogai come “special guest” della kermesse organizzata dall’ingegner Massimo De Ferrari. Dopo la premiazione dei barman autori dei cocktail migliori, il maître-sabreur si è esibito in una performance dal vivo in cui ha aperto due magnum di champagne con un solo colpo di sciabola. Armato dello strumento, di origine napoleonica ma ben conservato, ha tenuto col fiato sospeso i presenti e raccontato alcuni interessanti aspetti dell’arte del sabrage, prima di “intronare” due nuovi adepti della confraternita, i barman Marco Giovarruscio e Vincenzo Papalia, incrociando due sciabole sulle loro spalle. Abbiamo scoperto, ad esempio, che la bottiglia va tenuta con la mano sinistra, impugnandola in fondo per evitare di farsi male. Poi un colpo secco: se l’operazione è eseguita in maniera magistrale, sarà possibile appoggiare una flute sul collo (o meglio, su ciò che ne resta) della bottiglia e tenerla in equilibrio.
“L’uso della sciabola deriva da Napoleone Bonaparte – racconta Ezio Pasqualetto – che amava aprire le bottiglie così sul finire del Settecento. E’ nata così la confraternita che da allora porta avanti il rito del sabrage. La spada adoperata è del 1785, ha il manico d’oro ed è appartenuta a un ussaro napoleonico. Per provare, occorre adottare tutte le precauzione del caso perché ogni bottiglia ha tra le sei e le sette atmosfere: serve attenzione, ma l’effetto è molto scenografico”.