venerdì 26 Aprile 2024
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Lime, zucchero, menta, rum e soda: i 5 segreti dell’autentico mojito cubano

Gli ingredienti li conosciamo tutti: lime, zucchero, menta, rum e soda. Ma il mojito autentico, quello cubano, è qualcosa di più. Dalle origini alla preparazione fino agli errori più comuni, ecco tutti i segreti del vero mojito cubano

autentico mojito cubano

Come spesso accade, sono i dettagli a fare la differenza. Anche nel mondo dei cocktail. Non c’è bar – e se c’è, il titolare farebbe bene a cercarsi personale migliore – in cui chi sta dall’altra parte del bancone si tiri indietro, davanti alla richiesta di preparare un mojito. Eppure non è detto che tutti i baristi sappiano prepararlo a dovere: in un mondo dove la formazione cede il passo all’autodidattica, spesso l’errore è dietro l’angolo. Ecco perché abbiamo chiesto a un esperto di raccontarci i segreti del vero mojito cubano. Abbiamo trovato il migliore: Nicolò Grigis, 26 anni, brand ambassador italiano per Havana Club, l’azienda appartenente al gruppo Pernod-Ricard e gestita per il 49% dalla distilleria e per il 51% dal governo cubano. L’abbiamo trovato a Pitti Uomo, ospite del brand di abbigliamento Happiness che ha allestito uno stand dedicato alla “Revoluciòn feliz”.

La preparazione del mojito cubano

“Si parte col succo di mezzo lime fresco, spremuto, circa 2,5 centilitri” spiega Nicolò. “Poi occorre sciogliere due cucchiai da tè di zucchero di canna bianco, già raffinato. A questo punto si aggiunge la menta con i rametti (circa 7-8 foglioline che vanno battute nel bicchiere) e 7-8 centilitri di acqua frizzante o soda. Va bene anche l’acqua frizzante perché a Cuba il mojito non è una bevanda alcolica per lo ‘sballo’ ma ha una funzione rinfrescante, e dev’essere gradevole senza ubriacare. Non dev’essere un drink pesante, ma potremmo paragonarlo a un’easy-drink ante litteram. Tornando agli ingredienti, a quel punto si aggiunge il ghiaccio in cubetti interi, non tritato, e infine il rum Havana Club invecchiato almeno 3 anni. Una volta aggiunti tutti gli ingredienti bisogna mescolare senza disfare, ma facendo sì che la soda prenda il sapore della menta e del lime”.

I 5 errori più comuni

Abbiamo visto gli ingredienti e la preparazione del vero mojito cubano. Scontato? Niente affatto: “Gli errori più comuni – aggiunge Nicolò Grigis – vanno dall’utilizzo di un rum non cubano (che viene conservato in barriques, dove prende il caratteristico bouquet) al tipo di ghiaccio da mettere nel bicchiere. Negli anni della golden age del mojito, durante gli anni Venti del Novecento, negli Stati Uniti imperava il proibizionismo: ecco dunque che dai porti del New England arrivavano a Cuba enormi blocchi di ghiaccio, che non veniva certo tritato. In quanto al lime, l’errore più diffuso è buttare nel bicchiere anche pezzi interi, o addirittura la buccia. Si può cadere anche sulla scelta dello zucchero – continua Nicolò – preferendo quello di canna grezzo a quello raffinato. Bisogna considerare che Cuba aveva una grande tradizione di raffinerie per l’export, e lo zucchero lasciava l’isola già pronto per essere consumato. Il rum con lo zucchero grezzo è più tipico di Trinidad e Tobago, ma non dell’Avana. In quanto alla menta, l’ideale sarebbe usare quella variante che a Cuba chiamano ‘hierba buena’ ma non è facilissima da trovare, in Italia. Al di là dei giusti ingredienti, un altro errore diffuso è quello della sovradose: il mojito cubano deve dissetare, non ubriacare o sballare.

Le origini del mojito cubano

mojito cubano

“Esistono diverse leggende riguardo le origini del mojito cubano – spiega ancora Nicolò Grigis – ma le più attendibili concordano sul fatto che all’Avana fosse diffuso un rum grezzo, che spesso doveva venire ingentilito con lime e menta. Poi ci ha pensato Hernest Hemingway a renderlo famoso nel mondo col racconto delle sue degustazioni alla Bodeguita del medio. Tanto che sulla parete spicca ancora una famosa frase, in inglese, di Hemingway: “My mojito in La Bodeguita, my daiquiri in El Floridita. L’associazione che riunisce i cantinieri di Cuba risale al 27 giugno 1924, mentre il primo ricettario cubano di cocktail si pubblicò all’Avana nel 1930. Sei anni dopo, tra il 16 e il 24 novembre 1936, ebbe invece luogo la prima gara nella preparazione dei cocktail celebrata sull’isola.

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Per rendersi conto del ‘peso’ di Havana Club sull’economia del rum basti ricordare che in azienda conferiscono tre distinte distillerie: la San José, la prima dell’isola; quella di Santa Cruz del Norte e quella di Santiago de Cuba, dove a lungo ha operato don José Navarro, il primero maestro che si occupava delle miscele.

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