sabato 20 Aprile 2024
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I sette passi per preparare un tè da famiglia reale inglese (… o cinese?)

Ebbene sì, è possibile sorseggiare un tè gourmet anche senza prendere il primo aereo in partenza per l’Oriente. Però bisogna dimenticarsi le bustine. Ecco i sette passi per preparare un tè degno della famiglia reale britannica

preparare un tè

Secondo un antico proverbio cinese, “una tazza di tè al giorno tiene lontano dalla farmacia”. Non fa rima come il nostrano “Una mela al giorno toglie il medico di torno”, magari, ma il senso è quello. Le proprietà benefiche della camelia sinensis – la pianta da cui ha origine il tè – sono note sin da tempi antichissimi. La presenza di teofillina, teobromina e caffeina fornisce un effetto miorilassante e diuretico, contrariamente alla leggenda metropolitana secondo cui il tè sarebbe un eccitante. L’effetto stimolante della caffeina o teina, infatti, viene bilanciato dall’aminoacido L-Theanina, che invece non è presente nel caffè.
Inoltre i flavonoidi, come la catechina riducono la pressione sanguigna ed il rischio di malattie coronariche.

Un po’ di storia: le origini del tè non sono legate all’Inghilterra

La comparsa delle prime piantagioni sembra risalire al Neolitico (6000 a.C. circa). Le tracce sono state rinvenute nel 2011 in Zhe Jiang, Cina, vedendo uscire vittoriosa la Repubblica cinese dalla competizione con l’India sul terroir di nascita di questa pianta, la cui genesi è stata protagonista per secoli di storie, miti e leggende.

Un po’ di geografia: come si gusta il tè in alcuni Paesi

samovar cerimonia tè russia

Quello del tè è un vero e proprio rito, con un cerimoniale che cambia di Paese in Paese. In Marocco è la più alta forma di ospitalità e la bevanda si versa “schiumandola” dall’alto di mezzo metro, per poi servirla in tre diverse infusioni: amara come la morte, forte come la vita, dolce come l’amore. In Russia è invece un momento intimo, in cui tutta la famiglia si riunisce per la veglia serale intorno al samovar (il grande bollitore tradizionale, che può contenere diversi litri d’acqua calda). Nella tradizionalista Cina il tè si centellina, è forte e si prepara per sei o sette volte utilizzando le stesse foglie. Parte della celebrazione sta proprio nel notare e degustare le infinite differenze di sapore tra un’infusione e l’altra. In Gran Bretagna, alle 17 in punto la pausa viene osservata anche in diversi posti di lavoro. Ci si sofferma per un attimo a degustare una calda miscela di tè nero, accompagnato da dolci tipici e cookies, in un’atmosfera fatta di tazzine e teiere in ceramica decorate nei dettagli.

I sette passi per preparare un tè da famiglia reale inglese

Per gustare un ottimo tè non è sempre necessario (anche se molto auspicabile) trovarsi in vacanza dall’altra parte del mondo. Regina Carrai, figlia di Alfredo, che nel 1961 ha fondato La Via del Tè a Firenze, ci racconta i sette trucchi del tea making:

1) Conoscerne le varietà:  la camelia sinensis può raggiungere diversi livelli di ossidazione o fermentazione ed in base a questi mutare di colore o sapore, dando vita a cinque qualità molto diverse: il tè verde, nero, bianco, l’Oolong (“drago scuro”) ed il Pu Erh (“tè delle origini”), miscelabili tendenzialmente all’infinto con fiori, frutti, spezie e vegetali. E’ importante conoscerle per preparare l’infusione nelle dosi e tempistiche giuste.

preparare un tè

2) Assicurarsi di avere l’acqua adeguata: per non alterare il sapore delle foglie è consigliabile usare un’acqua a basso residuo fisso e Ph neutro (senza disturbare la Ferragni, si può trovare anche al supermercato).

3) Munirsi di un termometro: finché il palato non si sarà fatto davvero fine e attento, la temperatura giusta sarà quasi impossibile da “azzeccare”. Col termometro, invece, possiamo essere sicuri che il calore raggiunto dall’acqua nel bollitore si assesti sui 75-80 gradi per i tè verdi e bianchi, e sui 90-95 per quelli scuri.

4) Utilizzare un infusore capiente: per permettere alle foglie di aprirsi e sprigionare al massimo l’aroma (da evitare quindi i riempimenti fino all’orlo).

5) Fare una cosa controintuitiva: non immergere il filtro nell’acqua, come da prassi nostrana, ma versare direttamente l’acqua sulle foglie.

6) Assaggiare: assaggiare, assaggiare e ancora assaggiare, per capire a che punto della preparazione si è, e se l’infuso “chiede” ancora acqua, foglie, o è perfetto così. Tenendo in considerazione le indicazioni specifiche per le diverse qualità di tè, il nostro gusto personale rimane sempre l’orologio migliore.

7) Godersi il risultato con tutti i sensi: la degustazione del tè è un’esperienza sensoriale a 360°, che non si limita alla ricezione delle famiglie aromatiche tramite le papille ed il palato. La consistenza delle foglie e la loro analisi tattile sono interessanti per comprendere la differenza tra una varietà e l’altra; il colore dell’infusione mostra la sua maggiore o minore concentrazione, ed è curioso notare come questa incida sul sapore. Ultimo ma non ultimo, lasciarsi andare all’aroma sprigionato dal vapore è uno dei momenti più amati dagli appassionati ed uno dei primi punti di valutazione per un quality tester.

Con questi sette consigli della Via del tè si può preparare una vera e propria cerimonia del tè nostrana. O se si preferisce, si può rimanere soli a sorseggiare la nostra creazione in una lenta e rilassante contemplazione. Secondo la signora del tè fiorentina, Regina Carrai, infatti “il tè è magico: favorisce il dialogo e la coesione tra le persone, e al contempo, stimola le più profonde riflessioni”.

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