sabato 27 Aprile 2024
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Valdarno: i progetti di Tenuta San Jacopo tra vino, ricettività, arte e cultura

Con un investimento di 5 milioni, la Tenuta San Jacopo – a Cavriglia, tra il Chianti Classico e il Valdarno – continua la sua evoluzione spaziando dal versante enologico a progetti legati all’ospitalità, all’arte e alla cultura. Eccoli

Cinque milioni di investimenti per trasformare Tenuta San Jacopo da azienda vinicola di Cavriglia (Arezzo) – adagiata su una collina incantevole, cesellata da viali di cipressi e immersa nel verde di pini e querce – a punto di partenza per visitare la Toscana partendo dai vigneti posizionati tra Chianti Classico e Valdarno.

L’investimento della famiglia milanese Cattaneo, che nel 2003 ha rilevato la tenuta con annessa villa padronale settecentesca, espressione dell’architettura rurale toscana, porterà l’azienda – che oggi dispone di 135 ettari tra vigneti (35), oliveti (20) e boschi, con coltivazione esclusivamente biologica – ad aumentare la produzione vinicola dalle 100mila bottiglie della prossima vendemmia a quota 180mila l’anno nel giro di poco tempo. L’export di Tenuta San Jacopo è al 60% e al momento è presente in Germania, Finlandia, Lussemburgo, Svezia, Svizzera, Stati Uniti, Canada, Giappone, Vietnam e Cina.

Sul fronte vinicolo, dal 2014 Tenuta San Jacopo viene seguita da Maurizio Alongi, enologo senese emergente che collabora con diverse aziende toscane e che in Sicilia firma il progetto CentoPassi di Libera Terra, con i vini che nascono dai terreni confiscati alle mafie. Tra i vini di punta realizzati a Cavriglia non mancano Poggio ai Grilli (Chianti DOCG Sangiovese 100%) e Poggio ai Grilli Riserva, così come gli IGT Orma del Diavolo e Caprilius, unico vino toscano ottenuto da 100% di uve di Montepulciano. Eppure il vino non è che il primo passo.

I Cattaneo intendono infatti recuperare una serie di immobili all’interno della tenuta per trasformarli in strutture ricettive. Il frantoio degli anni ‘20, ad esempio, verrà convertito in un bistrot contemporaneo, arricchito da un piccolo salotto che avrà anche un corner degustazione. Dall’altra parte del frantoio verranno realizzate altre 7 camere, e così via. “Si tratta di un investimento latente da anni – racconta Costantino Cattaneo – e che stiamo finalmente realizzando, con attenzione alle tematiche della sostenibilità e della sharing economy: vogliamo trasformare le case dismesse in albergo diffuso orientato verso sostenibilità, agricoltura biologica ed healthy trend”.

I lavori partiranno il prossimo anno e porteranno a realizzare 35 camere, dalla “semplice” matrimoniale alla casa familiare che occupa l’intero piano di una villa. Tra i progetti non manca la ristorazione, con l’apertura del ristorante Il Frantoio inizialmente riservato agli ospiti dell’hotel. Inoltre, uno spazio sarà dedicato a residenza per artisti ospitati nel periodo invernale. “Ospiteremo personalità provenienti da tutto il mondo, in un ambiente per loro suggestivo, nell’intento di abbinare il vino alla creatività”, afferma Cattaneo.

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