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Vernaccia di San Gimignano, vent’anni e non sentirli…

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Vent’anni e non sentirli: era il 9 luglio 1993, quando a San Gimignano arrivò la notizia che la Vernaccia aveva ottenuto la Docg. Dopo ottocento anni di storia – e una prima metà del Novecento definito “periodo infelice” – il primo riconoscimento era arrivato meno di trent’anni prima, con la Doc conferita nel 1966. Da lì in poi è stato tutto un miglioramento, forti della consapevolezza che la qualità di un vino passa prima di tutto attraverso una viticultura attenta alla gestione della vigna e l’acquisizione delle moderne conoscenze tecniche di vinificazione. Concetti che hanno segnato l’ultimo decennio del secolo scorso e l’inizio di una nuova era per la Vernaccia di San Gimignano, che da vino di territorio consumato prevalentemente in loco inizia il suo cammino verso l’eccellenza e la diffusione nel mondo.

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La strada da percorrere – spiega la presidente Letizia Cesani, alla guida del Consorzio dal 2009 – è quella segnata agli inizi degli anni ’90 quando la storia della nostra denominazione ha subito uno stravolgimento: sono cambiate le regole del gioco, come si produce, gli obiettivi, ottenere un vino di qualità posizionato accanto ai cugini rossi di Toscana, le grandi Docg che hanno reso il nostro territorio famoso in tutto il mondo. Su questa strada ci stiamo ancora muovendo, con la consapevolezza che se tanto è stato fatto in questi ultimi 20 anni, tanto deve ancora essere compiuto. Direi anzi che la maturità raggiunta oggi sia più di metodo che di ottenimento di un obiettivo concreto: la perfezione non esiste, esiste un metodo perfetto, quello della continua ricerca della perfezione, che significa essere continuamente proiettati in avanti, fare degli aggiornamenti e della ricerca in tutti i campi legati alla vitivinicultura i principi fondamentali del nostro lavoro. Il mondo oggi è diverso da quello di venti anni fa, ciò che allora andava bene, oggi è diventato obsoleto. Di questo il nostro Consorzio è perfettamente consapevole, per questo guarda al mondo, ma non per stravolgere la Vernaccia di San Gimignano e renderla di volta in volta adatta ai gusti modaioli del momento: la volubilità non è un valore per un vino che vuole rappresentare un territorio e una tradizione, come la Vernaccia di San Gimignano lo è per ‘nascita’ e scelta dei produttori”.

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E ancora: “Guardare al mondo significa capire quali sono i valori emergenti nel vasto mondo della produzione agroalimentare, quali sono le istanze dei consumatori, nella consapevolezza che è su questo piano ‘etico’ che si gioca il futuro del vino di qualità. Oggi non è più sufficiente dire che un vino rispecchia il territorio, fattore fondamentale ma non esaustivo, peraltro gioco facile per un vino come la Vernaccia di San Gimignano il cui vitigno è coltivato solo nel Comune di San Gimignano e solo qui vinificato. Il consumatore è attento a tutta un’altra serie di fattori, come la sostenibilità della produzione, che significa rispetto per la terra e dell’ambiente, la salubrità del prodotto, la tracciabilità di esso. In questa ottica la docg è una garanzia, la legislazione prevede un piano di controlli che tutelano i consumatori sulla provenienza dei vini a denominazione di origine protetta e garantita e la loro rispondenza alle caratteristiche organolettiche di quella particolare denominazione. Ma anche sul fronte della ‘ecosostenibilità’ della produzione il nostro territorio è un passo avanti a tanti altri, forse proprio perché da noi i produttori da sempre vivono in simbiosi con la terra che coltivano, che è fonte di sostentamento economico, ma è anche il luogo dove crescono i propri figli: non c’è una distinzione tra i due mondi, c’è contiguità spaziale e affettiva, e basta guardare la campagna di San Gimignano per capire cosa voglio dire con queste parole”.

Parole confortate dai numeri: circa il 25% dei produttori di vino di San Gimignano sono certificati biologici, è di pochi mesi fa la nascita del Biodistretto di San Gimignano, tutti fattori che indicano il fermento dell’intero territorio nella direzione di una produzione sostenibile.

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