Unico. Quasi esclusivo. Leggenda narra che è solo per i più forti. Decisamente caratteristico e caratteriale: ecco il vino Terrano. Irregolari le vigne abbarbicate in equilibrio instabile su una dura roccia che affondano le radici in una terra rossa inconfondibile
Siamo in un altopiano roccioso di origini calcaree, in una terra impervia e selvaggia caratterizzata dalla permeabilità delle rocce che qui ha scavato e trapassato la terra dando origini a grotte giganti, fiumi sotterranei e doline su cui, giusto un secolo fa, è scorso il sangue di tanti innocenti. Siamo in una terra di confine spazzata da un vento che soffia furioso in tutto il golfo. Siamo nel Carso, appena sopra Trieste, dove Ungaretti fra una battaglia e l’altra scriveva poesie sui pacchetti di sigarette e dove oggi, al posto delle trincee ci sono cantine che fanno eccellenti vini. Il Carso che si divide fra Italia e Slovenia è un susseguirsi di paesaggi selvaggi e microscopici paesini silenziosi fatti di piccole stradine, mura a e secco e nome doppio come da bilinguismo docet. Terra povera, crocevia di mondi, culture e crudeltà che vive da sempre di agricoltura. Qui grazie al clima speciale a metà strada fra Alpi e Mediterraneo ai tempi dell’Impero Austro Ungarico si coltivava frutta e verdura per il mercato di Trieste e fiori per quello di Vienna e poi è venuta la vite. La passione e caparbietà tipica degli sloveni – da sempre loro si occupano di agricoltura, mentre gli italiani preferivano la pesca e il mare – gli ha fatto vincere la lotta con la roccia calcarea per riuscire a piantare, pianta dopo pianta le viti. Da quelle pianticelle oggi si produce un’eccellenza dall’enologia mondiale: il Terrano. Il vino del Carso è inconfondibile con la sua personalità spiccata. Pare scolpito dalla roccia e quel terreno difficile oggi gli regala tutte le sue virtù. Dalla montagna prende l’acidità, dal mare la sapidità e dalla roccia la mineralità. Inconfondibile, caratteristico e caratteriale dicevamo. E’ un vino “antico” molto naturale. Poca chimica in vigna e in cantina, fermentazione spontanea e niente chiarifiche e filtrazioni. ll Terrano nasce dall’omonimo vitigno autoctono a bacca rossa e discendente del Refosco che da vini acidi ed aspri difficili da domare. Insieme ad esso, da Doc è la Malvasia istriana meno aromatica e più minerale rispetto alle malvasie più famose e la Vitovska un interessante ibrido a metà strada fra Malvasia e Gerla (l’uva con cui in Veneto fanno il prosecco tanto per intendersi) che serve per conferire longevità e finezza. Il Terrano è un vino particolare come abbiamo già detto. I profumi sono intensi, il gusto aspro e deciso che col passare del tempo diviene sempre più seducente e invitante. Secco, dal colore rubino intenso, con riflessi violacei. Il profumo è selvatico, ricco di frutti di bosco e violetta. In bocca è moderatamente tannico, con una forte acidità e un corpo vigoroso, ma di grande armonia. La gradazione moderata e l’acidità ne fanno il compagno ideale dei cibi della tradizione contadina locale. Fra tutti i deliziosi salumi e formaggi locali, ma anche i più appetitosi piatti tipici del Carso come la selvaggina e i piatti di carne in genere, su tutti il maiale e la caratteristica jota, una minestra di fagioli e crauti. Ma sul Carso il Terrano non disdegna anche i pesci grassi come salmone e anguilla. Il luogo migliore dove degustarlo insieme alle delizie appena narrate è senza dubbio una Osmiza, ovvero una di quelle case private, in genere costruzioni tipicamente carsiche, aperte per brevi periodi – in origine otto giorni, dallo sloveno osmeca – dove a prezzi molto convenienti è possibile degustare i prelibati prodotti locali, serviti in tavola con il sorriso e la familiarità dei gestori del luogo, in un affascinante scenario rurale affacciato sulle luci del golfo di Trieste. Foto: Colour of Istria