Dopo le Balze Rosse e Rosa, tocca alle Balze Verdi (al posto del Green Label): l’azienda agricola I Balzini, a Barberino Val d’Elsa, continua l’operazione di revisione delle etichette in chiave “autarchica”
Ancora novità nell’azienda agricola I Balzini, a Barberino Val d’Elsa, dopo la presentazione del Balze Rosse 2018 continua il progetto Ritorno al Futuro voluto da Diana D’Isanto e varato nel 2017 con la presa in carica della gestione dell’azienda di famiglia: la seconda nuova etichetta – I Balzini Balze Verdi – sancisce la scelta di una sorta di autarchia delle nomenclature, col bando degli anglicismi.
“Fin da subito – spiega – la mia idea è stata quella di recuperare i presupposti produttivi iniziali in un’ottica e una sensibilità contemporanee. Ci sono voluti almeno un paio di anni per capire come integrare tradizione e innovazione senza snaturare la storia aziendale. Volevo dare un segnale forte di questo passaggio generazionale, non solo a livello di approccio enologico ma anche di immagine. Recentemente la pandemia ha risvegliato in molti di noi una sorta di sentimento ‘patriottico’: abbiamo rivalutato i nostri confini e ne abbiamo riscoperto il valore e la bellezza.
“Per questo motivo – continua Diana – abbiamo deciso di riportare a un lessico familiare i nomi dei nostri vini, rinunciando agli anglicismi e dando importanza alla conformazione stessa dei nostri vigneti. I Balzini infatti altro non è che il nome che il catasto ha dato a questo territorio in virtù della sua conformazione a balze appunto. Questa transizione linguistica dei nomi delle etichette lascia invariata l’identificazione attraverso i colori ma, escludendo una mera traduzione letterale, ne esalta la componente territoriale”.
Da queste premesse sono nati il Balze Rosse (ex Red Label) mentre a primavera il Balze Rosa (già Pink Label), il rosato di famiglia. Adesso tocca al Balze Verdi 2020, a base di Sangiovese e Mammolo. Se il Balze Rosse rappresentava ancora una fase intermedia di questo progetto, il Balze Verdi invece racchiude cambiamenti anche nell’aspetto produttivo ed enologico: è il primo vino interamente lavorato dal nuovo enologo David Casini che da un anno ha sostituito Barbara Tamburini. Inoltre, nell’annata 2020 i Balzini hanno formalizzato la conduzione biologica: “Dopo anni di impegno e investimenti per una produzione sostenibile – conferma Diana – abbiamo deciso di richiedere la certificazione in modo da ufficializzare la nostra sensibilità verso l’ambiente e verso il consumatore, l’annata 2021 sarà la prima a fregiarsi dell’indicazione Bio in etichetta”.
I Balzini
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