giovedì 25 Aprile 2024
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Vino: la seconda vita della Tenuta Casenuove (Panzano in Chianti)

Da icona toscana negli anni ’70 a oggi, le evoluzioni di Tenuta Casenuove (Panzano in Chianti) oggi proprietà dell’austriaco Philippe Austruy, che ha guidato la rinascita dell’azienda

tenuta casenuove panzano

La Tenuta Casenuove, a Panzano in Chianti, è un nome che molti – specie quelli un po’ più grandicelli – ricordano perché negli anni ’60 e ’70 i suoi vini erano piuttosto conosciuti. Chi scrive ha in cantina una bottiglia di Vino Toscano IGT ereditata dal nonno che risale proprio a quel periodo. Naturalmente erano vini diversi da quelli prodotti oggi, ma ciò fa capire quanto sia lunga la storia di questa azienda vitivinicola che vuole adesso far conoscere il lavoro svolto negli ultimi anni riappropriandosi del suo posto tra i viticoltori di Panzano e del Chianti.

tenuta casenuove panzano

Quando nel 2015 l’acquistò Philippe Austruy, proprietario di tre tenute vitivinicole in Francia e una in Portogallo, non era in buone condizioni: le vigne erano lasciate a se stesse e i terreni mal tenuti. Molti avrebbero cercato altro ma non lui che, con spirito visionario, aveva visto l’enorme potenziale della tenuta.

tenuta casenuove panzano

Iniziò la ristrutturazione, restaurando muretti a secco e terrazzamenti, circondandosi di uno staff giovane e competente: Alessandro Fonseca che dirige la tenuta insieme all’enologo Cosimo Casini e, in cantina, all’enologa Maria Sole Zoli. Dopo 5 anni Tenuta Casenuove ritrova il suo antico splendore, e grazie alla collaborazione con Galleria Continua si circonda di opere d’arte.

tenuta casenuove panzano

Tenuta Casenuove si estende su 120 ettari ed è esposta a sud / sud-ovest, con terreni ottimamente esposti, caldi e ben drenanti. Nel 2016 inizia la prima fase dell’opera di restauro dei vigneti reimpiantando un ettaro e mezzo di Cabernet Franc, un ettaro e mezzo di Cabernet Sauvignon e due ettari di Sangiovese, rendendo quest’ultima la varietà principale per superficie vitata presente in azienda. In seguito sono stati ricercati nella proprietà cloni e vitigni autoctoni per valorizzare i vini del territorio. Nel 2018 sono state integrate varietà quali Canaiolo, Colorino e Ciliegiolo, vitigni complementari del Chianti Classico, e venne iniziato il passaggio alla produzione biologica.

tenuta casenuove panzano

La vendemmia viene eseguita esclusivamente a mano e, al suo arrivo in cantina, l’uva viene selezionata ben due volte prima di giungere in vasca. Solo gli acini più perfetti e maturi vengono messi a fermentare in vasche di cemento dove fermentazione e macerazione vengono assistite da rimontaggi e follature delicati. Il vino viene in seguito conservato in vasche di cemento o acciaio in attesa del trasferimento in bottaia per l’affinamento, che dura dai dieci ai venti mesi a seconda della sua destinazione finale.

All’Atelier de’ Nerli abbiamo assaggiato i Chianti Classico della Tenuta Casenuove in abbinamento ad alcuni piatti del ristorante. Abbiamo iniziato con Ziik, uno spumante rosé brut prodotto secondo il metodo Charmat dall’azienda vinicola Austry con Sangiovese in purezza proveniente dai migliori appezzamenti. Floreale al naso e molto piacevole al gusto.  Abbinato a mozzarella di Battipaglia con tris di prosciutti, esalta il gusto dei cibi e sgrassa la bocca grazie al perlage e alla sua acidità.

A seguire il Chianti Classico 2018 in abbinamento ad un crostone con caciocavallo dell’Irpinia con zucchine trifolate, basilico e origano. Prodotto con 80% Sangiovese, 15% Merlot, 5% Cabernet Sauvignon, dopo la fermentazione affina in tonneau per 6/10 mesi. Ha un colore rosso rubino intenso, al naso si percepiscono i sentori di fiori e frutti rossi ed esalta il piatto grazie anche al gusto piuttosto equilibrato. La dolcezza e la morbidezza ben contrastano i tannini ancora un po’ preponderanti. Buono il finale di bocca e la persistenza

Il Chianti Classico 2017 è stato degustato in abbinamento a paccheri di Gragnano al ragù bianco di salsiccia, faraona e coniglio con profumi di alloro, rosmarino e bacche di ginepro. Il vino è elegante e persistente. I sentori sia al naso che al gusto non sono invasivi ma mostrano un buon equilibrio.

Infine con la scaloppata di manzo servita su un crostone di pane tostato cono olio aromatizzato alle spezie toscane e scaglie di formaggio fresco di capra e spinacino fresco saltato con aglio fresco abbiamo degustato il Chianti Classico Riserva 2017 prodotto con Sangiovese in purezza che, dopo la fermentazione, affina in botti di rovere francese e austriaco e tonneau. Di colore rosso rubino intenso, al naso si sentono subito i frutti rossi, in particolare la marasca sotto spirito, poi fiori rossi appassiti, note balsamiche e boisé. Al gusto il vino è morbido, corposo, fresco sapido e tannico. Un vino equilibrato e molto piacevole da gustare.

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