venerdì 26 Aprile 2024
HomeStorie e personaggiCosì vicina, così...

Così vicina, così distante: la cucina albanese tradizionale, dal melograno al ferlik

Un viaggio da Scutari, nel nord, fino alla capitale Tirana, alla scoperta della cucina tradizionale albanese. Scoprendo la passione di questo popolo per la melagrana, la carpa in umido o l’agnello arrosto cotto per 8 ore (ferlik), fino alla colazione con riso e gulash. Ecco la cucina albanese tradizionale

img_5485

Geograficamente così vicina, eppure così lontana nelle tradizioni gastronomiche, dovute al susseguirsi di influenze – prima quella cristiana, poi la turca, infine quella jugoslava – che nel corso della storia l’hanno portata ad assorbire stili e usanze diverse. L’Albania a tavola è specchio del suo passato, oltre che delle materie prime che la terra mette a disposizione. Abbiamo seguito un itinerario cultural-gastronomico, scoprendo la passione di questo popolo (soprattutto nel nord) per la melagrana, oppure alcuni piatti tipici come la carpa in umido del lago di Scutari o l’agnello arrosto cotto lentamente per oltre 8 ore.

Scutari, il nord

img_5451

Adagiata sulle rive del lago omonimo ai piedi del castello di Rozafa, là dove confluiscono i fiumi Buna, Drin e Kiri, Scutari è senza dubbio uno dei luoghi più interessanti dell’Albania. La favorevole posizione geografica l’ha posta al centro di importanti rotte commerciali che in passato collegavano l’Europa orientale a quella centro-occidentale, come è evidente anche dalle navi disegnate sulle antiche monete locali. L’attitudine al viaggio diede un notevole impulso economico, ma non solo, alla città. Scutari è infatti tra le città albanesi più ricche di testimonianze storiche, oltre a essere il cuore della regione settentrionale del Gheg.

img_5474

Da un punto di vista paesaggistico merita una visita al castello di Rozafa, una fortezza di 4 ettari situata su una collina a 130 metri d’altezza che testimonia il passaggio di diverse civiltà: se il sito fu abitato fin dal primo periodo dell’età di bronzo, i massi risalgono al periodo illirico mentre le mura medievali mostrano le varie stratificazioni (bizantine, veneziane, turche). Nel XV secolo la fortezza subì due assedi da parte dell’esercito ottomano: nel secondo, guidato dal sultano Mehmet II, il castello subì gravi danni alle fortificazioni e agli edifici principali.

cucina albanese tradizionale

Sul fronte gastronomico, la presenza del grande lago ha fatto sì che il piatto tipico da assaggiare diventasse la carpa in umido: l’abbiamo trovata inaspettatamente meno grassa e “fangosa” di quanto potesse far pensare il fatto che si tratta comunque di un pesce di lago. L’intingolo di pomodoro e cipolla la rende non esattamente leggera, ma la vista del lago dal ristorante Illyria col vento che soffia da est la rende vieppiù apprezzabile come esempio della cucina albanese tradizionale.

cucina albanese tradizionale

Oltre a questa, abbiamo scoperto il Buke Misri, il pane di mais locale (sopra), che all’interno è bianco e non giallo polenta: frutto della necessità – ai tempi del comunismo il grano non era poi così diffuso, quindi la popolazione ha dovuto usare il mais come succedaneo – è più friabile del pane tradizionale.

cucina albanese tradizionale ferlik

Dal pesce alla carne, il prodotto principe del nord dell’Albania è sicuramente l’agnello, che predilige preparazioni alla brace: qui spesso viene messo a cuocere lentamente per almeno 8 ore allo spiedo, ed è chiamato ferlik. La carne è rustica e vagamente selvatica, ma molto più saporita degli agnelli da supermercato. Lo testimonia il grasso, che insieme alla carne prende gli aromi delle erbe che l’agnello mangia. L’abbiamo assaggiato al ristorante Dardha, a pochi chilometri dal confine con il Montenegro.

Kruj (Croia), l’interno

museu

Scendendo da Scutari verso la capitale Tirana, la seconda tappa del viaggio è stata Kruj, città collinare famosa per le rovine del castello costruito nel V secolo d.C. sui resti di un precedente insediamento illirico del III secolo a.C. Grazie alla lunga inespugnabilità, caposaldo dei domini dell’eroe nazionale Scanderbeg (qui la sua tomba a Lezhe) e della resistenza contro i turchi, Kruj divenne una delle città più note nell’Europa medioevale. Il 15 ottobre 1478, solo grazie a un negoziato i turchi riescono a entrare nel castello. Qui, una volta entrati, infrangendo i patti passarono a fil di spada tutte le persone trovate all’interno.

cucina albanese tradizionale

La giornata inizia con la tipica colazione albanese, il “pilaf e tasqebab” formato da un piatto di riso pilaf e gulash, con salsicce (simili a quelle del tradizionale breakfast inglese): non certo leggera come un cappuccino & brioche, ma calata nel suo contesto ha il suo perché. L’alternativa è data dal classico caffè, accompagnato però da un bicchierino di grappa all’uva fragolina. Un’usanza simile al resentin trentino, ma con un distillato più leggero e aromatico.

img_5489

Andiamo a pranzo in una trattoria casalinga – molto casalinga – sulle montagne intorno a Kruj, percorrendo una strada tortuosa ma ben tenuta. Il locale è a conduzione familiare, con il camino e la stufa accesi, la luce che ogni tanto si abbassa per un calo di tensione, su una parete gli angeli cristiani e sull’altro figure religiose islamiche. Onnipresente, l’aquila bicipite simbolo nazionale. Gli assaggi prevedono la focaccia di mais condita con crema di yogurt e pomodori, un formaggio di capra dal sapore molto intenso, i sottaceti (soprattutto melanzane, olive e pomodori verdi), patate aromatizzate con scaglie di formaggio, una sorta di focaccia ripiena di verdure, un intingolo di fegato di agnello affogato nella salsa di ricotta e peperoni. Come portata principale abbiamo ancora l’agnello, stavolta però in un tegame di terracotta passato in forno.

Tirana, la capitale

tirana3

Dopo una breve sosta a Laç – dove le auto di lusso abbondano in maniera quantomeno sospetta, considerato che era il luogo in cui il regime comunista internava i dissidenti e riuniva criminali da tutta l’Albania – arriviamo a Tirana. Si tratta di una città di 600mila abitanti che oscilla tra il retaggio comunista e la riacquistata libertà degli ultimi vent’anni. Troviamo opere di arte contemporanea a poca distanza dalla piramide dove l’ex dittatore Envar Hoxha voleva conservare le testimonianze di ciò che di buono ha fatto il comunismo nel Paese, con un’architettura di stampo totalitario e la sistemazione monumentale di parchi ed edifici. La città è tranquilla, tollerante e operosa: moschee e chiese, tutte ovviamente di recente costruzione dopo la distruzione durante sotto il regime comunista, stanno fianco a fianco senza alcun problema.

image4

Chi pensa che in una città che fino al 1997 viveva nella dottrina dell’egualitarismo spinto non ci sia spazio per il mondo luxury sbaglia: accanto agli hotel 5 stelle in pieno centro città c’è il Xheko-Imperial, ad esempio, albergo sfarzoso ed elegante che ospita il ristorante Carlsberg. Qui si possono trovare sia i piatti della cucina tradizionale, opportunamente rivisitati in chiave contemporanea, sia una cucina di foggia più internazionale con forti contaminazioni italiane.

Pillole (semiserie) di Albania

  • Se c’è una cosa che in Albania non manca sono le auto di grossa cilindrata, a partire dalle Mercedes. Sotto i 2000, come cilindrata, non esisti. Gli unici che non ce l’hanno sono i poliziotti della stradale: in un inseguimento, la “Policia rrugore” parte molto, molto svantaggiata. Specie se l’inseguito arriva da Laç.
  • Come primo corollario, il rapporto tra chilometri di strade e il numero dei benzinai è incredibilmente alto. Nonostante ciò, non sono pochi coloro che partendo dalla pompa di benzina hanno ampliato l’offerta con bar e motel
  • Come secondo corollario, il numero di gommisti e venditori di ricambi d’auto è enorme, così come la quantità di pneumatici lasciati a bordo strada nelle zone più rurali
  • Come quarto corollario, la scritta “Lavazh” (lavaggio auto, ndF) è praticamente ovunque. Tanto costa 1,50 euro, rispetto ai 20 euro italiani (pulizia dentro e fuori).
  • Come quinto corollario, la polizia è facile alla contravvenzione. Ci siamo incappati anche noi, ma ce la siamo cavata con 8 euro di sanzione
  • Come sesto corollario, chi non ha l’auto può accomodarsi a bordo strada e aspettare pazientemente. Presto si fermerà qualcuno per offrire un passaggio, oppure un autobus.
  • Come settimo (e ultimo) corollario, i semafori albanesi sono veramente brillanti. Un sistema di led (vedi foto) fa sì che tutto il pilone diventi alternativamente rosso o verde, e spesso ci sono display che contano alla rovescia quanto manca al cambio di colore. Perché in Italia si discuta di sistemi elettorali anziché di questo, resta per me un mistero.
  • I negozi di abiti da sposa in Albania pullulano, e l’esperienza di assistere a un matrimonio balcanico è qualcosa che prima o poi chiunque dovrebbe fare. Dura due giorni e ha regole ferree, che prevedono cibo e musica senza soluzione di continuità
  • Se la gente si sposa, poi ovviamente mette su famiglia: il numero di mobilifici presenti è elevatissimo

Rimani aggiornato: iscriviti!

ARTICOLI SIMILI

Gli chef Shimpei e Sayuri hanno sposato la linea biologica e 'green' del ristorante agricolo 'Sale' di Poggio ai Santi, affacciato sulla Costa degli Etruschi

DELLO STESSO AUTORE

Continua a leggere

Mixology, l’ultima frontiera: alla cocktail week di Udine il pairing con gli insetti

Udine: torna la Cocktail Week tra guest con barman di spicco, cene in stile asiatico, tattoo, ikebana e… pairing con gli insetti: dal 25 aprile al 2 maggio ricco carnet di appuntamenti all’insegna delle contaminazioni sensoriali col mondo orientale. Ecco tutti gli eventi

Fiesole, tre fil rouge per il menù d’esordio di Antonello Sardi al ristorante Serrae

Il menù d'esordio dello chef fiorentino al ristorante Serrae dell'hotel Villa Fiesole - nell'omonima cittadina - punta sull'uso di fondi diversi, su sapori netti e sulla valorizzazione dei vegetali del territorio

Dove mangiare all’aperto a Roma? Otto locali tra pop e gourmet

Tra le tante opzioni che riserva Roma, abbiamo selezionato otto ristoranti dove poter mangiare all’aria aperta e godere di ottimi menu stagionali sotto il cielo della città eterna.