Nato con l’ape vintage itinerante, Pescepane trova ora casa in Sant’Ambrogio, in un locale con una cucina ispirata allo street food di mare e ai sapori decisi: non lontano dalla piazza della movida arrivano fritture, pappa al baccalà e sorbetti tra arredi minimal, pareti verde mare e nasse da pesca come lampadari
Li avevamo lasciati qui, sul lungarno del Tempio, con l’ape vintage itinerante a proporre street food di mare come mozzarella in carrozza (il “Pescepane”, appunto) e fritti misti. Li ritroviamo a Firenze in Sant’Ambrogio, uno dei luoghi cult della movida fiorentina, non più – o non soltanto – in forma stanziale ma ben stabili in via Carducci. Insieme all’ape, infatti, i titolari del primo street seafood cittadino hanno messo radici e pensato a un vero e proprio locale: la Cucina di Pescepane.
Non chiamatelo ristorante, però, perché l’obiettivo è comunque offrire un servizio leggero e veloce sempre all’insegna del pesce, anche da asporto. E così, tra arredi minimal con pareti verde mare – il colore ufficiale del brand con la lisca di pesce, peraltro – e nasse da pesca come lampadari, Pescepane propone un menù abbastanza corto e stagionale, non suddiviso nelle tradizionali categorie (anche perché non ci sono primi, proprio in coerenza con lo spirito street food).
Ecco dunque fritture miste, pappa al pomodoro con moscardini o con baccalà, panzanella di mare, ecc… fino a zuppe e minestre. Il menù lo si compila in autonomia al tavolo, segnando quantità e ordine delle portate, e si consegna al personale di sala, a riprova di uno stile easy che funzionerà a pieno regime con l’apertura del dehor estivo.
Oltre alla versione del “Pescepane” come crostino, tra i piatti più rappresentativi spiccano il fritto misto con gamberi argentini, anelli, ciuffi, latterini e mazzancolle con crudité di verdure, acciughe e sarde con panatura di mandorla e finocchio e panzanella di mare croccante con cozze, vongole e gamberetti. Il pane, infatti, fa da filo conduttore nei piatti, magari sotto forma di panature originali, in continuo dialogo con l’altra metà dell’insegna: il pesce, che viene acquistato da fornitori certificati e ormai di fiducia. Chiude il menù una serie di sorbetti creati ad hoc da Simone Bonini di Carapina per Pescepane. Da bere si può scegliere tra vino bianco della casa al bicchiere o una breve lista di etichette italiane (una bollicina, un bianco, un rosé, un rosso). In alternativa birra artigianale o Menabrea o bibite gassate, ma sempre in vetro.
Con i suoi 28 coperti la Cucina di Pescepane sarà aperta a pranzo e a cena (orario 12-15 e 19-23), tutti i giorni tranne il lunedì: in plancia di comando Tommaso Giovannini e Gianni Pierattoni, già soci nell’impresa del foodtruck, mentre il terzo socio fondatore, Nicola Pasqua, rimarrà a coordinare la parte relativa allo streetfood con le due Apecar. A loro si sono aggiunti in questa avventura altri due amici: Simone Landi e Matteo Rodà. Dal 15 aprile a metà ottobre, infatti, l’apecar vintage di Pescepane tornerà sul Lungarno del Tempio insieme ai truck de La Toraia, con gli hamburger di vera Chianina, e i gelati d’autore di Carapina.