lunedì 29 Aprile 2024
HomeStorie e personaggiLa pastiera napoletana...

La pastiera napoletana a Firenze: ecco dove (e soprattutto come)

Dolce di origine partenopea, ormai diffuso in tutta Italia. Dolce pasquale, ormai non impossibile da trovare in tutti i periodi dell’anno. Dolce non complicato da eseguire, ma in grado di fare la differenza se preparato a dovere. Ecco la pastiera napoletana, e dove trovarne una buona a Firenze

pastiera napoletana - I Tre Forchettieri (chef Angelo Martinazzo - Filipepe

Nonostante sia un prodotto di tradizione antica, la pastiera napoletana è un dolce in evoluzione: di origine partenopea, ormai è diffuso in tutta Italia; nasce per il periodo pasquale, ma ormai non è impossibile trovarla in tutti i periodi dell’anno; è un dolce non complicato da eseguire, ma in grado di fare la differenza se preparato a dovere. A Firenze, dove pure non manca un’enclave napoletana, non è facilissimo trovarne una buona nei ristoranti. La si può trovare da Eataly, alla pizzeria amalfitana in via della Mattonaia e in una manciata di altri locali Neaples-oriented. Tuttavia, per farci raccontare tutto ciò che c’è da sapere sulla pastiera napoletana ci siamo rivolti ad Angelo Martinazzo, chef caprese del Filipepe (via San Niccolò, 39, ne abbiamo parlato qui).

pastiera napoletana - I Tre Forchettieri (chef Angelo Martinazzo - Filipepe

Gli ingredienti della pastiera napoletana sono noti: in estrema sintesi, la pastiera napoletana è una torta di pasta frolla farcita con un impasto a base di ricotta, frutta candita, zucchero, uova e grano bollito nel latte. “Metto a cuocere il grano insieme al latte e alla buccia di limoni di Sorrento – spiega Angelo – con l’aggiunta di un po’ di cannella e soprattutto l’essenza di fior d’arancio“. E’ proprio questo, uno dei segreti della pastiera: “A volte la gente esagera con la cannella in polvere, col risultato che copre tutti gli altri sapori. Invece è fondamentale che tra gli aromi spicchi il fior d’arancio: non è facile trovarne di buona qualità, ma se c’è quello buono, poche gocce si sentono in maniera netta”.

pastiera napoletana - I Tre Forchettieri (chef Angelo Martinazzo - Filipepe

A parte, occorre preparare un’emulsione di zucchero e ricotta di pecora e tenerla in frigo per 24 ore. Niente paura, lo zucchero funge da conservante e garantisce che la ricotta non si deteriori per giorni. “C’è chi usa preparare un unico impasto – aggiunge – ma io preferisco aggiungerlo in seguito, insieme ai canditi”. Un altro punto importante della preparazione, su cui è facile commettere errori, è la pasta frolla, fatta con burro da pasticceria (leggermente diverso da quello normale) e scorze di limone e arancia “Non serve impastare a lungo, perché per avere un impasto compatto e omogeneo è sufficiente avvolgerlo nel cellophane e tenerlo dieci minuti in frigo”.

pastiera napoletana - I Tre Forchettieri (chef Angelo Martinazzo - Filipepe

A questo punto, stesa la pasta frolla, si usa uno stampino per creare la base, che verrà adagiata sulle formine monoporzione opportunamente unte per evitare che la pasta frolla si incolli sul fondo.

IMG_7430

E’ importante che lo strato di pasta frolla aderisca perfettamente alla base dello stampino, senza lasciare eventuali bolle d’aria.

pastiera napoletana - I Tre Forchettieri

A questo punto la pastiera apparirà come nella foto in alto. E’ il momento di “spennellare” il bordo con dell’uovo (foto in basso):

pastiera napoletana - I Tre Forchettieri (chef Angelo Martinazzo - Filipepe

Ora si utilizza la pasta frolla rimasta per preparare due strisce che andranno a sovrapporsi, in due direzioni diverse e incrociate, nella parte superiore della pastiera.

pastiera napoletana - I Tre Forchettieri (chef Angelo Martinazzo - Filipepe

Ora non manca quasi nulla: il passo successivo consiste nell’infornare. “Non prima – spiega ancora Angelo Martinazzo – di aver dato alla pastiera una spolverata di zucchero di canna. Questo in forno caramellerà e darà un effetto molto ricercato”.

pastiera napoletana - I Tre Forchettieri (chef Angelo Martinazzo - Filipepe

“Non preoccupatevi se la pastiera è troppo alta, quando viene messa in forno – aggiunge lo chef di Filipepe – perché siamo sempre in tempo a eliminare quella in eccesso”. Dopo 18 minuti in forno a 180 gradi, la pastiera è quasi pronta: una spolverata di zucchero a velo (foto in basso) e ci siamo!

pastiera napoletana - I Tre Forchettieri (chef Angelo Martinazzo - Filipepe

Un ultimo consiglio: “La monoporzione si può assaggiare anche appena uscita dal forno, ma una pastiera più grande ha in genere bisogno di riposare un po’ per essere sicuri che l’impasto si ‘assesti’ in maniera omogenea e non faccia sorprese al momento del taglio”. Et voilà:

pastiera napoletana - I Tre Forchettieri (chef Angelo Martinazzo - Filipepe

Rimani aggiornato: iscriviti!

ARTICOLI SIMILI

Gli chef Shimpei e Sayuri hanno sposato la linea biologica e 'green' del ristorante agricolo 'Sale' di Poggio ai Santi, affacciato sulla Costa degli Etruschi

DELLO STESSO AUTORE

Continua a leggere

Mixology, l’ultima frontiera: alla cocktail week di Udine il pairing con gli insetti

Udine: torna la Cocktail Week tra guest con barman di spicco, cene in stile asiatico, tattoo, ikebana e… pairing con gli insetti: dal 25 aprile al 2 maggio ricco carnet di appuntamenti all’insegna delle contaminazioni sensoriali col mondo orientale. Ecco tutti gli eventi

Fiesole, tre fil rouge per il menù d’esordio di Antonello Sardi al ristorante Serrae

Il menù d'esordio dello chef fiorentino al ristorante Serrae dell'hotel Villa Fiesole - nell'omonima cittadina - punta sull'uso di fondi diversi, su sapori netti e sulla valorizzazione dei vegetali del territorio

Dove mangiare all’aperto a Roma? Otto locali tra pop e gourmet

Tra le tante opzioni che riserva Roma, abbiamo selezionato otto ristoranti dove poter mangiare all’aria aperta e godere di ottimi menu stagionali sotto il cielo della città eterna.