sabato 20 Aprile 2024
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La classifica: dove vanno a mangiare giornalisti enogastronomici e foodblogger fiorentini

Dopo la classifica dei ristoranti preferiti dagli chef fiorentini, ecco la graduatoria relativa ai giornalisti enogastronomici, ai food-blogger, agli uffici stampa e agli influencer del settore. Vincono Santo Bevitore, Ora d’Aria, il Magazzino e Burde. Ma non mancano le sorprese

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Qualche tempo fa lanciammo su questo sito una speciale classifica, quella relativa ai ristoranti più amati dagli chef fiorentini: a cuochi e ristoratori chiedemmo di indicarci tre locali da loro particolarmente amati, quelli dove vanno regolarmente a mangiare quando non sono impegnati nelle rispettive strutture. A distanza di qualche mese, abbiamo chiesto la stessa cosa a chi spesso sta dall’altra parte della barricata, ossia giornalisti enogastronomici, food-blogger, uffici stampa di settore, fotografi e influencer (in senso buono…). Un piccolo “esercito” di oltre 60 nomi ai quali abbiamo domandato di esprimere tre preferenze, rimanendo nei confini geografici di Firenze e dintorni.

giornalisti enogastronomici

Tra i partecipanti al sondaggio, i cui nomi non sono in alcun modo ricollegabili alle rispettive preferenze, abbiamo giornalisti della carta stampata cittadina (Giuseppe Calabrese e Gerardo Adinolfi per Repubblica, Irene Arquint per il Tirreno o Paolo Pellegrini per la Nazione), dei periodici, delle radio (Luca Managlia), della tv (Annamaria Tossani) e dei siti internet, oltre che ad alcuni tra i più autorevoli freelance del panorama dell’informazione agroalimentare, da Stefano Tesi a Leonardo Romanelli, da Paola Mencarelli a Eleonora Cozzella.

foodblogger giornalisti enogastronomici

Insieme a loro, food-blogger sia italiani – come Bianca Tecchiati e Lorenzo Noccioli, Stefano Degl’Innocenti , Fabio Campetti o Elisabetta Cuturello – che stranieri ma residenti in città, come Coral Sisk o Katarina Andersson. E ancora: uffici stampa come Giulia Dirindelli, Sara Chiarello o Claudia Porrello, fotografi come Lido Vannucchi o Andrea Moretti e pr come Alessandro Grassi o Gianni Mercatali. Un campione variegato per età e professione, ma che ben conosce la città di Firenze, i suoi protagonisti e – of course – i propri gusti. Una precisazione è d’obbligo: non abbiamo chiesto i locali reputati migliori in base a valutazioni tecniche, né quelli dove si va più spesso. I ristoranti – per dare un’idea più precisa – sono quelli dove si andrebbe più volentieri una sera qualsiasi, quando non si ha voglia di cucinare e non si hanno impegni lavorativi, indipendentemente da ogni altra considerazione.

foodblogger-1

Il quadro che emerge dalle preferenze raccolte è per certi versi una conferma per alcuni dei ristoranti più in voga degli ultimi anni, ma nel complesso il giudizio non ricalca necessariamente quello delle guide. A trionfare nella classifica degli addetti ai lavori fiorentini è infatti il Santo Bevitore, con 12 preferenze, ossia non un ristorante stellato: il locale in Santo Spirito è sempre presente nelle guide ma mai nelle posizioni apicali. Per trovare una stella bisogna andare sulla piazza d’onore, che spetta all’Ora d’Aria di Marco Stabile, mentre il bistellato Palagio di Vito Mollica resta fuori dal podio insieme alla tristellata Enoteca Pinchiorri. La medaglia di bronzo va – parimerito – a due altri ristoranti apprezzato, la Tripperia il Magazzino di Luca Cai eDa Burde di Paolo Gori, entrambi con 9 voti.

giornalisti enogastronomici

In buona posizione, per i giornalisti enogastronomici fiorentini, anche SeSto on Arno di Matteo Lorenzini con 7 preferenze, seguito dall’Essenziale di Simone Cipriani a quota 6 voti e una serie di ristoranti con 5 punti cadauno: si tratta del cinese Dim Sum in via de’ Neri, di Gurdulù di Entiana Osmenzeza, del già citato Palagio e di Pane e Olio.

giornalisti enogastronomici

Dopo la pizzeria Santarpia di Giovanni Santarpia con 4 voti, a quota 3 preferenze troviamo una sequenza eterogena di locali: da un lato una trattoria tipica Ruggero, dall’altro icone (stellate e non) come Enoteca PinchiorriCibreo e la Bottega del Buon Caffè. Non mancano in graduatoria, sebbene con un voto a testa, i locali più diversi: quelli di maggior prestigio, quello a suo tempo incoronato come il più votato dagli chef fiorentini (Io – Osteria Personale), quelli più o meno turistici e così via.

Mi sia concessa un’ulteriore riflessione: questo sondaggio, che ovviamente non ha pretese di valenza scientifica (ma che non bollerei nemmeno come “fuffa”, francamente), vuol essere un mero specchio della realtà, che spesso è ben diversa dalle nostre opinioni personali. Ad esempio, è normale che nella lista ci siano locali in cui io non metterei piede o che siano anni luce lontani dalle mie preferenze. Ma proprio per non cadere nell’autoreferenzialità e per avere un panorama quanto più ampio delle preferenze degli addetti ai lavori (e adesso torneremo su questa definizione) in città, ho preferito coinvolgere un campione eterogeneo di persone, includendovi sia chi reputo molto più bravo e preparato di me, sia chi invece credo abbia ancora qualche strumento gustativo e analitico da affinare. Proprio perché non mi sento migliore di nessun altro, reputo che il parere di chi bazzica i locali fiorentini sia comunque utile a capire la percezione – giusta o sbagliata che sia – che dei locali hanno queste persone. Certo, l’anonimato garantisce che non sia possibile risalire a chi ha dato i voti, ed è così che ho voluto tutelare chi si è prestato a questa sorta di gioco. Ma proprio per questo motivo non mi convince la vaga sensazione di scostante superiorità di chi non vuol mischiarsi con la “plebe” perché non ne riconosce la legittimità o una soglia standard di qualità: i soldi di chi non ha un palato allenato ma frequenta un ristorante a settimana hanno lo stesso valore di chi giudica avendo studiato per anni, fermo restando che non ho coinvolto a caso imbianchini, musicisti, corridori o dirigenti di banca, bensì persone che a vario titolo orbitano in questo settore. Infine, il metro di giudizio: nella richiesta mandata a tutti chiedevo di segnalare i ristoranti secondo il criterio spiegato poche righe più su. Se poi qualcuno l’ha inteso come i locali dove VA effettivamente più spesso o dove ANDREBBE se avesse l’American Express illimitata, beh… non posso entrare nelle valutazioni, sarebbe una manipolazione dei risultati evidente a qualsiasi studente di Statistica al primo anno. Certo, avrei potuto essere ancora più specifico (e vi assicuro che non era un messaggio di due-righe-due). Ma dal momento che chi si occupa di raccontare ristoranti in genere ha abbastanza soldi per poterlo fare, tra dove uno VA più spesso e dove uno ANDREBBE per star bene e godersi una cena (secondo i criteri che ho indicato) non dovrebbe esserci poi così tanto scarto.

Detto ciò, ecco la classifica:

  • Santo Bevitore  12 voti
  • Ora d’Aria  10
  • Tripperia Il Magazzino  9
  • Da Burde  9
  • SeSto on Arno 7
  • Essenziale  6
  • Dim Sum  5
  • Gurdulù  5
  • Il Palagio del Four Seasons  5
  • Pane e olio  5
  • Santarpia  4
  • Bottega del buon caffè  3
  • Cibreo  3
  • Enoteca Pinchiorri  3
  • Ruggero 3
  • Trattoria La Casalinga  3
  • Fishing Lab  2
  • Calino (Scandicci)  2
  • Harry’s Bar  2
  • Il Pasha di Villa Cora  2
  • Da Pescatore  2
  • Caffè Desiderio  2
  • I tredici gobbi  2
  • FuocoMatto  2
  • La Giostra  2
  • Osteria Personale  2
  • Beppa Fioraia  2
  • Tullio 2
  • Nerone 2
  • Kome  2

E a seguire, con un voto ciascuno (e in rigoroso ordine alfabetico):
Angolo del Mare
Armando
Baldini
Bistrot del Mare
Briganti
Brindellone
Borgo San Jacopo
Brac
Buca dell’Orafo
Buca Lapi
Cestello
Cinque e cinque
Cinque Sensi
Cipiglio
Cipolla Rossa
Cocotte
Coquinarius
Ditta Artigianale
Divina Pizza
Don Fefé
Fagioli
Fiaschetteria di pesce
Florian
Fratelli Cuore
Gesto
I tre soldi
Iyo Iyo
Kotoramen
La Ghianda
La Vecchia Bettola
Latini
Le Fate
Le Rampe
Lungarno 23
Mario
Menagére
Mr. Sushi
Niwa
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Pitti Gola & Cantina
Povero Pesce
Quinoa
Ristoro
Ruth
Santo Graal
Semel
Settimo
Sostanza
Sud
Teatro del Sale
Undici Leoni
Vecchia Osteria del Nacchero
Vinandro
ViVo
WabiSabi
ZaZa
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