Mettetevi nei panni di Camille Leger (interpretata da Fleur Geffrier), la protagonista della nuova serie Drops of God (in Italiano Nettare degli dei) di Apple TV+, che ha il compito di identificare l’origine e l’annata di una singola bottiglia di vino al fine di ereditare la multimilionaria collezione di vini del padre appena mancato. Basta questa semplice sfida ad alzare l’asticella della suspance. Ma ovviamente non è così semplice.
Due cose si frappongono tra Camille e il suo obiettivo. La prima è la sua totale mancanza di conoscenza del vino, che si combina con i traumi infantili legati alle lezioni di degustazione che suo padre le impartiva quando era bambina, quando la bendava e le chiedeva di identificare gli alimenti con un solo morso. L’altro problema è che ha u concorrente: Issei Tomine (Yamashita Tomohisa), il pupillo del padre defunto ed esperto enologo, che può ereditare la collezione se riesce a battere Camille nell’identificazione del vino. Il padre di Camille descriveva Tomine come suo “figlio spirituale”, anche se la serie fa intendere fin dall’inizio che il suo rapporto con il defunto Leger potrebbe essere più stretto di quanto lui o Camille sappiano.
Lo show, lanciato su Apple TV+ il 21 aprile, è liberamente tratto dalla serie manga giapponese omonima del 2004. Scritta dai fratelli Yuko e Shin Kibayashi, entrambi appassionati di vino con vaste collezioni di bottiglie, sotto lo pseudonimo Tadashi Agi, la serie manga è stata elogiata per la sua rappresentazione realistica del mondo della degustazione di vini di alta qualità, rendendo questo mondo – spesso isolato e incredibilmente tecnico – più accessibile al pubblico.
L’adattamento televisivo del 2023 è altrettanto avvincente. La storia è narrata in giapponese, francese e inglese, a seconda del luogo in cui si svolge la scena. Bastano solo i primi due episodi per avere l’impressione di star ricevando una formazione reale sul vino, tanta è la qualità della scrittura. Ma la serie riesce a trasformare la semplice esperienza della degustazione del vino in un dramma ad alto rischio, in cui tutto, dal suo colore alla sua viscosità, è una prova essenziale, necessaria per risolvere il mistero al centro della serie.
Così facendo, Drops of God riesce a trasformare qualcosa di apparentemente tecnico come l’enologia in un dramma emozionante e ad alta tensione. Qui, l’intrecciarsi della ricerca della perfezione enologica con le aspettative familiari e le cicatrici dell’infanzia fa nascere una storia avvincente. E nella peggiore delle ipotesi avremo imparato il significato di parole come “tanninico” o “astringente”…